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Kiev sotto attacco: almeno 26 morti e 159 feriti nella notte di fuoco

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Kiev sotto attacco: almeno 26 morti e 159 feriti nella notte di fuoco

La capitale ucraina ha vissuto una delle notti più dure dall’inizio del conflitto. Tra il 31 luglio e il primo agosto, un’ondata di missili e droni russi ha colpito diversi quartieri di Kiev, causando almeno 26 vittime e 159 feriti. Le autorità ucraine hanno proclamato il lutto nazionale, mentre i soccorritori hanno lavorato senza sosta per estrarre superstiti dalle macerie di edifici residenziali e strutture civili devastate dalle esplosioni.

Kiev sotto attacco: almeno 26 morti e 159 feriti nella notte di fuoco

Secondo i report diffusi dallo Stato maggiore, l’attacco ha coinvolto non solo la capitale ma anche i sobborghi limitrofi, segnalando la volontà di Mosca di mantenere una pressione costante sul cuore politico e amministrativo dell’Ucraina. Le difese aeree hanno abbattuto una parte consistente dei droni lanciati, ma l’intensità dei bombardamenti ha reso impossibile neutralizzare tutte le minacce.

Le parole di Trump e la reazione internazionale
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito “disgustoso” ciò che la Russia sta facendo in Ucraina, ribadendo il sostegno di Washington a Kiev. La Casa Bianca ha promesso un nuovo pacchetto di aiuti militari, anche se i dettagli non sono stati ancora resi pubblici.

Dall’Unione europea sono arrivate dichiarazioni di ferma condanna, mentre diversi governi occidentali hanno chiesto un inasprimento delle sanzioni economiche nei confronti di Mosca. A Bruxelles si rafforza l’idea che la risposta debba essere non solo militare e diplomatica, ma anche economica, nella convinzione che colpire i flussi commerciali della Russia resti una delle armi più efficaci per limitarne la capacità bellica.

Kiev in macerie e la resilienza della popolazione
Le immagini che arrivano dalla capitale mostrano strade disseminate di detriti, automobili distrutte e palazzi ridotti a scheletri fumanti. I vigili del fuoco e i volontari scavano senza sosta, mentre famiglie intere si rifugiano nelle stazioni della metropolitana per proteggersi dai raid aerei.

Nonostante il dolore e le perdite, la popolazione continua a dare prova di resilienza. Molti cittadini hanno organizzato raccolte di sangue per i feriti, mentre gruppi di quartiere si occupano di distribuire viveri e acqua. Il sindaco Vitali Klitschko ha promesso che “Kiev non crollerà” e ha invitato la comunità internazionale a non distogliere lo sguardo dal dramma ucraino.

L’iniziativa diplomatica e la visita di Meloni
Sul fronte diplomatico, l’Italia cerca di rafforzare la cooperazione con i partner regionali. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è attesa oggi a Istanbul per un incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Al centro del colloquio ci sarà il tema dei migranti, ma anche la possibilità di rilanciare un ruolo turco nella mediazione tra Kiev e Mosca. Ankara, già protagonista nell’accordo sul grano nel Mar Nero, resta un interlocutore chiave per la stabilità dell’area.

Secondo fonti governative italiane, Meloni insisterà sulla necessità di garantire corridoi umanitari sicuri per l’Ucraina e di rafforzare le iniziative comuni sul controllo dei flussi migratori. L’incontro con Erdogan rappresenta anche un’occasione per allineare le posizioni all’interno della NATO, che considera la stabilità dell’area mediterranea strettamente collegata all’evoluzione del conflitto ucraino.

Le prospettive della guerra
La nuova offensiva su Kiev dimostra che la Russia non intende allentare la pressione e vuole mantenere la capacità di colpire obiettivi civili e militari al centro dell’Ucraina. Gli analisti militari sottolineano come la strategia russa punti a logorare la resistenza della popolazione e a minare la fiducia nelle istituzioni. Tuttavia, finora gli attacchi non hanno scalfito la determinazione del governo ucraino né quella dei cittadini.

Sul piano internazionale, cresce la preoccupazione per l’allargamento del conflitto e per l’impatto sulle catene di approvvigionamento globali, dall’energia al grano. Ogni nuovo raid avvicina lo spettro di una guerra sempre più lunga e difficile da contenere, mentre la comunità internazionale resta divisa su come forzare una soluzione politica.

Per Kiev la priorità immediata resta difendersi e curare i feriti, ma lo scenario complessivo mostra un conflitto che continua a espandersi e che rischia di ridisegnare in profondità gli equilibri geopolitici mondiali.

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