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L'OCSE rivede al rialzo la stima di crescita del PIL mondiale nel 2022

- di: Daniele Minuti
 
L'OCSE rivede al rialzo la stima di crescita del PIL mondiale nel 2022
L'OCSE ha ufficialmente rivisto le stime di crescita dell'economia mondiale, migliorando leggermente le previsioni di quelle per il 2022 e confermando un forte rallentamento per il 2023: è questo il verdetto più importante contenuto nell'ultimo Economic Outlook, che certifica come la stima della salita del PIL mondiale per il 2022 sia stata ritoccata al rialzo di un punto base (quindi a +3,1%) mentre quella per il 2023 è confermata a +2,2%, con quella del 2024 che si prevede in accelerazione lieve, cioè a +2,7%.

L'OCSE rivede al rialzo la stima di crescita del PIL 2022

Secondo il rapporto dell'OCSE, l'economia sta vivendo un momento complicato e la crescita ha perso lo slancio del periodo post pandemico. Sembra però essere evitato lo scenario della recessione globale, nonostante il rallentamento nel 2023 sia inevitabile, accompagnato da un'inflazione ancora molto alta.

La carenza di approvvigionamenti energetici porterà al rincaro dei prezzi e gli aumenti dei tassi di interesse saranno necessari per cercare di frenare l'inflazione. Il tutto nel clima di forte incertezza a causa della guerra, che aumenta il rischio di crisi di debito dei paesi.

Andando a dividere per aree geografiche, la crescita dell'Eurozona è rivista al rialzo a +3,3% mentre quella del 2023 è a +0,5% (ripresa a +1,4% per il 2024), previsioni di recessione per la Germania nel 2023 anche se meno pronunciata delle precedenti, cioè a -0,3%. Per il 2022 si stima un +1,8%, per il 2024 una ripresa a 1,5%. Tendenza simile per gli Stati Uniti (+1,8% per il 2022, + 0,5% per il 2023 e +1% per il 2024) mentre il Giappone vedrà una crescita più forte (+1,6%, +1,8% e +0,9% per 2022, 2023 e 2024). Pessimistiche le previsioni per la Cina, con un +3,3% al 2022 (minimo storico), per poi andare a +4,6% e +4,1% nei due anni successivi.

Attesa in rallentamento l'inflazione, che per il 2022 dovrebbe frenare la sua corsa al massimo storico del 9,4%, per poi scendere al 6,5% prima e al 5,1% dopo fra 2023 e 2024. L'Eurozona dovrebbe registrare un valore dell'8,3%, del 6,8% il prossimo e del 3,4% nel 2024 (mentre gli Stati Uniti avrebbero dati al 6,2%, al 3,5% e al 2,6% rispettivamente).

La nota dell'OCSE spiega: "La BCE ha avviato un inasprimento della politica monetaria, ma sono necessari ulteriori aumenti dei tassi ufficiali per garantire che le misure lungimiranti dei tassi di interesse reali diventino positive, che il disancoraggio delle aspettative di inflazione sia invertito e le pressioni inflazionistiche siano durevolmente ridotte. Ciò comporterà probabilmente un periodo di crescita al di sotto del trend per aiutare a ridurre le pressioni sulle risorse".

Cosa c'è da aspettarsi in Italia? Riviste al rialzo anche le previsioni per il nostro Paese, a 3,7% per il 2022, ma cala quella del 2023 (a +0,2%) prima di una risalita dell'1% nel 2024. Prevista a 8,1% la quota dell'inflazione nel 2022, prima del calo da 6,5% a 3% per il biennio successivo.

L'OCSE ha anche rivisto al rialzo le previsioni di crescita dell'Italia per il 2022 a +3,7% (tre punti base in più della stima precedente), ma ha tagliato la stima sul 2023 a +0,2% (due punti base sotto la precedente previsione), mentre sul 2024 vede una lieve ripresa dell'1%. La disoccupazione aumenterà all'8,3% nel 2023, dopo il calo all'8,1% del 2022, e crescerà ancora nel 2024 all'8,5%. L'inflazione raggiungerà l'8,1% quest'anno, per attestarsi al 6,5% il prossimo ed al 3% nel 2024.

Cosa può fare però la politica? A rispondere è Alvaro Santos Pereira: "La politica ha ancora una volta un ruolo cruciale da svolgere: un ulteriore inasprimento della politica monetaria è essenziale per combattere l'inflazione e il sostegno della politica fiscale dovrebbe diventare più mirato e temporanea. Una rinnovata attenzione alle politiche strutturali consentirà ai responsabili politici di promuovere l'occupazione e la produttività, nonché di far funzionare la crescita per tutti. In altre parole, è nelle nostre mani superare questa crisi. E se scegliamo di intraprendere la giusta serie di politiche, aumenteremo sicuramente le nostre possibilità di successo".
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