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La droga è un problema sempre, non solo quando ne parla la cronaca

- di: Redazione
 
La droga è un problema sempre, non solo quando ne parla la cronaca
Le cronache ci rimandano, purtroppo quotidianamente, a eventi in cui, in modo più o meno determinante, il consumo della droga gioca un ruolo importante. Ma dire ''più o meno'', ne siamo perfettamente consapevoli, è anche un modo per non vedere questo fenomeno nella sua reale ed allarmante dimensione, pensando che l'uso di sostanze stupefacenti resti un mondo a parte, dove il consumo e le sue regole sono affidate al singolo, nel senso che può abusarne senza che venga esperito un controllo da parte di chi - lo Stato - ha il mandato di vegliare sulla salute pubblica. A patto che non si metta alla guida di un'auto e vada in giro ad ammazzare innocenti e allora sì che ci si ricorda del problema.
Le vicende legate all'accusa, nei confronti del più giovane dei tre figli del presidente del Senato, Ignazio La Russa, sono paradigmatiche di questo ragionamento perché il ricorso a sostanze stupefacenti ha indebolito le difese della ragazza che oggi lo accusa.

La droga è un problema sempre, non solo quando ne parla la cronaca

Sgombriamo subito il campo da possibili perplessità: che una ragazza faccia uso di droghe non autorizza nessuno ad approfittarne, perché la violenza sessuale fa soltanto ribrezzo. Quindi, nessuna premessa salvifica del comportamento di La Russa jr, perché di esso se ne sta occupando la magistratura, che deve essere lasciata lavorare in pace, senza che qualcuno cerchi di strumentalizzarla, in un senso o nell'altro.
Se c'è stato un reato, dovrà essere punito. Ma questo nulla toglie allo sgomento di sapere che una ragazza ha potuto eccedere nell'uso di una sostanza stupefacente, che ne ha comunque indebolito le difese morali, senza che qualcuno sia intervenuto ben prima, per evitare l'accaduto.
Ignoriamo chi la ragazza sia, apprendendo solo dalle cronache che appartiene alla borghesia agiata di Milano. Che, però, non c'entra nulla con l'accaduto, anche se porta in sé il rischio di generalizzare, come se la droga - in particolare la cocaina - sia solo per i ricchi e non, come è invece vero, sia l'evoluzione di un percorso cominciato con sostanze ritenute innocue e che tali non solo, innescando un percorso di ricerche di sensazioni sempre più forti.

Prendendo solo spunto dal caso La Russa, è forse arrivato il momento di un'azione diversa dello Stato, non necessariamente più dura, me certamente da portare avanti su basi nuove (e che facciano tesoro soprattutto dai fallimenti) perché quel che sino ad oggi è stato fatto ha raccolto ben pochi risultati.
Non si tratta di perorare le tesi di chi vuole criminalizzare l'uso della droga, ma bisogna pure ammettere che la depenalizzazione di quella riconosciuta per uso personale ha aperto più che un semplice spiraglio alla criminalità che ingrassa su questo commercio. La modica quantità è inequivocabile, ma allo stesso modo è anche un grimaldello.
Forse dobbiamo ammettere che le campagne contro la droga non bastano; forse dobbiamo avere il coraggio di pensare che devono essere riviste le linee, in materia, del Ministero della Salute; forse dobbiamo metterci alle spalle ipocrisia e cinismo e pensare che le maglie larghe della legge non dovrebbero essere più tali per chi, non Italiano (e muovendosi delle troppo ampie zone d'ombra delle nostre regole), delinque non temendo di pagarne le conseguenze.

Non si tratta di generalizzare, ma forse pensare a più spedite procedute di espulsione per spacciatori e trafficanti stranieri, una volta scontata la condanna, potrebbe essere una prima tessera di una strategia che poggi su regole diverse, ma solo perché più certe.
Le file del grande traffico sono tirate da organizzazioni internazionali, ma è anche sulle nostre strade e nelle nostre piazze che la battaglia deve essere condotta. Magari cominciando a leggere i giornali stranieri, quelli che ci rimandano ad azioni legali collettive contro aziende produttrici di sigarette elettroniche, il cui uso porta alla dipendenza.
Ma forse è troppo chiedere questo allo Stato che, dal fumo come dall'alcol, introita miliardi e miliardi all'anno.
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