Il racconto in immagini del “visionario garbato” e il link al trailer ufficiale che porta Solomeo sul grande schermo. Cinema, industria della moda, racconto d’impresa · Uscita evento nelle sale italiane: 9, 10 e 11 dicembre 2025.
(Foto: un frame del docu-film di Giuseppe Tornatore su Brunello Cucinelli. Musiche di Nicola Piovani).
La vera novità per il pubblico è qui: è disponibile online il trailer ufficiale del film su Brunello Cucinelli, un assaggio di quello che si vedrà al cinema.
Guarda il trailer: link al trailer del film su Brunello Cucinelli
Il video condensa in pochi minuti l’idea di un imprenditore che mette sul tavolo, come in una mano di carte, infanzia contadina, filosofia, impresa e una certa ironia tutta umbra.
Da “non l’ho fatto per la gloria” al “questo è il mio testimone”
Brunello Cucinelli, re del cashmere e teorico di un capitalismo umanistico che coniuga profitti e dignità del lavoro, ha accettato una sfida insolita: diventare protagonista di un film sulla propria vita mentre è pienamente in attività. Non un monumento postumo, ma un gesto dichiarato: “voglio lasciare una testimonianza, non un’autocelebrazione”, ha spiegato in più occasioni, definendo il film una sorta di lascito ideale alle generazioni future.
A raccogliere la sfida è stato Giuseppe Tornatore, premio Oscar per “Nuovo Cinema Paradiso”, che con “Brunello, il visionario garbato” costruisce un racconto ibrido: né documentario classico, né fiction tradizionale, né semplice film-azienda, ma un oggetto narrativo che si diverte a tenere insieme tutto questo.
Un docu-film come una partita a carte con il destino
Il punto di partenza dell’idea è dichiaratamente simbolico: Tornatore immagina una partita a carte fra Cucinelli e un misterioso avversario, una sorta di alter ego che rappresenta il caso, la storia, la vita stessa. Ogni “mano” è l’occasione per aprire un capitolo: l’infanzia in campagna, il trasferimento in fabbrica, l’umiliazione del padre operaio, l’intuizione del cashmere colorato, la nascita dell’azienda, la rinascita del borgo di Solomeo.
Su questa struttura allegorica si innestano tre filoni: le sequenze di fiction con Saul Nanni nei panni del giovane Brunello, le interviste ai familiari, ai collaboratori e agli amici, e un vasto uso di materiali d’archivio, filmini privati e immagini di repertorio. Il risultato è un film che procede a salti, per quadri, restituendo più un carattere che una cronologia pedante.
Infanzia, fabbrica e la ferita che genera un’idea
Il film torna più volte al nucleo originario del pensiero di Cucinelli: la scena, da bambino, in cui vede il padre rientrare dalla fabbrica profondamente umiliato. Da lì nasce la decisione, raccontata spesso dall’imprenditore, di immaginare un tipo di impresa in cui la dignità morale ed economica delle persone fosse irrinunciabile.
La regia insiste sui luoghi: il casolare di campagna, i campi umidi d’Umbria, i primi lavori, le serate fatte di carte, scherzi, processioni paesane in cui un giovanissimo Brunello interpreta perfino Gesù sulla croce. Sono frammenti di un’Italia povera ma non misera, in cui lavoro, fede, gioco e fatica si mescolano senza cesure. Su questo sfondo l’ossessione per il rispetto, per il tempo umano, per la misura trova un contesto credibile.
Solomeo, laboratorio vivente del capitalismo umanistico
Cuore geografico e simbolico del film è Solomeo, il borgo medievale alle porte di Perugia che Cucinelli ha progressivamente acquistato, restaurato e trasformato in quartier generale dell’azienda e città-manifesto della sua filosofia. Fabbriche non nuove ma recuperate, capannoni demoliti per restituire spazio a vigne, uliveti e parchi, teatri e biblioteche affiancati ai laboratori di maglieria: il film mostra Solomeo come un organismo unico, in cui produzione e bellezza sono due lati della stessa medaglia.
A scandire le immagini ci sono le parole che da anni Cucinelli ripete nei suoi interventi pubblici: “capitalismo umanistico” e “umana sostenibilità”, concetti che sulle sue piattaforme ufficiali vengono descritti come un modello capace di tenere insieme profitto, tutela del creato, crescita culturale e attenzione all’anima delle persone, non solo ai loro ruoli aziendali.
La musica di Piovani e il passo poetico del racconto
Ad accompagnare questo viaggio c’è la colonna sonora di Nicola Piovani, altro premio Oscar, che ha definito il film un dialogo fra un “regista-poeta” e un “imprenditore-poeta”. La musica sottolinea la dimensione quasi fiabesca di alcuni passaggi — l’arrivo a Solomeo, l’apertura del teatro, i paesaggi invernali — e al tempo stesso dona gravità ai momenti più duri: la fabbrica, le scelte rischiose, la responsabilità verso i lavoratori.
Cinecittà, Teatro 22 e una première da grande romanzo italiano
La prima mondiale del film è stata organizzata il 4 dicembre 2025 a Cinecittà, nel nuovissimo Teatro 22, lo studio di posa più grande e tecnologico degli stabilimenti romani. L’evento ha avuto un valore doppio: inaugurare lo spazio e celebrare il racconto cinematografico di una storia tutta italiana.
Sul white carpet allestito per l’occasione sono passati imprenditori, intellettuali, attori, protagonisti della moda e della politica. Tra gli ospiti, le cronache hanno segnalato la presenza della premier Giorgia Meloni, dell’ex presidente del Consiglio Mario Draghi — che volle Cucinelli al G20 di Roma per parlare di capitalismo umanistico — e di volti internazionali del cinema e dello showbiz. Una serata che ha messo insieme potere economico, istituzioni, glamour e provincia umbra, senza perdere un certo tono familiare, quasi da festa di paese improvvisamente proiettata su scala globale.
Dopo la proiezione, la cena di gala nella ricostruzione della Roma antica ha chiuso idealmente il cerchio: un imprenditore innamorato dei classici e del Rinascimento celebrato proprio in un set che reinterpreta la grandezza della Capitale.
In sala come evento speciale: tre giorni per conoscere Brunello
Il film arriva nei cinema italiani come evento speciale il 9, 10 e 11 dicembre 2025, distribuito da 01 Distribution, con programmazione in sale selezionate sul territorio nazionale. La durata è intorno all’ora e mezza, in linea con i grandi documentari d’autore recenti, e l’uscita italiana sarà seguita da una distribuzione internazionale con il titolo inglese “Brunello: The Gracious Visionary”.
La formula dell’uscita-evento non è casuale: tre giorni per stuzzicare il pubblico affezionato al marchio, gli spettatori curiosi del cinema di Tornatore e chi è interessato ai nuovi racconti d’impresa, a metà strada fra film d’autore e case study di management.
Il prestigio dell’operazione: due Oscar al servizio di un’idea
Al di là della figura di Cucinelli, il progetto colpisce per il peso specifico degli artisti coinvolti. Giuseppe Tornatore firma soggetto, sceneggiatura e regia; Nicola Piovani compone le musiche originali. Attorno a loro, un’équipe tecnica di prim’ordine, dai direttori della fotografia e del montaggio ai costumisti, fino agli artigiani del trucco, delle acconciature e della post-produzione digitale.
Non è frequente che due premi Oscar prestino il proprio talento a un’opera così direttamente intrecciata alla storia di un’azienda. Il fatto che accada racconta molto del posizionamento di Cucinelli nel panorama internazionale: non solo stilista, non solo imprenditore, ma personaggio-simbolo di un certo modo di pensare l’impresa e il Paese.
Un coro di voci: famiglia, collaboratori e amici nel film
Il racconto non è mai solo in prima persona. Accanto a Cucinelli intervengono la moglie Federica, le figlie Camilla e Carolina, collaboratori di lunga data, artigiani, dirigenti, amici. A queste voci si aggiungono figure del mondo della finanza, della cultura, della tecnologia e dei media che in questi anni hanno incrociato il percorso dell’imprenditore umbro.
Il risultato è un vero e proprio corale di testimonianze che tenta di guardare alla sua parabola da più angolazioni: l’uomo che ama le carte e le citazioni dei filosofi greci, il capo d’azienda che ragiona di margini ma anche di parchi pubblici, il mecenate che finanzia restauri e biblioteche, il comunicatore capace di incantare platee internazionali citando Marco Aurelio.
Il Cucinelli pensatore: filosofia, misura e senso del limite
Il film insiste più volte su quella che è, da anni, la cifra pubblica di Cucinelli: il desiderio di riportare la filosofia dentro la vita quotidiana dell’impresa. Gli antichi greci, i classici latini, il Rinascimento, i grandi pensatori moderni: nomi e idee tornano nei dialoghi, nelle conferenze e nelle passeggiate tra gli scaffali di libri che riempiono i suoi spazi di lavoro.
Nel concept aziendale ufficiale, il suo capitalismo umanistico viene descritto come una forma di economia in cui il profitto è “giusto” solo se non distrugge la terra, non logora le persone, non svuota di senso il tempo. Il film traduce questa visione in immagini: mani che cuciono, colline coltivate, operai che escono dalle fabbriche alla luce del tardo pomeriggio, sale riunioni che assomigliano più a biblioteche che a uffici.
Un film anche per chi non veste cashmere
Si potrebbe pensare che “Brunello, il visionario garbato” sia un’operazione per addetti ai lavori o per clienti di lungo corso del brand. In realtà, la scelta di Tornatore punta più in alto: usare la storia di un imprenditore come lente per osservare l’Italia degli ultimi decenni, dalla campagna povera ma solidale del dopoguerra al capitalismo globale iperconnesso, passando per la deindustrializzazione, il ritorno alla terra, la nuova centralità della sostenibilità.
In questo senso il film parla anche a chi non possiede un capo di cashmere e magari non lo avrà mai. Interroga il nostro rapporto con il lavoro, con il successo, con il territorio. E suggerisce che una certa idea di bellezza — nelle cose, nelle città, nei processi — non è un vezzo di lusso, ma un ingrediente politico dell’impresa del futuro.
Perché partire dal trailer è già significativo
La disponibilità del trailer online non è un dettaglio marginale. È il modo più diretto per far uscire il progetto dalla cerchia degli invitati alle première e delle newsletter aziendali, portandolo nella timeline quotidiana del pubblico, fra un video e l’altro.
In pochi minuti il trailer mette in fila immagini di Solomeo, inquadrature eleganti delle collezioni, primi piani dell’imprenditore che riflette sul tempo e sul destino, stralci di interviste e scorci della serata di Cinecittà. È un invito esplicito: non limitarsi a consumare il marchio, ma ascoltare la storia che prova a sorreggerlo.
DA SALVARE NEI PREFERITI
Per chi segue la moda, il cinema d’autore o i nuovi racconti d’impresa, questo è il link del trailer:
guarda il trailer ufficiale del film su Brunello Cucinelli
È il modo più semplice per entrare, in anticipo, nella partita a carte fra Brunello e il suo destino che Tornatore ha deciso di filmare.
In sintesi
Un imprenditore che gioca a scopa e briscola ma non crede alla fortuna, un regista che ha raccontato come pochi il rapporto fra memoria e immagini, un villaggio umbro trasformato in laboratorio vivente di capitalismo umanistico: “Brunello, il visionario garbato” è l’incrocio netto di queste tre linee.
Il trailer ora disponibile online rende questa storia accessibile ben oltre il pubblico che frequenta le sfilate e i red carpet. E ricorda, molto concretamente, che dietro un marchio di lusso può esserci — nel bene e nel limite — il tentativo di ripensare il modo in cui viviamo, lavoriamo, costruiamo comunità.
Che lo si condivida o no, è un racconto che merita di essere visto, discusso, magari criticato. Ma certamente non ignorato.