Spada (Assolombarda): "Introdurre con urgenza il tetto al prezzo del gas"

- di: Daniele Minuti
 
Il Centro Studi di Assolombarda ha pubblicato la sua ultima analisi relativa ai prezzi delle materie prime e l'evoluzione che essi hanno avuto dopo lo scoppio della guerra sul territorio ucraino, restando a livelli elevati seppur al di sotto di quelli registrati all'inizio del conflitto.

Pubblicata l'ultima analisi del Centro Studi di Assolombarda

Lo studio ha certificato che i prodotti energetici hanno registrato i maggiori rincari: il prezzo del gas naturale europeo è tornato, dopo il picco di marzo a 220 €/MWh, al valore del 13 giugno di 83,4 €/MWh (più sette volte i livelli pre pandemia). Le frizioni dal lato dell'offerta però portano volatilità, col prezzo del TTF che raggiunge i 100 €/MWh al 15 giugno. Andamento simile per l'energia elettrica, col Prezzo Unico Nazionale che oscilla attorno a un livello cinque volte superiore a quelli pre pandemici (210,1 €/MWh il 13 giugno).

Stabilizzati invece i prezzi delle materie prime della filiera agroalimentare: quello del frumento è calato del 22% (10,2 €/bushel), quello del mais è calato del 6% (7,4 €/bushel al 13 giugno) dopo i rincari al momento dello scoppio della guerra e comunque a livelli raddoppiati rispetto al pre pandemia.

Capitolo metalli: fra quelli ferrosi, l'acciaio cala del 34% rispetto al picco, dato che riporta il prezzo a livelli di inizio febbraio ma comunque doppi rispetto al gennaio del 2020 (130 €/Ton) mentre fra quelli non ferrosi, il nichel riassorbe parzialmente lo shock dello stop alle contrattazioni sul Londol Metal Exchange scendendo del 36% rispetto al picco (25.000 €/Ton). Scende anche il prezzo dell'alluminio mentre sale quello del rame (2476,6 €/Ton e 8885,2 €/Ton il 13 giugno).

Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda (nella foto), ha commentato: "La corsa delle quotazioni delle materie prime è entrata in una nuova fase. I prezzi sono diminuiti rispetto al picco determinato dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina ma rimangono, comunque, su livelli molto elevati rispetto al pre-Covid. Permangono, del resto, forti pressioni sui margini delle imprese, soprattutto a causa degli aumenti di gas naturale (+647%) e petrolio Brent (+104%). A questo si aggiunge una consistente e diffusa volatilità sui mercati delle commodity, una circostanza che rappresenta un elemento di complessità nella gestione degli approvvigionamenti e del magazzino. Si tratta di un ulteriore elemento di preoccupazione per le imprese che ormai da mesi si trovano a lavorare in condizioni di difficoltà. Per questo, occorre agire subito attivando la misura più urgente: l’introduzione del tetto al prezzo del gas. È la soluzione che può impedire a molte imprese di ridurre la produzione o, nel peggiore dei casi, di fermarla del tutto".
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