“La tutela dei lavoratori, la lotta contro ogni forma di sfruttamento restano un’urgenza che risponde a princìpi di civiltà, a un dovere universale.” Con queste parole, pronunciate in occasione del 69º anniversario della tragedia di Marcinelle, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ribadito l’impegno della Repubblica Italiana verso i diritti dei lavoratori, richiamando istituzioni, imprese e società civile a un’azione concreta contro ogni forma di abuso, insicurezza e marginalità nei luoghi di lavoro.
Mattarella: “Tutela dei lavoratori è un’urgenza di civiltà”
Il messaggio è stato diffuso in concomitanza con la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, istituita proprio per commemorare le vittime italiane dell’incidente nella miniera di carbone belga. Un disastro che, a distanza di quasi sette decenni, resta impresso nella memoria collettiva come simbolo della fatica, della dignità e della sofferenza di generazioni di lavoratori italiani emigrati all’estero.
Marcinelle: la ferita mai chiusa del lavoro migrante
L’8 agosto 1956, nell’impianto carbonifero di Bois du Cazier, a Marcinelle, in Belgio, un incendio causato da un incidente tecnico intrappolò 262 minatori nelle gallerie sotterranee. Tra le vittime, ben 136 erano italiani, partiti in cerca di un futuro migliore, spesso spinti da miseria e disoccupazione. Il disastro mise drammaticamente in luce le condizioni disumane in cui lavoravano migliaia di emigrati, stretti tra sfruttamento e mancanza di diritti, costretti ad accettare lavori estremi in cambio di salari bassissimi e tutele inesistenti.
Mattarella ha ricordato quel sacrificio come “una ferita ancora aperta che interroga le nostre coscienze e ci chiede di non abbassare mai la guardia sul fronte della sicurezza e della dignità nei luoghi di lavoro”. Il Capo dello Stato ha inoltre sottolineato come “i valori repubblicani della giustizia sociale e del lavoro come fondamento della democrazia trovino proprio nella memoria di Marcinelle un esempio da custodire”.
Meloni: “Un debito di riconoscenza verso i nostri connazionali”
Anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta nella commemorazione, con parole di riconoscenza verso gli italiani coinvolti nella tragedia: “Abbiamo un debito storico e morale nei confronti dei nostri connazionali che hanno perso la vita a Marcinelle e in tante altre miniere del mondo. Quelle vite spezzate ci ricordano quanto il lavoro debba essere sempre rispettato e protetto, ovunque”.
Nel messaggio di Palazzo Chigi, si sottolinea inoltre l’impegno del governo nel contrasto al caporalato, nella promozione di condizioni dignitose nei settori più esposti al rischio sfruttamento, e nella difesa dei diritti dei lavoratori migranti. Un passaggio simbolico che lega le tragedie del passato alle sfide attuali dell’Italia e dell’Europa.
Un allarme ancora attuale: sfruttamento e insicurezza nei luoghi di lavoro
Nonostante i progressi normativi e le campagne di sensibilizzazione, l’Italia continua a fare i conti con un tessuto lavorativo spesso segnato da precarietà, incidenti mortali e forme di sfruttamento radicate. I dati dell’INAIL parlano chiaro: solo nei primi sei mesi del 2025 si sono registrate oltre 400 denunce di infortuni mortali, un numero in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Fenomeni come il caporalato nei campi agricoli, l’abuso di lavoro nero, l’assenza di protezioni nei cantieri edili e il ricorso massiccio a contratti a termine in settori strategici rappresentano, secondo Mattarella, “una sfida morale oltre che politica”, che deve essere affrontata con determinazione.
Il Presidente ha inoltre rivolto un appello a tutte le istituzioni, chiedendo una maggiore vigilanza, una normativa più incisiva e strumenti di protezione reali, soprattutto per le fasce più vulnerabili della forza lavoro: giovani, migranti, donne impiegate in settori fragili.
Il lavoro come valore fondante della Repubblica
Il messaggio del Quirinale si inserisce in una cornice più ampia che richiama l’articolo 1 della Costituzione, secondo cui “l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. Un principio che, secondo Mattarella, “non può essere svuotato di senso in nome dell’efficienza, del profitto o della concorrenza”.
In occasione della cerimonia commemorativa tenutasi a Marcinelle, alla quale hanno preso parte delegazioni italiane, belghe e internazionali, è stato osservato un minuto di silenzio. Tra i partecipanti anche rappresentanti dei sindacati italiani ed europei, esponenti della società civile e famiglie delle vittime, a testimoniare come la memoria del lavoro e dei lavoratori continui a unire generazioni diverse sotto lo stesso impegno: non dimenticare.