Si è aperto ufficialmente il Conclave per l’elezione del nuovo Pontefice. I cardinali, sia elettori che non elettori, sono riuniti da questa mattina nella Basilica di San Pietro per la celebrazione della Messa “Pro eligendo Romano Pontifice”, concelebrata dai cardinali elettori e presieduta dal decano del Collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re. In un’omelia breve ma densa di riferimenti alla missione della Chiesa universale, Re ha ricordato che “fra i compiti di ogni successore di Pietro vi è quello di far crescere la comunione fra le persone, i popoli e le culture”, tracciando così una linea guida per ciò che verrà discusso – e votato – nei prossimi giorni a porte chiuse nella Cappella Sistina.
Conclave al via: cardinali in Sistina, attesa la prima fumata
Secondo il cerimoniale consolidato, nel pomeriggio – a partire dalle ore 16.30 – inizierà la processione dei cardinali elettori dalla cappella Paolina alla Sistina. È qui che si consumerà il rito laico della segregazione, l’“extra omnes”, con la chiusura delle porte e l’allontanamento di chiunque non abbia diritto a restare. Da quel momento i porporati potranno procedere alla prima votazione, che si svolgerà nella più totale riservatezza. La fumata, attesissima dai fedeli e dai cronisti raccolti in piazza San Pietro, è prevista per le ore 19: si tratterà con ogni probabilità di una fumata nera, come spesso accade nella prima giornata, ma in Vaticano nulla è mai scontato.
I nomi che circolano e i temi del dibattito
Le congregazioni generali dei giorni scorsi hanno mostrato una Chiesa divisa su molte questioni, ma unita dal bisogno di una guida forte e autorevole. I temi emersi sono quelli noti: l’unità del Collegio, le ferite provocate dagli scandali degli abusi, la necessità di risposte pastorali più incisive, e il ruolo geopolitico della Santa Sede in un mondo attraversato da conflitti e instabilità. Il nuovo Pontefice sarà chiamato a interpretare un equilibrio difficile tra tradizione e innovazione, autorità e misericordia, silenzio e parola pubblica. Tra i papabili, restano al centro dell’attenzione i cardinali di lingua spagnola e portoghese, oltre ad alcune figure asiatiche considerate emergenti per il peso crescente delle chiese locali del sud del mondo.
Piazza San Pietro osserva e prega
Mentre all’interno delle mura vaticane si svolgono le operazioni più riservate della Chiesa cattolica, piazza San Pietro resta il termometro visibile di questa attesa. Pellegrini, giornalisti, famiglie e curiosi si affollano ai piedi del colonnato berniniano, in attesa di un segnale dal camino della Sistina. Le telecamere sono puntate, i cronisti scrutano ogni movimento, mentre dai megafoni della gendarmeria vaticana risuonano messaggi di ordine e sicurezza. Non è solo una questione religiosa: l’elezione del Papa resta, a tutti gli effetti, un evento politico e culturale globale, in grado di influenzare rapporti diplomatici, agende umanitarie e perfino tensioni sociali.
Un Conclave breve o lungo? Tutto dipende dai voti
I vaticanisti si dividono: per alcuni il Conclave sarà breve, perché maturato da un lungo confronto nei mesi precedenti. Per altri sarà più lungo, data la difficoltà di trovare una figura capace di raccogliere consenso ampio in un Collegio che si è nel tempo frammentato per provenienza e sensibilità. I numeri restano fermi: servono almeno due terzi dei voti degli elettori presenti per arrivare all’elezione. La geografia dei consensi, tuttavia, si muove lentamente. E ogni scrutinio rappresenta un passo verso la costruzione di un profilo compatibile con le attese della Chiesa e del mondo.