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Auto aziendali, giungla fiscale senza fine: deduzioni incerte, costi in crescita e imprese nel caos

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Auto aziendali, giungla fiscale senza fine: deduzioni incerte, costi in crescita e imprese nel caos

Il fisco italiano continua a trattare le auto aziendali come una fonte di gettito e non come uno strumento di lavoro. La disciplina fiscale su deducibilità dei costi, detraibilità dell’Iva e fringe benefit è in continua evoluzione, rendendo difficile per le imprese pianificare con chiarezza le proprie strategie. Le regole cambiano spesso, anche con effetto retroattivo, e ogni aggiornamento rischia di trasformarsi in un aggravio. In mancanza di una linea stabile e prevedibile, le aziende si ritrovano in un limbo normativo che scoraggia gli investimenti e complica la gestione delle flotte.

Auto aziendali, giungla fiscale senza fine: deduzioni incerte, costi in crescita e imprese nel caos

Uno dei punti più critici resta la tassazione sull’auto concessa al dipendente in uso promiscuo. Le soglie cambiano, i parametri si aggiornano, e il risultato è che il valore tassato come beneficio rischia di superare il vantaggio reale. Il fringe benefit diventa così un paradosso fiscale: da incentivo alla mobilità a penalizzazione economica. L’effetto si ripercuote direttamente sul costo del lavoro e alimenta una sfiducia generalizzata nel sistema.

Deducibilità ridotta, imprese sotto pressione
Sotto il profilo aziendale, il vero nodo resta quello della deducibilità. Le percentuali sono spesso inferiori rispetto ad altri paesi europei e la complessità della normativa porta molte imprese a scelte conservative: leasing, noleggi, rinvii degli acquisti. Tutto a scapito dell’efficienza e dell’innovazione. Anche per quanto riguarda le auto elettriche o ibride, la leva fiscale è poco efficace. Il sistema attuale non premia davvero chi investe in soluzioni sostenibili, ma si limita a rincorrere le emergenze contabili del bilancio pubblico.

Serve una riforma con orizzonte lungo
Il problema non è solo tecnico. È politico. Finché il trattamento fiscale delle auto aziendali sarà ostaggio di emendamenti last minute e correzioni annuali, non ci sarà certezza per chi investe. Servirebbe un quadro stabile, con norme chiare e durature. Invece, da anni, si procede a colpi di interventi parziali, alimentando la sensazione di un fisco nemico più che alleato delle imprese. Una riforma strutturale non può più essere rinviata. Non per aiutare le auto, ma per ridare credibilità al sistema fiscale.

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