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Contante e cripto, resa dei conti: l'italia sfida i soldi sporchi

- di: Bruno Coletta
 
Contante e cripto, resa dei conti: l'italia sfida i soldi sporchi
Tra vecchie abitudini in nero e nuove frontiere digitali, l’intelligence finanziaria italiana mette in guardia.
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L’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) della Banca d’Italia ha presentato il suo rapporto annuale per il 2024. L’incontro, animato da interventi del direttore Enzo Serata e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha rivelato un’inedita sinergia tra minacce tradizionali e sfide innovatici. Nel vivace confronto tra contante e criptovalute, emergono scatti preoccupanti anche nel fronte del terrorismo finanziario.

Meno segnalazioni, ma più qualità
Le segnalazioni di operazioni sospette (SOS) sono calate a 145.401 nel 2024, segnando un -3,3% rispetto all’anno precedente 
Eppure, osserva Serata, “la quota di segnalazioni a rating alto o medio alto è cresciuta più di 5 punti percentuali”, segno che si punta all’efficacia piuttosto che al volume.
I feedback ricevuti – quasi 48.000 dalla Guardia di Finanza e 10.000 dalla Dna, fino ad aprile 2025 – confermano il valore investigativo delle segnalazioni.

Contante: il resistente veicolo di riciclaggio
Il rapporto indica come il denaro contante rimanga una spina nel fianco nella lotta al sommerso, offrendo ampia copertura a corruzione, frodi fiscali e criminalità organizzata.
Giorgetti ha annunciato un rafforzamento dei presidi normativi: l’assetto antiriciclaggio ora equipara i prestatori cripto agli istituti bancari, grazie alla nuova direzione del Mef dedicata ai reati finanziari.

Cripto: sofisticazione e anonimato
Pur limitate nel numero (circa 6.000 segnalazioni), le operazioni in criptovalute mostrano una crescita continua.
Serata ha sottolineato l’ascesa nell’uso di stablecoin e portafogli non custoditi, strumenti che garantiscono anonimato superiore a bonifici tradizionali.
Le norme europee – su tutte la Micar – sono un primo baluardo, ma “occorre attrezzarsi per schemi sempre più complessi” ammonisce il direttore .

Terrorismo finanziario: l’effetto Gaza
Nel 2024 le segnalazioni di operazioni sospette legate al finanziamento del terrorismo sono salite del 14,5% (da 297 a circa 340), legando il fenomeno all’escalation del conflitto tra Israele e Palestina e alla propaganda jihadista.
Serata ha affermato che “la minaccia globale è stata influenzata dal conflitto israelo palestinese e dai suoi impatti sul più ampio contesto medio orientale”.

Bonifici istantanei e IBAN virtuali
L’Uif avverte sull’aumento dei bonifici istantanei: serviranno sistemi dedicati per intercettare anomalie e operazioni sospette.
Cresce anche l’uso di IBAN virtuali, spesso impiegati per trasferire fondi illeciti all’estero, soprattutto in Cina.
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Micar, sistema bancario, Mef e Uif lavorano a un front nazionale condiviso 

Il bilancio Uif per il 2024 mette in luce un’Italia in transizione: da un lato il cash, strumento sempre efficace per attività in nero; dall’altro fronte, le criptovalute, con la loro innovazione e i rischi opachi. Il buon calo delle segnalazioni totali è una nota positiva, ma la qualità – più che la quantità – testimonia complicationi emergenti: pan–rate evolvono, criminali affinano armi digitali, anche gruppi terroristici navigano nelle bolle virtuali. È dunque fondamentale consolidare il framework regolatorio e tecnologico, potenziando tracciamento, formazione e cooperazione istituzionale.
Giorgetti e Serata convergono su un punto: servono strumenti efficaci e aggiornati. Micar (Markets in Crypto-Assets Regulation), sistema bancario, Mef e Uif lavorano a un front nazionale condiviso. Ma se il contante resiste e le cripto si sofisticano, l’Italia si trova davanti a un bivio: innovare senza perdere traccia, regolare senza strozzare. In questo contrasto fra continuità e cambiamento si gioca la partita più urgente della nostra sicurezza finanziaria.

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