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Bruxelles valuta una nuova tassa sul carbonio, nel mirino riscaldamento e carburanti

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Bruxelles valuta una nuova tassa sul carbonio, nel mirino riscaldamento e carburanti

La Commissione europea sta studiando l’introduzione di una tassa sul carbonio applicata al riscaldamento domestico e ai carburanti per automobili. Secondo un’anticipazione del Financial Times, il provvedimento rientrerebbe in un pacchetto più ampio volto a finanziare il prossimo bilancio pluriennale dell’Unione, che entrerà in vigore nel 2027.

Bruxelles valuta una nuova tassa sul carbonio, nel mirino riscaldamento e carburanti

L’idea è quella di estendere il sistema ETS (Emission Trading System) anche ai settori finora esclusi, come le caldaie domestiche e i piccoli impianti industriali, con l’obiettivo di colpire l’inquinamento laddove è più diffuso ma anche più invisibile.

Un prelievo che pesa sui cittadini
Se adottata, la misura avrebbe un impatto diretto e visibile sui consumatori europei. Aumenterebbero i costi per il riscaldamento invernale, soprattutto nelle abitazioni non isolate, e crescerebbero i prezzi dei carburanti alla pompa. La proposta nasce da esigenze di cassa: Bruxelles cerca nuove entrate per sostenere le politiche comuni, a partire dalla transizione ecologica e digitale. Ma il prezzo politico di una simile iniziativa rischia di essere elevatissimo, soprattutto in un’Europa scossa dall’inflazione, dalle guerre ai confini e dal malcontento sociale.

Crescono le opposizioni interne
La proposta, seppure in fase di studio, ha già sollevato un’ondata di critiche. All’interno della stessa Commissione ci sarebbero voci discordanti: alcuni commissari temono di alimentare il dissenso nei Paesi dell’Est e del Sud, dove il costo della vita è già molto più basso rispetto alla media europea. Anche diversi Stati membri, secondo il Financial Times, starebbero esercitando pressioni per bloccare o rimodulare la misura. In particolare, Francia, Spagna, Grecia e Polonia si mostrerebbero scettiche sull’idea di far pagare la transizione ai cittadini, piuttosto che alle grandi imprese inquinanti.

Il dilemma tra ambiente e consenso
La questione riapre un vecchio dilemma dell’Unione: come conciliare le politiche ambientali con la necessità di mantenere il consenso popolare. I cittadini europei sono sempre più sensibili ai temi della sostenibilità, ma resistono all’idea di pagare il prezzo della decarbonizzazione in bolletta e al distributore. Già in passato, provvedimenti simili hanno scatenato proteste violente: basti pensare al movimento dei Gilet Gialli in Francia, nato proprio per contestare un aumento delle accise sui carburanti a fini ecologici. A Bruxelles cresce la consapevolezza che un passo falso potrebbe alimentare nuove ondate populiste.

Un test per la nuova leadership europea
Il dibattito sulla tassa coincide con una fase delicata della vita politica europea: il rinnovo delle cariche istituzionali, la formazione della nuova Commissione e il negoziato sul bilancio pluriennale 2027-2034. La misura proposta diventa così anche un banco di prova per i nuovi equilibri emersi dalle urne, con un Parlamento europeo più frammentato e una crescente pressione da parte di movimenti euroscettici. L’introduzione di una tassa regressiva rischia di diventare un boomerang politico, rallentando i piani della Green Deal e mettendo a rischio l’intero impianto delle politiche ambientali dell’Unione.

Equità e gradualità in discussione

Tra le ipotesi al vaglio, ci sarebbe quella di affiancare alla nuova tassa meccanismi di compensazione sociale, come sussidi o rimborsi per le famiglie a basso reddito. Ma anche questa soluzione non convince tutti. Alcuni esperti ritengono che l’imposizione debba prima colpire le grandi flotte aziendali e le industrie ad alta intensità energetica, rinviando l’estensione ai consumatori privati. L’orientamento finale dipenderà dall’esito dei negoziati sul bilancio, dalle pressioni dei governi e dal contesto economico nei prossimi due anni. Il rischio che si profila è di accentuare la frattura tra istituzioni europee e cittadini.

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