Francia: quasi dimezzati in un anno i femminicidi, ma resta alta la preoccupazione

- di: Emanuela M. Muratov
 
Nell'arco di un anno i femminicidi in Francia sono scesi dai 146 del 2019 ai 90 del 2020. Un calo importante, di oltre il 60 per cento, che però il guardasigilli, Eric Dupond-Moretti, non esita a definire "modesto" seppure portatore di speranza. In ogni caso la cifra del 2020 è la più bassa da quando il Governo, a partire dal 2006, ha cominciato a classificare i delitti che hanno una vittima "al femminile", anche se le associazioni di tutela delle donne concordano sul fatto che è ancora presto per vedere in questo numero il consolidamento di una tendenza duratura.

Lo stesso Dupond-Moretti, commentando un video che ha postato su Facebook, ha detto "Ogni omicidio, ogni violenza, è un fallimento con le drammatiche conseguenze umane che si immagina; un fallimento per tutta la nostra società, è un fallimento per il ministero della Giustizia".
I femminicidi hanno registrato un forte aumento nel 2019 (25 in più rispetto all'anno precedente), a conferma di un fenomeno che è diventato una piaga per la società, e non solo francese.
Lo scorso anno, per la prima volta, il Ministero della Giustizia ha chiesto un "feedback sistematico" ai procuratori generali per ogni omicidio coniugale, al fine di avere "un monitoraggio più preciso" di questi drammatici eventi.

Dopo una forte mobilitazione di associazioni, un innalzamento della risposta dello Stato alla violenza domestica aveva portato alla fine del 2019 a quaranta misure di prevenzione, tra cui l'utilizzo di braccialetti elettronici per verificare il rispetto di ordinanze che vietavano ad ex coniugi o ex compagni violenti di avvicinarsi alle donne che avevano minacciato o fatto oggetto di violenze.
Nonostante il moltiplicarsi di queste provvedimenti, le associazioni si aspettano di più, chiedendo ad esempio che venga aumentata l'applicazione della misura che consente di requisire le armi da fuoco (gli omicidi con questo tipo di armi rappresentano un terzo del totale) in possesso di un coniuge violento a partire dalla prima denuncia ricevuta dalle forze di polizia o dalle autorità giudiziarie. L'epidemia dovuta al Coronavirus, con le forzate convivenze a causa dei confinamenti decisi dal Governo, ha fatto registrare un aumento delle violenze subite da donne (ma anche da bambini) nelle loro stesse case.

Durante i periodi di lockdown, "c'è stato un forte dibattito politico contro la violenza intrafamiliare, la polizia si è mossa sistematicamente e alle cause è stata data priorità nei tribunali", ha commentato Anne-Cécile Mailfert, presidente della Fondazione delle donne, secondo cui queste misure abbiano "vite salvate ". Lapidario il giudizio di Caroline De Haas, cofondatrice di #Noustoutes: è "troppo presto per registrare un trend al ribasso perché potrebbe salire il prossimo anno: ancora quasi 100 morti, non possiamo accontentarci".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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