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Sempre più famiglie si rivolgono alla Caritas, cresce la povertà cronica

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Sempre più famiglie si rivolgono alla Caritas, cresce la povertà cronica

Nel 2024, la Caritas italiana ha registrato un ulteriore aumento delle famiglie assistite, un dato che fotografa un’Italia sempre più divisa, in cui il disagio economico si consolida e diventa strutturale. Secondo quanto riportato nel nuovo rapporto diffuso dalla rete Caritas, i Centri di Ascolto e i servizi connessi hanno accolto nell’anno in corso 277.775 persone, equivalenti ad altrettanti nuclei familiari. L’incremento è del 3% rispetto al 2023, ma diventa impressionante se confrontato con il 2014: +62,6% in dieci anni.

Sempre più famiglie si rivolgono alla Caritas, cresce la povertà cronica

Il dato più allarmante riguarda però la natura del disagio. Se in passato il ricorso alla Caritas era spesso episodico o legato a crisi temporanee, oggi si registra un aumento significativo della povertà definita “stabile e prolungata”. Oltre un assistito su quattro, il 26,7%, vive in una condizione di cronico bisogno materiale, con poche o nessuna possibilità di uscita autonoma da quella situazione.

Cala l’incidenza dei nuovi assistiti, crescono i poveri di lunga durata

Un altro elemento che colpisce è il calo dell’incidenza dei “nuovi ascolti”, ovvero delle persone che si rivolgono per la prima volta alla Caritas. Nel 2024 rappresentano il 37,7% del totale, in calo rispetto al 41% del 2023. Questo dato, letto insieme all’aumento delle situazioni di povertà cronica o intermittente, suggerisce che molte delle persone che si erano già rivolte in passato all’organizzazione non hanno migliorato la propria condizione. La povertà si consolida, diventa parte del quotidiano, e la rete di assistenza si trasforma da strumento temporaneo a sostegno continuativo.

L’aumento delle richieste di aiuto riguarda tutte le regioni, con picchi più marcati nelle aree urbane metropolitane e nei contesti periferici, dove i servizi sociali pubblici sono spesso meno presenti o meno efficaci. La Caritas, attraverso la sua rete di diocesi e parrocchie, continua a svolgere un ruolo sussidiario decisivo, offrendo ascolto, beni materiali e orientamento.

I nuovi volti della povertà: lavoratori precari, genitori soli, giovani adulti


L’analisi sociologica contenuta nel rapporto offre una fotografia in mutamento della povertà italiana. Sempre più spesso a chiedere aiuto sono persone con un lavoro, ma precario e sottopagato. Tra gli assistiti aumentano le famiglie monogenitoriali, in particolare quelle con donne sole con figli a carico, e si rileva un costante incremento tra i giovani adulti sotto i 35 anni, segnati dall’instabilità economica e abitativa.

La povertà non è più una condizione marginale riservata agli “ultimi”, ma si insinua in ampie fasce di popolazione che vivono appena sopra la soglia dell’autosufficienza. L’aumento del costo della vita, l’erosione dei salari reali, la precarizzazione del lavoro e la scarsità di alloggi accessibili sono fattori che contribuiscono a spingere sempre più persone verso la richiesta di aiuto.

L’azione della Caritas e il ruolo del volontariato

Di fronte a un disagio sempre più complesso e diffuso, la Caritas ha rafforzato la propria capacità d’intervento anche grazie all’impegno di migliaia di volontari. I Centri di Ascolto restano il fulcro dell’azione, offrendo non solo beni materiali ma soprattutto accompagnamento e percorsi di uscita dalla marginalità. Tuttavia, gli operatori segnalano come i percorsi individuali si facciano più difficili: servono più tempo, più risorse e una maggiore integrazione con i servizi pubblici per rispondere in modo efficace a bisogni sempre più articolati.

Molte delle situazioni seguite riguardano persone che hanno bisogno di supporto nella gestione delle relazioni familiari, nella tutela legale, nella ricerca di una casa o nella mediazione culturale. La figura del volontario si è evoluta, diventando sempre più simile a quella di un mediatore sociale, spesso chiamato a districarsi tra burocrazia, assistenza psicologica e orientamento al lavoro.

Un’Italia che cambia e un sistema di welfare sotto pressione

Il rapporto Caritas offre anche uno spunto per riflettere sullo stato del welfare italiano. L’aumento delle situazioni di povertà stabile e il minor numero di “nuovi ingressi” suggeriscono che il sistema di protezione sociale fatica ad assolvere pienamente al proprio compito. I servizi comunali sono spesso sottofinanziati e il Reddito di cittadinanza, sostituito nel 2024 dall’Assegno di inclusione e dal Supporto per la formazione e il lavoro, non sembra ancora in grado di garantire una copertura omogenea e tempestiva dei bisogni.

Le richieste della Caritas al governo e agli enti locali sono chiare: rafforzare la rete di protezione pubblica, garantire accesso ai servizi essenziali per tutti, combattere la povertà abitativa e investire nell’inclusione sociale. Il rischio, altrimenti, è che si crei una fascia sempre più ampia di persone che vive in condizioni di esclusione permanente, con impatti pesanti anche sul tessuto democratico e sulla coesione sociale.

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