Anche la Francia ha il suo Qatargate: licenziato anchorman di BFM TV

- di: Daniele Minuti
 
Dov'è che eravamo rimasti con il Qatargate? Ah, già: era, a giudizio dei sempre affabili nostri partner europei, un ''italian job'' perché noi, si sa, come popolo concentriamo il peggio, mentre gli altri sono lontani anche solo dalle tentazioni. E noi a leccarci le ferite, a dirci che, come si usa dire, ce le andiamo a cercare, guardando al manipolo di presunti maneggioni che bivaccavano dentro il Parlamento e nei suoi corridoi come mele marce, ammettendo comunque che almeno questa umiliazione potevano risparmiarcela.

Anche la Francia ha il suo Qatargate: licenziato anchorman di BFM TV

Poi però, piano piano, vengono fuori altri casi, e non in Italia o che riguardano italiani, di soggetti che si prestano a operazioni per migliorare la reputazione di questo o quello Stato, riteniamo con qualcosa in cambio. Quanto sta accadendo in queste ore in Francia è però clamoroso perché, dopo una indagine interna, un audit direbbe qualcuno che magari non sa se il termine è latino o inglese, uno dei più noti anchorman, Rachid M'Barki, è stato pregato di liberare la sua scrivania, nella redazione di BFM TV, e di accomodarsi alla porta per un evidente caso di traffico di influenze. Lo storico presentatore del telegiornale è stato accusato di aver trasmesso in sordina nel suo telegiornale quotidiano dei servizi non convalidati dai vertici della sua gerarchia. BFM TV ha anche annunciato che sta presentando una denuncia contro ignoti per "corruzione passiva e abuso di fiducia".

Rachid M'Barki conduceva il telegiornale del canale all news della seconda serata, in cui commentava le notizie del giorno. Quindi, per lui, da oggi niente più telegiornali o raccontare le storie dei più grandi criminali francesi al fianco di Dominique Rizé nel programma ''Lascia entrare gli imputati''.
Oggi Marc-Olivier Fogiel, direttore generale di BFMTV, ha annunciato ai dipendenti il licenziamento per grave colpa del giornalista. M'Barki, 54 anni, storico presentatore del Journal de la nuit del canale , era stato sospeso l'11 gennaio, dopo che era stata scoperta la diffusione di servizi non approvati dai vertici della catena giornalistica. Due le sequenze costate care all'anchorman. In particolare, un servizio trasmesso il 22 giugno che promuoveva un forum d'affari tra Spagna e Marocco, che si è tenuto nella città di Dakhla, situata nel Sahara occidentale, territorio conteso e non autonomo secondo le Nazioni Unite, ma rivendicato dal Marocco.
Marc Olivier Fogiel, con una mail, aveva avvertito giornalisti e dipendenti del canale all news d'essere stato allertato all'inizio dell'anno da Radio France, che stava indagando sulle " azioni " sospette di Rachid M'Barki. Una relazione che ha portato all'apertura di un ''audit interno''.

Il testo della comunicazione si presta a ben poche interpretazioni: "A seguito delle rivelazioni di Radio France relative alle azioni del giornalista Rachid M'Barki che hanno portato alla sua esenzione dall'attività l'11 gennaio, il gruppo ha avviato un audit interno al fine di esaminare la veridicità degli incidenti denunciati e suscettibili di avere avvenuto durante il Journal de la nuit di BFMTV (...), Queste indagini hanno permesso di individuare diverse sequenze, tra il 2021 e il 2022, che sono state trasmesse senza rispettare il processo di validazione e la linea editoriale''.
''Queste mancanze - ha specificato Fogiel - sono di esclusiva responsabilità di un giornalista che non ha rispettato le regole in vigore all'interno della redazione. La direzione ha deciso di rescindere il suo contratto di lavoro il 21 febbraio''. Lo stesso Marc-Olivier Fogiel ha reso noto che ieri, 22 febbraio, è stata presentata una denuncia contro ignoti. X, annunciando che il gruppo ''ha inoltre deciso di rafforzare ulteriormente gli attuali sistemi e controlli per consentire una maggiore sicurezza del processo di integrazione dei contenuti e il monitoraggio del controllo dell'antenna''.
Sull'argomento l'edizione online odierna di Le Monde ha ipotizzato che il giornalista abbia trasmesso servizi non concordati con i vertici redazionali, non escludendo l'interesse diretto di governi stranieri. ''Questi argomenti riguardavano brevi trasmissioni relative in particolare agli oligarchi russi, al Qatar o al Sahara occidentale''.

Dopo la sospensione, Rachid M'Barki aveva ammesso di aver "utilizzato notizie che provenivano da informatori" e che "non avevano necessariamente seguito il solito percorso''. ''Erano tutti veri e verificati'', aveva detto aggiungendo di non escludere nulla: ''Forse sono stato raggirato, non mi è sembrato che fosse così o che stavo partecipando a un'operazione di non so cosa, altrimenti non lo avrei fatto''. Da quel momento una indagine di Le Monde e del consorzio Forbidden Stories ha rivelato che questa vicenda ''era una piccola parte di una vasta impresa di disinformazione guidata da una struttura israeliana, che avrebbe venduto i suoi servizi in tutto il mondo. Tra i filmati rilasciati senza permesso da M'Barki, almeno due serie di argomenti, dedicati alle sanzioni contro gli oligarchi russi e mirati a un ex alto funzionario del Qatar, facevano parte di più ampie campagne di disinformazione orchestrate dal 'Team Jorge', una 'officina' israeliana senza esistenza legale, e gestito da un ex soldato israeliano''.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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