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Mattarella: "7 ottobre resterà una pagina turpe della storia"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Mattarella: '7 ottobre resterà una pagina turpe della storia'

“Il 7 ottobre del 2023 rimane e rimarrà nelle coscienze come una pagina turpe della storia: un vile attacco terroristico che avvenne contro inermi cittadini israeliani, recando grave danno alla causa della pace e della reciproca sicurezza in Palestina. Una ferita che ha colpito ogni popolo”. Con queste parole, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato il secondo anniversario dell’assalto di Hamas a Israele, che provocò la morte di 1.200 persone, di cui 800 civili, e il rapimento di circa 250 ostaggi.

Mattarella: "7 ottobre resterà una pagina turpe della storia"

Il Capo dello Stato ha anche rivolto un monito sul clima attuale: “I sentimenti per Gaza non diventino antisemitismo”. Un richiamo che riflette le tensioni che attraversano l’opinione pubblica internazionale, tra solidarietà per la popolazione civile palestinese e condanna del terrorismo.

La linea del governo: cogliere l’occasione
La premier Giorgia Meloni ha scelto di legare il ricordo dell’attacco di due anni fa al percorso diplomatico in corso: “Non va sprecata l’opportunità offerta dal piano Trump”.
L’iniziativa americana, che ha trovato in questi giorni un primo terreno di confronto nei colloqui di Sharm el-Sheikh, punta a un cessate il fuoco duraturo e al rilascio degli ostaggi, aprendo un canale per una ripresa del dialogo politico.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen
ha espresso una linea convergente: “Non dimenticheremo mai l’orrore del 7 ottobre. Il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco sono oggi a portata di mano”.

Il negoziato in Egitto
Da Sharm el-Sheikh arrivano segnali definiti “incoraggianti”. Fonti vicine ai negoziatori di Hamas confermano un “clima positivo” nel primo giorno di colloqui sul piano di pace per Gaza. Il secondo round di incontri è previsto per la tarda mattinata di oggi, con la mediazione egiziana e la partecipazione di delegazioni internazionali.

Per la prima volta dopo mesi, i diversi attori in campo parlano di una possibilità concreta di avanzare verso un cessate il fuoco e uno scambio di prigionieri che possa aprire la strada a un nuovo equilibrio nella regione.

L’iniziativa italiana: tregua olimpica
Nel dibattito sulla pace è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che a margine della Conferenza Italia-America Latina e Caraibi a Roma ha annunciato:
“L’Italia presenterà all’Onu una proposta di tregua olimpica per tutte le guerre, compresa l’Ucraina e il Medio Oriente, in occasione dei Giochi invernali di Milano-Cortina del 2026. Dobbiamo essere paladini della pace. Sosteniamo il piano Usa e, come ha detto papa Leone, non dobbiamo abbandonare mai la speranza della pace. Roma e l’Italia sono sempre di più un crocevia di pace, sviluppo e crescita”.

Memoria e responsabilità
Il secondo anniversario del 7 ottobre segna dunque un passaggio delicato.
Alle parole di ricordo e condanna di Mattarella si affianca la spinta del governo a non lasciar cadere l’occasione di una mediazione che, almeno nelle intenzioni, potrebbe aprire una fase nuova in Medio Oriente.

La sfida resta quella di conciliare memoria e giustizia con la necessità di porre fine a un conflitto che continua a segnare profondamente la regione e la coscienza internazionale.

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