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Ucraina, memorandum sui minerali a Parigi: Usa ed Europa spingono per la pace

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ucraina, memorandum sui minerali a Parigi: Usa ed Europa spingono per la pace

A Parigi è stato firmato un importante memorandum d’intesa tra Stati Uniti ed Europa sul tema dei minerali strategici, nel contesto di una crescente cooperazione economica e diplomatica. L’accordo coinvolge anche rappresentanti di Kiev ed è stato interpretato dagli osservatori come un segnale forte della volontà congiunta di rafforzare le basi materiali dell’autonomia energetica e industriale occidentale. A guidare la delegazione americana sono stati il senatore Marco Rubio e l’imprenditore Steven Witkoff, figure vicine all’attuale amministrazione Trump. Il patto mira a garantire approvvigionamenti sicuri per i settori chiave della transizione ecologica e tecnologica, consolidando nel frattempo un fronte comune anche sul piano politico.

Ucraina, memorandum sui minerali a Parigi: Usa ed Europa spingono per la pace

Il memorandum è stato siglato nella capitale francese con la presenza del presidente Emmanuel Macron, che ha voluto sottolineare il significato geopolitico dell’accordo. La scelta di Parigi non è casuale: la Francia intende ritagliarsi un ruolo centrale nella costruzione dell’autonomia strategica europea, sfruttando la leva delle materie prime e l’interlocuzione diretta con gli Stati Uniti. Presenti anche rappresentanti ufficiali del governo ucraino, che hanno espresso apprezzamento per l’iniziativa e l’hanno letta come un passo concreto verso una maggiore integrazione dell’Ucraina nello spazio economico e politico occidentale. Il coinvolgimento di Kiev testimonia il tentativo di tenere unito il fronte euroatlantico proprio mentre si discute di possibili scenari di pace.

Le provocazioni di Medvedev e le accuse di Zelensky
Sul fronte opposto, la reazione russa non si è fatta attendere. Dmitrij Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione, ha attaccato duramente l’iniziativa, con parole cariche di cinismo e provocazione: “Discutono di quante bare accetteranno”, ha dichiarato, alludendo a un presunto scollamento tra la diplomazia e la realtà sul campo di battaglia. Le sue dichiarazioni fanno parte di una strategia comunicativa volta a delegittimare qualsiasi tentativo di mediazione occidentale. In parallelo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di essere in possesso di “informazioni su armi provenienti dalla Cina dirette alla Russia”, sollevando nuove preoccupazioni sulla possibilità che il conflitto si internazionalizzi ulteriormente, trascinando altre potenze regionali.

Verso una nuova fase diplomatica per la pace
Nonostante le tensioni, fonti europee e americane continuano a parlare di “convergenza su una soluzione diplomatica”. La firma del memorandum viene infatti letta anche come il preludio a un nuovo sforzo congiunto per trovare una via d’uscita al conflitto. Le delegazioni di Washington, Bruxelles e Kiev condividono l’urgenza di stabilizzare i mercati energetici e di creare le condizioni materiali per una ricostruzione duratura dell’Ucraina. In questa prospettiva, le risorse minerarie rappresentano sia un asset strategico che un terreno comune di cooperazione. Il documento firmato a Parigi non è dunque solo un patto commerciale, ma anche un messaggio politico rivolto a Mosca e ai Paesi terzi: l’Occidente non arretra e prepara la fase post-bellica.

Roma al centro del nuovo round sul nucleare
Mentre si discute di pace, l’Italia si prepara a ospitare il secondo round di colloqui sul dossier nucleare iraniano, previsto per sabato a Roma. Una scelta che conferma il ritorno del nostro Paese al centro della diplomazia internazionale. Dopo il viaggio di Meloni a Washington e il rinnovato protagonismo del governo italiano in seno al G7, la capitale italiana si propone come piattaforma neutra per trattative delicate. Secondo fonti diplomatiche, la nuova fase di dialogo sul nucleare iraniano potrebbe anche aprire spiragli per affrontare i rischi legati al riarmo e alla proliferazione tecnologica in Medio Oriente. Una dinamica che, se ben gestita, potrebbe avere effetti positivi anche sul dossier ucraino, allargando il campo del negoziato su scala globale.

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