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La Fed mantiene i tassi invariati, riduce le previsioni di crescita per gli Usa nel 2025 e vede l’inflazione in rialzo

- di: Bruno Coletta
 
La Fed mantiene i tassi invariati, riduce le previsioni di crescita per gli Usa nel 2025 e vede l’inflazione in rialzo
La Federal Reserve ha deciso di mantenere i tassi di interesse invariati nella fascia compresa tra il 4,25% e il 4,50%, confermando una politica monetaria cauta in un contesto economico segnato da incertezze. La decisione, annunciata oggi, arriva in un momento in cui l’inflazione continua a rappresentare una sfida e le tensioni commerciali legate ai dazi dell’amministrazione Trump pesano sulle prospettive di crescita.

Riduzione delle stime di crescita per il 2025
La Fed ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per l’economia statunitense, stimando un aumento del Pil dell’1,7% nel 2025, rispetto al 2,1% previsto a dicembre 2024. Anche per il 2026 e il 2027 le aspettative sono state ridotte: la crescita è ora attesa all’1,8% per entrambi gli anni, contro il 2% e l’1,9% precedentemente stimati.
“Le incertezze legate alle politiche commerciali e ai dazi stanno creando un clima di instabilità che frena gli investimenti e la crescita”, ha dichiarato Jerome Powell (foto), presidente della Federal Reserve, durante la conferenza stampa del 19 marzo 2025. “Stiamo monitorando attentamente l’evoluzione della situazione per adattare la nostra politica monetaria in modo tempestivo”.

Inflazione in rialzo
Parallelamente, le stime sull’inflazione sono state riviste al rialzo. Per il 2025, la Fed prevede un tasso di inflazione del 2,7%, rispetto al 2,5% stimato a dicembre. Nel 2026, l’inflazione dovrebbe attestarsi al 2,2%, in lieve aumento rispetto al 2,1% previsto in precedenza. Per il 2027, invece, la previsione rimane invariata al 2%.
“L’inflazione resta un problema persistente, soprattutto a causa dei rincari energetici e delle tensioni commerciali”, ha aggiunto Powell. “La nostra priorità è mantenere la stabilità dei prezzi senza compromettere la crescita economica”.

Le reazioni del mercato
La decisione della Fed è stata accolta con cautela dai mercati finanziari. Gli indici azionari hanno mostrato una leggera volatilità, mentre il dollaro si è rafforzato rispetto alle principali valute. Gli analisti sottolineano che la combinazione di tassi di interesse elevati e prospettive di crescita modeste potrebbe continuare a pesare sugli investimenti.
“La Fed si trova in una posizione delicata”, ha commentato Janet Yellen, ex segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, in un’intervista a Bloomberg. “Da un lato deve contrastare l’inflazione, dall’altro, non può ignorare i rischi di una crescita troppo lenta”.

Il contesto internazionale

Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, aggravate dai recenti dazi imposti dall’amministrazione Trump, continuano a rappresentare un fattore di incertezza per l’economia globale. Secondo un rapporto pubblicato dall’International Monetary Fund (IMF), le politiche protezionistiche potrebbero ridurre la crescita mondiale dello 0,5% nel prossimo biennio.
“Le misure protezionistiche rischiano di innescare una spirale negativa per il commercio internazionale”, ha avvertito Kristalina Georgieva, direttrice generale dell’IMF, durante una conferenza a Washington. “È essenziale che i paesi lavorino insieme per ridurre le tensioni e favorire una ripresa sostenibile”.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi?
La Fed ha lasciato intendere che potrebbe rivedere la sua politica monetaria nei prossimi mesi, a seconda dell’evoluzione dell’inflazione e della crescita economica. Gli analisti si aspettano che la banca centrale mantenga un approccio flessibile, pronta a intervenire con ulteriori misure se necessario.
Il messaggio della Fed è chiaro: la cautela è d’obbligo”, ha affermato Mohamed El-Erian, capo economista di Allianz, in un’intervista a CNBC. “I prossimi dati economici saranno cruciali per capire la direzione che prenderà la politica monetaria”.

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