Consumi, Osservatorio Confimprese-Jakala: a dicembre flessione più lieve rispetto al costante peggioramento degli ultimi 6 mesi

- di: Barbara Leone
 

 

Una lieve flessione del totale mercato sia pure in sostanziale pareggio a -0,3% su dicembre 2022. A registrarlo e l’Osservatorio permanente Confimprese-Jakala sull’andamento dei consumi nel mese di dicembre nel sottolineare che si tratta di un risultato che non altera gli equilibri del mercato, sostenuto in parte anche dagli acquisti natalizi. Se il quadro, dunque, mostra andamenti migliori rispetto ai mesi precedenti, favorito da un’inflazione che nel mese di dicembre è in rallentamento, lo scenario geo-politico è preoccupante. Il blocco dei trasporti nel canale di Suez mette a rischio l’intero sistema economico e avrà ricadute importanti in termini di import anche nel retail, con ritardi nelle consegne delle materie prime e dei prodotti che stanno già impattando sulle dinamiche del punto vendita e dei consumatori. Nei settori merceologici risultano confermati i trend degli ultimi mesi. Preoccupa lo stallo di abbigliamento-accessori in flessione del -1,8%. La ristorazione si mantiene in campo positivo a +2,1% e altro retail in sostanziale pareggio a -0,8%. Quanto ai canali di vendita, a sorpresa la migliore performance arriva dagli outlet con un incremento del +3,9%, seguiti dalle high street a +0,8%. In sostanziale pareggio i restanti canali, a eccezione dei centri commerciali in flessione del -1,3%. Nelle regioni Veneto la migliore a +6%, Basilicata la peggiore a -5%. Nelle città di provincia Grosseto al top della classifica a +9,2%, Sondrio precipita a -9,8%.

Consumi, Osservatorio Confimprese-Jakala: a dicembre flessione più lieve rispetto al costante peggioramento degli ultimi 6 mesi

«Il 2023 chiude in positivo rispetto al 2022 – dichiara Alessandro Olivari, senior partner Jakalagrazie soprattutto alle buone performance dei primi mesi dell’anno, registrando livelli di fatturato del mercato retail in crescita, trainati in particolare dal settore ristorazione +8,4% rispetto al 2022. Bisogna, però, ponderare questi risultati positivi considerando le performance negative del 2022, che registrava un complessivo calo del fatturato del -7,4% rispetto al periodo pre-pandemico. Se guardiamo infatti allo scostamento del 2023 rispetto al 2019 rimaniamo ancora a -3,8%, confermando le difficoltà di ripresa dei consumi dovute alle congiunture macro-economiche che impattano sul potere di acquisto dei consumatori».

I risultati complessivi del 2023 sono frutto del bilanciamento di un inizio positivo nei primi 5 mesi seguiti da chiusura anno in affanno. Il delta tra questi due andamenti porta a una crescita a valore del +3,9% del totale mercato sul 2022, articolata in un lieve positivo di abbigliamento–accessori a +2,1%, una solida performance della ristorazione a +8,4% e un sostanziale pareggio di altro retail a -0,1%. E’ importante integrare l’analisi dei dati a totale annuo con i confronti vs 2019 per poter tratteggiare in maniera esaustiva i contorni del bilancio del retail nel 2023. Dal confronto con il pre-covid emerge un generale peggioramento del quadro, con la buona prestazione del totale mercato che viene riparametrata al -3,7% vs 2019 e i trend di abbigliamento-accessori e ristorazione che vengono rivisti in maniera analoga. Se i due settori subiscono, infatti, uno scostamento relativo simile a quanto appena visto fra i dati vs 2022 e vs 2019, diverso è invece il quadro assoluto. Il -2,8% vs 2019 della ristorazione è indice di un settore comunque dinamico, mentre il pesante negativo di abbigliamento-accessori a sfiorare la doppia cifra -9,2% rende necessarie delle riflessioni sulla competitività del comparto.

«La fine dell’anno non ha visto concretizzarsi i timori di forti decrementi dei consumi, quantomeno a  valore – sottolinea Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese (nella foto) –. Dopo il rallentamento di inizio estate si poteva presagire un continuo deterioramento. Tuttavia, i valori degli ultimi mesi, Natale compreso, hanno visto una sostanziale stabilizzazione sui livelli del 2022. Con l’inflazione in rallentamento possiamo guardare al 2024 con aspettative di crescita moderata, sia pure tenendo in considerazione che la crisi del canale di Suez sta mettendo a dura prova le nostre aziende retail sul fronte importazioni di materie prime e prodotti. Corriamo il rischio di un aumento dei prezzi al consumo e di un conseguente ulteriore impoverimento del potere d’acquisto delle famiglie».

La fotografia dai dati dei canali di vendita è nella sostanza la stessa. Spiccano le buone performance vs 2022 di centri commerciali +4,6%, outlet +5,5% e negozi di prossimità +5,6%. Buono anche l’andamento vs 22 delle high street a +3% e travel a +5% che risultano essere le location commerciali più solide nello sviluppo dei fatturati dal pre-covid, facendo segnare rispettivamente nel confronto con il 2019 un +0,9% e un +2,7% (migliore andamento tra i canali). Sarà importante capire come si comporteranno i consumi nel mese di gennaio alla luce non solo di una faticosa partenza saldi a macchia di leopardo con le vendite in flessione del -5,6% nel primo week end, ma anche della situazione geo-politica sopra citata.

L’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento-accessori e retail non food è elaborato a partire da dati consolidati e anonimizzati di fatturati delle aziende aderenti al progetto e dati Jakala, quali per esempio dati territoriali, dati socio-demografici, dati sui flussi anonimi di frequentazione dei luoghi.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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