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Credit Suisse corre ai ripari: arrivano 50 miliardi dalla Banca centrale svizzera

- di: Redazione
 
Credit Suisse corre ai ripari: arrivano 50 miliardi dalla Banca centrale svizzera
La banca centrale svizzera corre in soccorso di Credit Suisse, garantendo un prestito di circa 50 miliardi di euro, dopo che le azioni dell'istituto di credito elvetico (da mesi in enormi difficoltà) sono crollate, trascinando molte importanti banche europee. Secondo una comunicazione ufficiale, Credit Suisse eserciterà un'opzione per prendere in prestito fino a 50 miliardi di franchi dalla banca centrale che saranno utilizzati per ''sostenere le attività principali e i clienti di Credit Suisse'', adottando ''le misure necessarie per creare una banca più semplice e focalizzata, costruita intorno alle esigenze dei clienti".

Credit Suisse corre ai ripari: arrivano 50 miliardi dalla Banca centrale svizzera

Ieri, durante le contrattazioni, le azioni del Credit Suisse hanno perso più di un quarto del loro valore, toccando un minimo storico dopo che il maggiore azionista della banca, la Saudi National Bank, per bocca del suo presidente, ha dichiarato che non avrebbe investito più denaro nell'istituto svizzero, afflitto da gravi problemi giù da molto prima del crollo delle banche statunitensi. La banca saudita ha fatto sapere che in questo modo - cioè non immettendo altro denaro - cerca di evitare di sottostare ai regolamenti che entrano in vigore con una quota superiore al 10%, avendo investito circa 1,5 miliardi di franchi svizzeri per acquisire una partecipazione appena sotto quella soglia.

L'annuncio di ricorrere all'aiuto della Banca centrale è arrivato dopo che ieri, intervenendo a una conferenza finanziaria nella capitale saudita, Riad, il presidente del Credit Suisse, Axel Lehmann, aveva sostanzialmente escluso questa ipotesi dicendo: ''Abbiamo solidi coefficienti patrimoniali, un bilancio molto solido. Siamo tutti sul ponte, quindi non è un argomento di sorta''. Nella tarda serata di ieri, invece, la banca centrale svizzera ha annunciato di essere pronta ad agire, affermando che, se necessario, sosterrà il Credit Suisse, non specificando come il sostegno sarebbe arrivato (sotto forma di contanti o prestiti o altra assistenza).
Le azioni Credit Suisse sono scese di circa il 30%, a circa 1,6 franchi svizzeri, prima di recuperare e attestarsi su una perdita del 24% a 1,70 franchi alla chiusura delle negoziazioni alla borsa SIX. Al minimo, il prezzo è sceso di oltre l'85% rispetto a febbraio 2021.

Dopo l'annuncio congiunto della Banca nazionale svizzera e dell'autorità svizzera di regolamentazione dei mercati finanziari, le azioni hanno recuperato terreno anche a Wall Street.
Per dare un'idea del percorso negli ultimi anni di Credi Suisse, nella fiducia degli investitori, basta ricordare che nel 2007 le azioni della banca erano state scambiate a più di 80 franchi ciascuna.
La crisi di Credit Suisse ha avuto ripercussioni su altri importati soggetti del mondo delle banche. La francese BNP Paribas è sceso di oltre il 10%. La tedesca Deutsche Bank è crollata dell'8% e la britannica Barclays Bank ha perso quasi l'8%. Le negoziazioni nelle due banche francesi sono state brevemente sospese.

I ministri delle finanze europei hanno affermato questa settimana che il loro sistema bancario non ha alcuna esposizione diretta ai fallimenti delle banche statunitensi.
L'Europa ha rafforzato le sue salvaguardie bancarie dopo la crisi finanziaria globale che ha seguito il crollo della banca d'investimento statunitense Lehman Brothers nel 2008, trasferendo la supervisione delle maggiori banche alla banca centrale.
Credit Suisse non fa parte della vigilanza dell'UE, pure se è presente in diversi Paesi europei. Peraltro, Credit Suisse è soggetto a norme internazionali che gli impongono di mantenere riserve finanziarie contro le perdite in quanto una delle 30 cosiddette banche di importanza sistemica globale.
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