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Manager 'licenzia' fidanzata durante festa: ma i panni sporchi non si lavavano in famiglia?

- di: Bianca Balvani
 
Manager 'licenzia' fidanzata durante festa: ma i panni sporchi non si lavavano in famiglia?
Quando si diceva che i panni sporchi si lavano in famiglia, il riferimento era a quei segreti, piccoli o grandi, che per evitare il giudizio della gente, dovevano restare tali e, quindi, portare a decisioni che restavano segrete. Nella definizione di ''panni sporchi'' rientravano atti comunque ritenuti disdicevoli e che potenzialmente potevano gettare discredito sulla famiglia e sul suo cosiddetto buon nome.
Oggi, nell'epoca in cui sui social si scrive e si legge di tutto, questa norma spicciola di comportamento è di fatto caduta nel dimenticatoio, perché le persone quasi fanno a gara a rivelare quel che accade loro, in ogni istante della giornata, dalla fine di una amicizia e persino a gravi malattie. Il riserbo, quindi, non è più un concetto imperante, battuto e soverchiato dalla spasmodica voglia di fare sapere a tutti ogni recondita piega della propria esistenza.

Manager 'licenzia' fidanzata durante festa: ma i panni sporchi non si lavavano in famiglia?

Ma un conto è dirlo usando una tastiera, un altro è farlo in modo spettacolare, tradendo soprattutto un dogma del maschio italico: nascondere ad ogni costo, anche davanti all'evidenza, di essere stato tradito dall'amata. Un argomento vecchio come la storia, quando tra un grugnito e un urlo, la donna di Neanderthal decise che il suo uomo non le stava più bene, cercando altrove affetti e sentimento.
Ora tutto è cambiato e una cosa, potenzialmente apportatrice di sguardi e ammiccamenti da parte di chi ti conosce, oggi viene detta al mondo intero, per il solo sadico gusto di ''sputtanare'' quella che un tempo era la persona amata.

E' quello che è accaduto nell'austera Torino che, della sabauda propensione alla riservatezza, sembra avere perso anche il ricordo.
I nomi sono noti e quindi si possono riferire. Un noto finanziere torinese, Massimo Segre, in quella che doveva essere la festa in cui ufficializzare, finalmente, la data delle nozze con la sua fidanzata, Cristina Seymandi, a metà serata è salito sul palco dove era in azione il dj chiedendogli una breve pausa per una comunicazione importante.
Tutti i presenti hanno immediatamente pensato che fosse arrivato il momento in cui sarebbe stato noto l'ultimo passo di quella che per molti (evidentemente non per tutti) era una unione da favola. Qualcosa come ''io e Cristina ci sposeremo tale giorno, a tale ora, a...''.

C'è solo da immaginare il brivido che è corso sulla schiena degli ''amici'' quando Segre ha semplicemente messo alla porta la fidanzata, dicendole, con frasi evidentemente ben meditate (il discorsetto se l'era scritto...), che lei l'aveva tradito con un ''noto avvocato'' anche quando stavano progettando un futuro insieme. Sconcerto tra i presenti (anche se, col senno di poi, non c'è da escludere che qualcuno avesse intuito che l'unione era meno perfetta e caramellosa di quel che appariva), ma anche la percezione esatta che erano tutti testimoni di un dramma, sebbene piccolo, sebbene limitato a due persone che, sino a pochi minuti prima, agli occhi di tutti erano il simbolo dell'amore.

La storia e le cronache ci hanno sempre raccontato l'amore, ma anche quanto esso, se tradito, possa diventare perfidia. Un sentimento che è sempre frutto di calcolo e che Massimo Segre ha voluto distillare, alternando le occhiate al foglietto in cui aveva scritto cosa voleva dire a quelle verso quella che stava per diventare la sua ex fidanzata. Lei, mentre lui leggeva, guardava verso punti non identificati dell'uditorio, quasi a cercare che qualcuno le lanciasse una ciambella di salvataggio, cui aggrapparsi, nella consapevolezza che il peggio (in termini di parole) stava per arrivare.
''Ho sempre pensato - ha scandito Segre - che amare una persona sia desiderare il suo bene più ancora del proprio. E in questo caso, questa sera, desidero regalare a Cristina la libertà di amare”.
Di amare non lui, ma ''un avvocato, a cui tiene più che a me. Cara Cristina, so di quanto tu ne sia innamorata, sia dal punto di vista mentale che sessuale. E so anche che prima di lui hai avuto una relazione con un noto industriale”
.

Ma se boccone amaro doveva essere, lo è stato fino in fondo: ''Cari amici, non crediate che mi faccia piacere fare la figura del cornuto davanti a tutti voi. Ma Cristina è talmente in gamba nel raccontare le sue verità, che non potevo lasciare solo a lei la narrazione del motivo per cui io stasera termino la mia convivenza con lei. È una banale storia di infedeltà, addirittura preconiugale. Sono tanto deluso, ho il cuore a pezzi''.
Poi il colpo finale, la stoccata di D'Artagnan, la ''zeta'' di Zorro, l'uscita di scena di Cyrano: ''Cara Cristina - ha detto Segre forse riferendosi ad una vacanza che avrebbero dovuto fare assieme - , a Mykonos, vai con il tuo avvocato, sii felice con lui, come sai è tutto pagato. Così come è pagato il viaggio in Vietnam”.
Gelo in sala, silenzio. Lui se ne va, lasciandosi dietro una (ex) fidanzata basita e una storia d'amore finita come tante altre. Per fortuna, non come tutte.
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