L'Unione Italiana Vini (UIV) e il Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV) hanno espresso il loro sostegno all'accordo di libero scambio tra l'Unione Europea (UE) e i Paesi del Mercosur, considerandolo una significativa opportunità per il settore vinicolo europeo e italiano.
Accordo UE-Mercosur: opportunità e sfide per il settore vinicolo italiano
Unione Italiana Vini (UIV): Fondata nel 1895, l'UIV è la principale associazione di categoria del settore vitivinicolo italiano, rappresentando produttori, esportatori e importatori di vini, acquaviti, liquori, sciroppi e aceti. L'UIV si impegna nella promozione e tutela del vino italiano, sia a livello nazionale che internazionale.
Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV): Il CEEV rappresenta le aziende vinicole dell'industria e del commercio nell'Unione Europea. Con sede a Bruxelles, l'organizzazione riunisce 25 associazioni nazionali provenienti da 13 Stati membri dell'UE, oltre a Svizzera, Regno Unito e Ucraina. Le aziende affiliate al CEEV producono e commercializzano la maggior parte dei vini europei di qualità, coprendo oltre il 90% delle esportazioni di vino dell'UE.
Accordo UE-Mercosur: Firmato nel dicembre 2024 dopo oltre vent'anni di negoziati, l'accordo mira a creare una delle più vaste aree di libero scambio a livello globale, coinvolgendo oltre 700 milioni di consumatori. Prevede la liberalizzazione del 90% delle importazioni di beni industriali europei e del 93% dei prodotti agricoli nei Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) nell'arco di dieci anni. L'accordo include anche clausole per la sostenibilità ambientale e sociale, con riferimenti all'Accordo di Parigi sul clima, e la tutela di circa 350 indicazioni geografiche europee, di cui 58 italiane (31 vini, 26 prodotti agroalimentari e 1 bevanda spiritosa).
Implicazioni per il Settore Vinicolo Italiano
Riduzione dei Dazi: Attualmente, i vini europei destinati al Brasile affrontano dazi all'importazione fino al 27% per i vini fermi e al 35% per gli spumanti. L'accordo prevede l'eliminazione progressiva di questi dazi, rendendo i vini italiani più competitivi in un mercato in crescita come quello brasiliano.Crescita dell'Export: Nel 2023, l'Italia ha esportato circa 10 milioni di litri di vino verso i Paesi del Mercosur, generando un fatturato di 40 milioni di euro. Nei primi otto mesi del 2024, le esportazioni verso il Brasile sono aumentate del 22%, raggiungendo un valore di 26,7 milioni di euro. La riduzione delle barriere commerciali potrebbe ulteriormente ampliare queste cifre, offrendo nuove opportunità ai produttori italiani.Diversificazione dei Mercati: Con il 60% delle esportazioni vinicole italiane concentrate in cinque mercati principali, tra cui gli Stati Uniti, l'apertura verso il Mercosur rappresenta una strategia chiave per diversificare i mercati di sbocco e ridurre la dipendenza da pochi Paesi. Questo è particolarmente rilevante in un contesto di incertezze geopolitiche e potenziali dazi su prodotti europei in mercati tradizionali.
Sfide da Affrontare:
Barriere Non Tariffarie: Oltre ai dazi, le esportazioni verso il Brasile devono affrontare una burocrazia complessa e costi elevati. È essenziale che le aziende italiane trovino partner locali affidabili e comprendano le normative locali per navigare efficacemente nel mercato brasiliano.
Tutela delle Indicazioni Geografiche (IG): Sebbene l'accordo preveda la protezione di numerose IG italiane, alcune denominazioni potrebbero affrontare periodi di transizione o eccezioni. Ad esempio, per il "Prosecco" è previsto un periodo di transizione ("phasing out") di 10 anni in Brasile, durante il quale l'uso del nome sarà gradualmente limitato. Le aziende dovranno monitorare attentamente l'implementazione di queste disposizioni per garantire la protezione dei propri marchi.
In conclusione, l'accordo UE-Mercosur offre al settore vinicolo italiano l'opportunità di espandersi in mercati emergenti e di diversificare le proprie esportazioni. Tuttavia, per sfruttare appieno questi vantaggi, sarà fondamentale affrontare proattivamente le sfide legate alle barriere non tariffarie e alla protezione delle indicazioni geografiche.