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Il fronte umanitario si apre a Gaza mentre Israele intensifica le operazioni militari

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Il fronte umanitario si apre a Gaza mentre Israele intensifica le operazioni militari
La giornata del 26 maggio segna una tappa cruciale per l'intervento internazionale nella crisi di Gaza. Nove camion di aiuti italiani sono finalmente giunti nella Striscia, con il coordinamento del Programma Alimentare Mondiale. Altri sei mezzi sono attesi nelle prossime ore, confermando l’impegno dell’Italia in una delle più drammatiche crisi umanitarie contemporanee. I mezzi contengono beni di prima necessità, tra cui derrate alimentari, acqua potabile e medicinali, e rappresentano una delle prime risposte concrete dell’Europa a fronte di una situazione ormai al collasso, con oltre due milioni di persone in stato di emergenza umanitaria permanente.

Il fronte umanitario si apre a Gaza mentre Israele intensifica le operazioni militari

Intanto sul versante militare, l’IDF – le forze armate israeliane – hanno annunciato l’intenzione di assumere il controllo del 75% del territorio della Striscia entro due mesi. Una dichiarazione che aumenta la tensione già altissima nella regione, anche in vista delle trattative per un cessate il fuoco ancora lontane da un esito positivo. In questo contesto, la notizia della morte di due operatori della Croce Rossa durante un raid aereo israeliano ha suscitato profonda indignazione internazionale. L’organizzazione ha chiesto un’indagine urgente, ricordando che gli operatori umanitari non devono mai essere un bersaglio.

Diplomazia internazionale in movimento

Nel tentativo di trovare un canale di dialogo, oggi è previsto un incontro tra i ministeri degli Esteri della Francia e dell’Autorità Nazionale Palestinese. L’obiettivo è quello di facilitare un nuovo tavolo di trattativa, agganciandosi all’iniziativa umanitaria europea. Il dialogo resta però incerto, complicato anche da episodi come quello avvenuto a Tel Aviv, dove un cittadino tedesco-americano è stato espulso dopo aver tentato di appiccare un incendio presso l’ambasciata statunitense: un gesto isolato ma indicativo della crescente tensione anche all’interno dello stesso Israele.

Il ruolo dell’Italia e la posizione europea

L’Italia, attraverso la Farnesina, ha espresso pieno sostegno al corridoio umanitario e continua a insistere sulla necessità di una tregua per motivi umanitari. La linea europea resta tuttavia divisa tra l’appoggio a Israele e il riconoscimento della sofferenza della popolazione civile palestinese. In questo quadro si inserisce l’impegno del presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che nelle stesse ore è impegnata in una difficile trattativa con gli Stati Uniti per definire una strategia comune sulla gestione dei conflitti in Medio Oriente e sul commercio internazionale, in vista del termine fissato al 9 luglio.

Gli scenari possibili e il rischio di un allargamento del conflitto

Sul terreno, la previsione di un controllo israeliano dei tre quarti della Striscia in sessanta giorni implica un aumento dell’attività bellica su larga scala. Le conseguenze su Gaza sono facilmente immaginabili: nuove ondate di sfollati, ospedali sovraffollati e infrastrutture civili distrutte. Se la comunità internazionale non riuscirà a intervenire con maggiore decisione, il rischio concreto è che la crisi si allarghi ulteriormente, coinvolgendo nuovi attori regionali e rendendo vani i timidi segnali di distensione visti negli ultimi mesi. La finestra per la diplomazia si restringe di giorno in giorno.
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