La morte di Papa Francesco ha toccato profondamente anche il mondo del calcio e dello sport in generale. La Lega Serie A ha deciso di rinviare a domani quattro partite in programma, mentre sono state sospese tutte le attività agonistiche per la giornata, dai campionati minori agli eventi giovanili. È un gesto simbolico e carico di significato, che rende omaggio a un pontefice che ha sempre mostrato affetto sincero per il mondo sportivo, vissuto come strumento educativo e sociale. Francesco era un tifoso dichiarato del San Lorenzo de Almagro, storica squadra di Buenos Aires, e in ogni occasione pubblica aveva ricordato il suo legame con lo sport come palestra di vita.
Il calcio si ferma per Francesco, tifoso tra i tifosi e amico dello sport
Nel suo pontificato, Bergoglio ha parlato spesso dello sport come linguaggio universale, capace di superare barriere, unire popoli e generazioni, educare alla lealtà e al sacrificio. Per lui, il campo da gioco era uno spazio di incontro e crescita personale, non solo competizione. Ha ricevuto in Vaticano atleti di tutto il mondo, campioni olimpici, dirigenti e semplici appassionati, lanciando appelli per un’attività sportiva pulita, inclusiva, accessibile anche ai più poveri. “Un calcio che non sia business ma gioia condivisa”, diceva, criticando la mercificazione dello sport e sostenendo i valori dell’impegno e della solidarietà.
Il ricordo di campioni e artisti, l’omaggio degli stadi
Dai campi europei a quelli sudamericani, il cordoglio per la morte di Francesco ha attraversato ogni frontiera. Lionel Messi ha pubblicato una foto con il Papa accompagnata da un semplice cuore. Anche Cristiano Ronaldo, Paolo Maldini, Javier Zanetti e Francesco Totti hanno affidato ai social un ricordo personale, ricordando incontri in Vaticano o parole che li avevano colpiti. Il mondo dello spettacolo non è rimasto indifferente: attori, cantanti e scrittori hanno salutato il Pontefice come “un uomo buono che ci ha parlato con semplicità”. Nei prossimi giorni, è previsto un minuto di silenzio in tutti gli stadi italiani e sudamericani prima del fischio d’inizio.
Una fede in movimento, tra i giovani e le periferie
Per Francesco, lo sport era anche una chiave per avvicinare i giovani. Durante le Giornate Mondiali della Gioventù e i suoi viaggi apostolici, il Papa aveva spesso inserito eventi sportivi nei programmi, parlando il linguaggio della strada e della passione popolare. Il suo modo di raccontare la fede passava anche da una metafora calcistica, dalla “squadra della vita” al “portare la palla dell’amore oltre le linee dell’odio”. In questo, era riuscito a costruire un ponte tra sacro e profano, tra Chiesa e mondo. Oggi, nel giorno del lutto, anche i cori delle curve si fermano. Il pallone tace per rispetto di un Papa che tifava, sì, ma sempre dalla parte degli ultimi.