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Meloni rivendica la linea dura sull’immigrazione: “Avevamo ragione, avanti senza paura”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Meloni rivendica la linea dura sull’immigrazione: “Avevamo ragione, avanti senza paura”

Con un lungo messaggio affidato ai social, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha rivendicato l’efficacia della linea del governo in materia di immigrazione, concentrandosi in particolare sul cosiddetto “sistema del click day” per i permessi di soggiorno. Un anno fa, spiega Meloni, aveva depositato un esposto presso la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo per denunciare le irregolarità legate alla gestione telematica delle domande per gli ingressi regolari.

Meloni rivendica la linea dura sull’immigrazione: “Avevamo ragione, avanti senza paura”

Le sue parole si intrecciano oggi con le indagini condotte dalla magistratura, che avrebbero messo in luce un sistema articolato di truffe e infiltrazioni criminali: falsi contratti di assunzione, identità digitali costruite ad arte, denaro versato in cambio di accessi agevolati alla procedura. Una rete, secondo Meloni, “organizzata e criminale” che avrebbe trovato terreno fertile all’interno delle debolezze del sistema amministrativo.

La visione di un’Italia “non terra di conquista”
Nel suo intervento, la premier ribadisce un concetto già centrale nelle campagne elettorali della coalizione di governo: l’Italia non deve essere una “terra di conquista per trafficanti di permessi di soggiorno”. Una frase forte, che riflette la volontà di difendere la sovranità dei confini e la legalità dei processi migratori. “Avevamo ragione, avevamo il dovere di denunciare,” scrive Meloni, alludendo alla diffidenza con cui era stato accolto il suo allarme nel 2023.

Il riferimento al click day non è casuale: questa procedura, concepita per rendere trasparente e accessibile l’attribuzione dei permessi a lavoratori stranieri, si è spesso trasformata in una corsa informatizzata dominata da intermediari e agenzie, con migliaia di domande presentate in pochi secondi, non sempre in modo limpido. La narrazione che emerge è quella di uno Stato che cerca di riappropriarsi della regia del fenomeno migratorio, contrastando al tempo stesso abusi e derive illegali.

Legalità e controllo come pilastri dell’azione di governo
L’intervento della premier si colloca in un momento particolarmente sensibile sul piano politico. Le immagini di centri di accoglienza sovraffollati, i flussi continui nei territori del sud, le tensioni con gli Stati membri dell’Unione Europea sulla redistribuzione dei richiedenti asilo hanno riportato il tema dell’immigrazione al centro del dibattito pubblico. Meloni, rafforzata dal recente esito elettorale, rilancia la sua strategia fondata su tre pilastri: controllo dei flussi, sicurezza nazionale, tutela del lavoro regolare. Il governo, spiega, continuerà a combattere ogni forma di “illegalità legata all’immigrazione”, puntando anche sul potenziamento degli strumenti tecnologici per verificare le identità, sull’inasprimento delle pene per i trafficanti e sulla riforma dei meccanismi d’ingresso per lavoro.

Una narrazione politica che sfida le opposizioni
L’enfasi posta dalla presidente del Consiglio sulle “inquietanti conferme” arrivate dalla stampa, che avvalorerebbero la bontà dell’esposto presentato un anno fa, ha anche una valenza politica interna. Le opposizioni, che all’epoca avevano accusato il governo di alimentare allarmismi o di distogliere l’attenzione da altre urgenze, si trovano ora a dover commentare le risultanze di inchieste che parrebbero confermare la presenza di gravi anomalie. Meloni trasforma così un tema giudiziario in una bandiera di coerenza politica, utile per consolidare il rapporto con il proprio elettorato e per riaffermare una visione conservatrice del ruolo dello Stato nella gestione dell’immigrazione. La sua affermazione “avanti, senza paura” è il segnale di una leadership intenzionata a rilanciare, nonostante le polemiche, la propria agenda sulla sicurezza e sull’ordine.

Le reazioni e l’orizzonte europeo
Le dichiarazioni della premier non hanno tardato a suscitare reazioni. Alcune associazioni umanitarie e organizzazioni per i diritti dei migranti hanno definito “strumentale” l’uso del tema click day come pretesto per un’ulteriore restrizione dei diritti. Al contrario, gli ambienti governativi sottolineano come l’iniziativa giudiziaria sia partita proprio su impulso politico e abbia portato alla luce realtà opache che minano la credibilità dell’intero sistema migratorio italiano. In parallelo, il tema assume una rilevanza strategica anche a Bruxelles: l’Italia continua a chiedere un approccio comune, basato sulla cooperazione con i Paesi d’origine, sulla gestione dei rimpatri e su quote di ingresso calibrate alle esigenze del mercato. In questo scenario complesso, la linea della fermezza indicata da Meloni si delinea come il tratto distintivo del governo sul fronte dell’immigrazione.

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