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Il Regno Unito travolto degli scioperi si indigna per i maxi-stipendi dei manager

- di: David Lewis
 
Il Regno Unito travolto degli scioperi si indigna per i maxi-stipendi dei manager
Gli scioperi che in queste lunghe settimane a cavallo tra vecchio e nuovo anno stanno interessando molti settori cruciali del servizio pubblico del Regno Unito, oggettivamente provocano tanti disagi, ma meno rabbia di quel che si potrebbe pensare perché, anche se hai idee politiche diverse da chi incrocia le braccia in segno di protesta, ti rendi conto che non si tratta di prese di posizione ideologiche, ma motivate dalla disperata volontà di sopravvivere, nonostante gli stipendi siano drammaticamente insufficienti.

Il Regno Unito travolto degli scioperi si indigna per i maxi-stipendi dei manager

Forse ti arrabbi quando non vedi passare il tuo bus o il tuo treno; quando la Royal Mail non ti consegna un pacco che aspetti da giorni; quando passi davanti ad un ospedale e vedi i parcheggi vuoti perché non ci sono infermieri. Ma l'arrabbiatura si attenua se leggi le motivazioni degli scioperi e condividi un grido di dolore che si traduce semplicemente nel chiedere di vedere riconosciuto il valore del proprio lavoro anche dal punto di vista economico. Anche perché il prezzo del cibo, come quello della benzina o dell'elettricità non ti aspetta e corre, come sta facendo da molti mesi. La notizia che oggi gli infermieri dicono che, rispetto al +19% di incremento degli stipendi richiesto, si accontenterebbero anche della metà, è l'immagine di un Paese in ginocchio, che ormai non riconosce più sé stesso.

Se si sciopera lo si fa, si spera, per un buon motivo, anche se talvolta non è così. Eppure forse bisognerebbe farlo anche quando sotto gli occhi ti cade una indagine che ti rivela che i dirigenti delle cento più importanti aziende del Regno Unito nei primi tre giorni del 2023 hanno già guadagnato quanto un lavoratore medio si metterà in tasca in tutto l'anno.
Avete letto bene: in tre giorni i manager delle aziende che fanno parte del FTSE 100, l’indice che comprende quelle più capitalizzate quotate al London Stock Exchange, hanno guadagnato quanto, alla fine dell'anno, saranno gli stipendi dei lavoratori dipendenti. Non si tratta di una sensazione, ma dell'esito dell'indagine del hink tank High Pay Centre i cui esperti, calcolatrice alla mano, hanno scoperto che questi manager hanno una paga in media 103 volte superiore a quella dei lavoratori a tempo pieno del Regno Unito, stando ai dati dell’Ufficio Statistico Nazionale.

La notizia, se ha fatto infuriare la maggioranza dei britannici, ad eccezione di quelli che dal loro ufficio spostano milioni di sterline solo spingendo un tasto del loro computer, ha causato la reazione dei sindacati che ora sollecitano il governo a ripristinare un principio di egualità nei salari, che sembra oggi una utopia. In realtà di ricette praticabili non è che ce ne siano molte, considerando che le proposte appaiano abbastanza lontane dalla realtà, perché è difficile pensare che, ad esempio, ai lavoratori dipendenti sia concesso di sedere allo stesso tavolo dei dirigenti per discutere con loro come migliorare le condizioni di chi sta alla base del processo produttivo.
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