Inflazione e incremento dei tassi non rallentano la richiesta di case

- di: AbitareIn
 
Nelle ultime settimane abbiamo letto di un incremento dei tassi di interesse e di una potenziale evoluzione verso un sistema inflattivo, circostanze che è importante contestualizzare per il nostro mercato: difatti, non solo storicamente l'incremento dell'inflazione è una congiuntura positiva per il residenziale, ma in più i tassi di interesse continuano ad avere un'incidenza molto bassa sull'acquisto della casa.

Per una migliore analisi dell'effetto di questi due fattori ci viene in aiuto innanzitutto l'ABI, Associazione Bancaria Italiana, che nell'ultimo rapporto mensile sottolinea, sì, un incremento dei tassi di interesse sui nuovi mutui bancari, che rimangono comunque "su livelli molto bassi". Difatti, come sottolineato dal vice DG Gianfranco Torriero "l'aumento è di pochi decimi di punto e impatta sulla rata in maniera limitata", tanto che "non frena la volontà di richieste dei mutui che invece beneficiano di un mercato immobiliare in ripresa anche sotto forma di investimento".

Difatti, nel solo mese di marzo, i prestiti alle famiglie per i mutui casa sono cresciuti del 5,2%.

Altro dato importante che emerge dal rapporto riguarda la crescita dei depositi bancari: ad aprile si è registrata una variazione tendenziale pari a +5,2%, con un aumento in valore assoluto su base annua di 92 miliardi di euro.

Anche le ultime ricerche pubblicate dai principali Uffici Studi sul mercato residenziale restituiscono una rappresentazione del settore che non si fa spaventare, ma anzi, come è normale che accada, trova nell'inflazione un fattore di spinta.

"Le case - ma anche gli uffici e i capannoni -  sono infatti beni materiali il cui valore cresce durante i periodi di alta inflazione e rappresentano quindi una valida alternativa ad altri investimenti, in particolar modo le obbligazioni, che invece soffrono quando i prezzi al consumo corrono". Oltre ai dati ormai noti del 2021, in cui il settore delle compravendite ha registrato un forte incremento in termini di volumi, sia rispetto al 2020 che al 2019, con prezzi che hanno non solo tenuto, ma anche accelerato nella seconda metà dell'anno, il Centro Studi Fiaip conferma la dinamicità anche nei primi mesi del 2022, con un'offerta che inizia a scarseggiare (sia per la vendita che per l'affitto).

Commenta così Francesco La Commare, presidente del Centro Studi FIAIP "Nonostante le legittime preoccupazioni dettate prioritariamente dalle conseguenze economiche del conflitto militare e dall'aumento del costo della vita, prevediamo un anno positivo per il settore, considerando una serie di fattori, tra i quali i tassi di interesse per i mutui che rimangono, seppure in lieve rialzo, ancora molto contenuti e la crescita, registrata anche nel 2021, dei risparmi delle famiglie italiane che unitamente all'incerta, e spesso scarsa, redditività degli investimenti finanziari e alla stessa inflazione, stimolano il cittadino verso l'investimento immobiliare".
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