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Consob, Savona contro l'inflazione: "Mette a rischio la democrazia"

- di: Redazione
 
Consob, Savona contro l'inflazione: 'Mette a rischio la democrazia'
L'inflazione come pericolo non tanto e non solo per la tasche degli italiani, quanto come possibile minaccia per la democrazia. Sono dure, nella loro chiarezza, le parole che Paolo Savona, presidente della Consob, ha pronunciato in occasione della relazione annuale della Commissione che vigila su società e Borsa, dove ha parlato anche di debito e moneta digitale.
Per sottolineare i pericoli, attuali e potenziali dell'inflazione, Savona ha attinto a piene mani alla mitologia, paragonando la parabola ascendente del costo della vita all'idra, che aveva molte teste e che poteva essere sconfitta solo cauterizzando quelle che venivano mozzate. ''Se crescono i prezzi al consumo e si sterilizza l’eccesso di moneta, non si può impedire che l’aumento si trasferisca ai salari; se si riesce a calmierare il costo del lavoro, ma crescono i prezzi delle materie prime, l’idra non cessa di operare. La politica non dispone di un Eracle, il gigante mitologico che affrontò l'idra, né di uno Iolao, che cauterizzava con il fuoco le teste tagliate per impedire che ricrescessero''.

Consob, Savona contro l'inflazione: "Mette a rischio la democrazia"

Ma sconfiggere questo nemico ''senza creare depressione e squilibri sociali, è compito assai arduo, che richiede un forte impegno politico nello scegliere un livello accettabile di equità distributiva, che trovi consenso nei cittadini e possa continuare a poggiare sulla capacità del mondo produttivo".
"La storia - ha aggiunto Savona, per quello che è sembrato un ammonimento - insegna che un'elevata inflazione crea i presupposti anche per una deformazione della democrazia e l'emersione di forme di violenza sociale, che danneggerebbero tutti''.

Il presidente della Consob ha espresso la sua contrarietà alla riduzione del debito pubblico, spiegando che la ragione dello spread dei Btp è da ricercare "nell'elevatezza del nostro debito di Stato", agendo su di essa anche "l'assenza di un meccanismo di sostegno di ultima istanza caratterizzato da certezza degli interventi per contrastare gli attacchi speculativi". Davanti ad uno scenario come questo, per Savona non bisogna cadere nell'errore di ''perseguire una riduzione del debito pubblico'', cosa che avrebbe effetti certamente deflazionistici. A suo avviso ''è importante e urgente un rapido ritorno a un avanzo primario del bilancio statale, accompagnato da un andamento del nuovo indebitamento proporzionato all'andamento della crescita del pil e del risparmio privato che lo deve accogliere".

Savona si è quindi soffermato sulla necessità di un ''riesame dell’architettura istituzionale entro cui moneta e finanza si devono muovere, per realizzare l’obiettivo comune di un uso del risparmio finalizzato alla crescita reale''. Crescita reale che, ha spiegato, ''è necessaria per affrontare il futuro del Paese nel contesto dell’invecchiamento della popolazione e del sostegno ai programmi di ciclo vitale dei redditi e dei risparmi individuali e familiari come forma di welfare privato compensativo di quello pubblico, costantemente in affanno''.

La ricetta per ottenere gli obiettivi ''dipende anche dalla decisione di creare un’unica moneta legale di conto e di assolvimento dei debiti 'digitalizzata a registro decentrato'', dalla ''estensione della stessa tecnica contabile agli strumenti finanziari tradizionali e dall’uso regolato dei metodi messi a punto e in continua evoluzione da parte della scienza di trattamento dei dati (le tecniche di Intelligenza Artificiale)".

Dopo avere sottolineato che ''manca una trattazione congiunta degli strumenti usati e delle sottostanti tecnologie contabili a registro decentrato'', Savona ha detto che ''necessitano un chiarimento la 'neutralità tecnologica' dichiarata dei regolamenti decisi e il perché si procede a una regolamentazione separata delle innovazioni tecnologiche. Un contributo alla soluzione congiunta del problema passa dall’applicazione di queste tecniche alla creazione di forme nuove di moneta ufficiale – denominate 'digitali' o CBDC (Central Bank Digital Currency) – che, se opportunamente regolate, consentirebbero di escludere l’uso monetario legale delle cryptocurrency''.

Per il presidente Consob, quindi, ''la conseguenza dell’introduzione e della diffusione di monete ufficiali a registro veramente decentrato, come la blockchain dei bitcoin, sarebbe di demonetizzare i depositi bancari e indirizzare l’operatività delle banche nell’alveo della gestione del risparmio, senza però privarle della possibilità di continuare le loro prestazioni nel sistema dei pagamenti in regime di concorrenza".

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