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Confesercenti sui dati Istat: "La pandemia spazza via gli autonomi: -345.000"

- di: Giuseppe Castellini
 
Confesercenti sui dati Istat: 'La pandemia spazza via gli autonomi: -345.000'
“La pandemia spazza via il lavoro autonomo: nonostante la lieve ripresa congiunturale dell’occupazione, come segnala l’Istat, il dato complessivo da inizio pandemia è molto preoccupante: circa 900mila posti di lavoro perduti, in particolare dai contratti a termine e dagli indipendenti. Questi ultimi segnano una caduta del 6,6%, pari a 345mila unità, rispetto a febbraio 2020: il dato più elevato in percentuale”.

È il commento di Confesercenti ai dati Istat usciti oggi su andamento del Pil e del mercato del lavoro.
“La ripresa” – evidenzia Confesercenti – purtroppo è ancora lontana e le imprese non ce la fanno più, le risposte finora ricevute sono state insufficienti. Lo ribadiamo, senza una decisa inversione di tendenza, nel 2021 sono a rischio chiusura altre 450mila imprese, di cui 250mila nel commercio, turismo e servizi”. Per Confesercenti ora serve un vero cambio di passo: “È fondamentale accelerare e dare concretezza al decreto imprese e al DL Sostegni Bis, di cui si sono perse le tracce. Fino ad oggi le imprese hanno vissuto nell’incertezza, ora bisogna metterle in sicurezza”.

Sui dati Istat interviene anche Confcommercio: “Il quadro che emerge dai dati diffusi oggi” – afferma l’Ufficio studi di Confcommercio - è ancora molto complesso, e delinea un’economia in sofferenza in un contesto europeo che, seppure variegato, evidenzia elementi di non minore criticità, contribuendo alla debolezza della nostra economia, a cui viene a mancare anche una frazione rilevante di domanda estera”.
Di conseguenza, aggiunge l’Ufficio Studi, “per una vera ripresa e per il raggiungimento degli obiettivi di crescita indicati nei documenti programmatici, è decisivo il buon successo del piano vaccinale cui si accompagni una strategia di riapertura chiara e, possibilmente, in accelerazione. Solo in questo caso sarà possibile salvare il terziario di mercato e, in particolare, la filiera turistica, rilanciando la relativa domanda di lavoro”.
Proprio l’occupazione, evidenzia ancora l’Ufficio studi Confcommercio, nonostante i timidi segnali di recupero di marzo, segnala nel confronto annuo una riduzione di 565mila unità (212mila per gli indipendenti). “Il fatto che sotto il profilo congiunturale si osservi qualche crescita nell’area del lavoro autonomo e a termine testimonia il permanere di grande incertezza sulle prospettive future delle imprese”.
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