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La Germania cambia passo: più spese militari e un nuovo governo. L'Italia osserva con attenzione

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
La Germania cambia passo: più spese militari e un nuovo governo. L'Italia osserva con attenzione
La storia d’Europa torna a girare attorno alla Germania. Berlino ha ufficialmente chiesto alla Commissione europea di attivare la clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità per poter aumentare le spese destinate alla difesa senza incorrere nelle restrizioni sui bilanci pubblici. Una decisione che non passa inosservata, soprattutto in Italia, dove la questione delle spese militari resta divisiva. La Germania, prima economia europea, si prepara così ad assumere un ruolo ancora più centrale nella sicurezza continentale, dando seguito agli impegni presi dopo l'invasione russa dell'Ucraina e contribuendo a ridisegnare l'architettura politica ed economica dell'Unione.

La Germania cambia passo: più spese militari e un nuovo governo. L'Italia osserva con attenzione

A rafforzare questa svolta è arrivata anche l’ufficializzazione del nuovo esecutivo della CDU, guidato da Friedrich Merz, il cancelliere in pectore. Un governo fortemente orientato a destra che punta sulla sicurezza, sulla difesa dei confini e sulla riaffermazione del ruolo tradizionale della Germania in Europa. Ai ministeri chiave sono stati nominati esponenti ben riconoscibili: Johann Wadephul agli Esteri, convinto sostenitore della causa ucraina; Alexander Dobrindt agli Interni, noto per le sue posizioni dure sull'immigrazione; Katherina Reiche all'Economia; Patrick Schnieder ai Trasporti; Nina Warken alla Salute e Karin Prien all’Istruzione. Thorsten Frei sarà ministro della Cancelleria, braccio operativo diretto di Merz.

Le ripercussioni per l’Italia e il futuro dell’Europa

Il riarmo tedesco e la nuova leadership conservatrice avranno effetti tangibili anche sull'Italia. Da un lato, una Germania più forte militarmente potrebbe rafforzare l'Europa della difesa, un progetto che interessa da vicino anche Roma. Dall'altro, il rischio è quello di un riequilibrio interno all’Unione che penalizzi i Paesi mediterranei, in un momento in cui si discute di flessibilità di bilancio, politiche industriali comuni e sostegno alla crescita. Per l’Italia, si apre una fase che richiederà abilità diplomatica e capacità di proposta, per evitare di ritrovarsi spettatrice passiva dei cambiamenti che Berlino sta imprimendo all'Europa.

Un cambio di paradigma che interroga tutta l’Unione

La decisione tedesca di svincolare le spese militari dai vincoli europei sancisce, di fatto, l'inizio di una nuova stagione per l'Unione. Non più solo rigore finanziario, ma anche investimenti massicci per la sicurezza e la difesa. Una scelta che, se da un lato appare necessaria in un mondo sempre più instabile, dall’altro rischia di accentuare le divisioni tra nord e sud Europa, tra Paesi più solidi fiscalmente e quelli che, come l’Italia, chiedono da anni maggiore flessibilità per investire in crescita e sviluppo.

Italia chiamata a un ruolo attivo nella nuova Europa

Il nuovo scenario impone all’Italia di non restare alla finestra. Il riarmo tedesco, il nuovo governo conservatore di Merz, la trasformazione del Patto di Stabilità: sono tutte sfide che richiedono una strategia chiara da parte di Roma. La capacità di costruire alleanze, di proporre soluzioni comuni e di rivendicare il diritto a un’Europa che non sia solo tedesca o del nord, ma davvero solidale e integrata, sarà cruciale nei mesi a venire. Perché il futuro dell’Europa si sta scrivendo adesso, e l’Italia non può permettersi di restare indietro.
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