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Macron in Groenlandia: un blitz glaciale che scuote l’alleanza Atlantica

- di: Marta Giannoni
 
Macron in Groenlandia: un blitz glaciale che scuote l’alleanza Atlantica
Tra ghiacciai e diplomazia ghiacciata, Parigi lancia un segnale forte a Trump e respinge Putin mediatore.
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Un gesto strategico con il sapore dell’Europa
Emmanuel Macron (foto) ha colto di sorpresa il panorama diplomatico transatlantico atterrando in Groenlandia per un blitz che sa di sfida. È il primo capo di Stato straniero a farlo dopo i tentativi americani di “comprare” l’isola: gesto voluto, repentino e studiato per fortificare la presenza europea nell’Artico .
Sul suolo di Nuuk – accolto dalla premier danese Frederiksen e dal primo ministro della Groenlandia Nielsen – il presidente francese ha tuonato: “La Groenlandia non è in vendita, né da vendere o da conquistare”. Un messaggio chiaro, diretto a Washington, che ha richiamato l’attenzione non solo sul territorio, ma su un’Alleanza Nord-Atlantica messa alla prova.
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Gelo politico sull’Atlantico Nord
L’azione si inserisce nel quadro di un G7 molto teso, che si apre tra Canada e Stati Uniti oggi, 16 giugno 2025. Macron ha accompagnato la rivendicazione dell’integrità territoriale groenlandese con l’offerta di esercitazioni militari congiunte e partenariati europei per le materie prime strategiche dell’Artico. Una contromossa netta rispetto all’ipotesi, mai tramontata, di un “acquisto” americano.
In Danimarca, Frederiksen ha commentato con favore, sottolineando come l’Europa abbia “un amico di peso” a difesa dell’isola contro ogni “ambizione predatoria”.
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Clima, economia e sovranità: i punti del blitz
Il programma di Macron includeva tappe simboliche: una centrale idroelettrica e un ghiacciaio soggetto allo scioglimento accelerato. Servivano non solo per denunciare l’emergenza climatica, ma anche per rilanciare il modello europeo di sviluppo economico sostenibile, investendo sulle risorse locali, dalle terre rare all’energia pulita.
Il legame tra Francia, UE e Groenlandia ha trovato conferma nell’accordo di cooperazione firmato due anni prima per materie prime sostenibili. Macron ha ribadito che tutela ambientale e sviluppo economico devono procedere insieme, anche per proteggere i groenlandesi da possibili pressioni esterne.
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Putin non può mediare: parola del presidente
Durante la conferenza stampa a tre (con Frederiksen e Nielsen), Macron ha aggiunto un altro capitolo politico: Putin non può essere mediatore nel conflitto tra Israele e Iran. Una risposta netta alla proposta avanzata da Trump, che avrebbe suggerito di coinvolgere Mosca come tramite, malgrado l’Ucraina continui a essere teatro del conflitto russo ed Europa sollevi dubbi sulla neutralità di Putin .
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Un G7 incandescente sull’Iran e Israele
Il summit di Kananaskis sarà dominato dalle tensioni in Medio Oriente: negli stessi giorni, il conflitto Israele–Iran si è aggravato con attacchi reciproci che hanno provocato centinaia di vittime e preoccupazioni globali. Macron, in Groenlandia, ha sollecitato calma e diplomatico ritorno al tavolo negoziale, auspicando una de-escalation imminente.
Tuttavia, il clima è incandescente: l’Unione Europea e il G7 intendono chiedere a Trump un “piano concreto” per la gestione del conflitto, visto il rischio che un summit locato come Kananaskis diventi più un G6 contro gli Stati Uniti.
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L’Europa che si fa protagonista
Con questa mossa Macron si propone da protagonista geopolitico europeo: mentre in patria è percepito come “animale da palcoscenico”, forse su via d’uscita (poll Ipsos, solo il 21 % lo apprezza) , sullo scacchiere internazionale dimostra lungimiranza e determinazione.
Lo ha confermato anche il ministro Jean-Noël Barrot su RTL, definendo la Groenlandia “territorio europeo” e rilanciando l’idea di un’Europa coesa nei suoi spazi marittimi e artici.
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Implicazioni future
Il blitz francese in Groenlandia non è solo simbolico, ma strategico: punta a consolidare una visione europea dell’Artico, dove clima e suolo diventano materia di diplomazia e alleanza. Al G7, i nodi su Iran, Israele e Russia faranno da contrappunto a una questione artica finora ignorata.
E se, come molti analisti suggeriscono, l’obiettivo è prevenire una vendita spirituale della sovranità, è forse la conferma che l’Europa intende rendere strutturali le sue linee di difesa e cooperazione, almeno fino all’ultimo iceberg.

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