La giovinezza è davvero il periodo più felice della nostra vita? Uno studio condotto da un team di ricercatori tedeschi e svizzeri ha messo in discussione questa convinzione, rivelando che la massima soddisfazione esistenziale si raggiunge attorno ai 70 anni.
La felicità arriva a 70 anni? Cosa dice la scienza sul momento più felice della vita
Pubblicata sulla rivista Psychological Bulletin, l’indagine ha analizzato i dati di oltre 460mila persone provenienti da diverse culture e contesti sociali, offrendo una prospettiva sorprendente sulla felicità nel corso della vita.
Come cambia la felicità nel tempo?
Secondo lo studio, la soddisfazione nella vita segue un andamento altalenante: dopo un'iniziale diminuzione durante l’adolescenza, cresce gradualmente fino a raggiungere il suo picco intorno ai 70 anni, per poi declinare nuovamente negli anni successivi.
Un altro aspetto analizzato è stato quello degli stati emotivi. I sentimenti positivi tendono a ridursi progressivamente con l’avanzare dell’età, mentre quelli negativi risultano più intensi tra i 9 e i 22 anni, si attenuano fino ai 60 e tornano a salire dopo questa soglia.
Ma perché la felicità aumenta nella terza età? Gli studiosi ipotizzano che il raggiungimento dei 70 anni coincida con una maggiore serenità: le preoccupazioni legate alla carriera e alla stabilità economica si riducono, si ha più tempo per sé e per gli affetti, e si affronta la vita con un senso di accettazione e gratitudine.
Diverse scuole di pensiero sulla felicità
Non tutti gli studi concordano su questa visione. La London School of Economics, ad esempio, identifica i 23 anni come l’età più felice, basandosi sull’ottimismo tipico della giovinezza e sulla fiducia nel futuro. L’Università di Harvard, invece, individua il culmine della felicità intorno ai 35 anni, una fase in cui solitamente si raggiunge una certa stabilità personale e lavorativa.
Al contrario, l’età più difficile da affrontare varia anch’essa a seconda degli studi: alcuni indicano l’adolescenza come il periodo più complesso a livello emotivo, mentre altri, come la ricerca della Princeton University, sostengono che tra i 45 e i 48 anni si tocchi il punto più basso, a causa dello stress lavorativo, delle responsabilità familiari e della cosiddetta "crisi di mezza età".
Un concetto soggettivo: la felicità si costruisce ogni giorno
Se le ricerche scientifiche forniscono dati interessanti, è anche vero che la felicità non è un valore universale e oggettivo: dipende dalle esperienze individuali, dalla percezione del tempo e dalle priorità di ciascuno. Per alcuni, la gioia risiede nella libertà della giovinezza, per altri nella realizzazione lavorativa, per altri ancora nella tranquillità della vecchiaia.
Più che cercare un’età perfetta, forse il segreto sta nel costruire la propria felicità giorno dopo giorno, coltivando relazioni, passioni e momenti di gratitudine. Perché, come suggerisce la ricerca, la felicità non è un traguardo da raggiungere, ma un percorso da vivere.