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La Gran Bretagna è clamorosamente impreparata alla Brexit

- di: Emanuela M. Muratov
 
La Gran Bretagna è clamorosamente impreparata alla Brexit
La Brexit è ormai alle porte, ma i preparativi da parte del Governo britannico sembrano annaspare, andando avanti con una lentezza esasperante che crea molte preoccupazioni per gli operatori economici che si attendevano ben altro da chi ha deciso di lasciarsi alle spalle l'esperienza comunitaria e lo ha sbandierato come fosse una vittoria per tutto il Paese.
Per far fronte al potenziale traffico di camion al confine a partire dal primo gennaio, quando i nuovi rapporti commerciali tra Londra e Bruxelles entreranno in vigore, le autorità del Regno Unito stanno costruendo un enorme parcheggio a Sevington nel Kent, venti chilometri circa a nord di Folkestone, dove si trova l'ingresso del tunnel sotto la Manica. I camionisti potranno parcheggiare lì, per il tempo che occorrerà per per regolare le nuove formalità doganali se i loro documenti non saranno conformi.

Qualche giorno fa Damian Green, deputato conservatore di Ashford (nell'Inghilterra sud-orientale), dove si trova il parcheggio di Sevington, ha rivelato che i lavori non saranno ultimati per tempo, a causa delle forti piogge che nelle ultime settimane hanno provocato l'allagamento del terreno e quindi enormi difficoltà per renderlo agibile.
Secondo Green, nella migliore delle ipotesi, il lavoro per rendere agibile il parcheggio "dovrebbero essere completati entro la fine di febbraio 2021". Una debacle che forse poteva essere evitata.

Pioggia in Inghilterra a dicembre, chi l'avrebbe mai creduto? È l'ironica domanda che in molti si sono fatti davanti ad una cocente sconfitta per un Governo che, da anni ormai, grida ai quattro venti che tutto sarebbe stato pronto per affrontare, concretamente, la Brexit e che invece si impantana - letteralmente, visto il fango che invade oggi il futuro parcheggio - davanti alle prime difficoltà.

Che si raggiunga o meno un accordo sulle "future relazioni" tra Londra e Bruxelles, è già chiaro che il Regno Unito non sarà pronto ad applicare alla lettera le nuove regole legate alla sua definitiva uscita dal mercato interno e dall'unione doganale europea.
Qualunque cosa accada, il primo gennaio i controlli doganali saranno ripristinati su entrambi i lati i porti della Manica, negli aeroporti britannici ed all'uscita del tunnel. Un accordo eviterebbe semplicemente di dover pagare anche i dazi doganali.

Le autorità britanniche hanno avviato solo tardivamente la costruzione di specifiche infrastrutture doganali e sanitarie. Il terreno per il parcheggio di 12 ettari è stato acquistato dal Governo solo fino a luglio. Sempre secondo il deputato Green, i controlli saranno trasferiti a Waterbrook, un parcheggio già costruito a poche centinaia di metri di distanza, originariamente destinato a diventare un punto di sosta per i conducenti.

Le aziende non nascondono il loro fastidio per questa mancanza di preparazione.
In una conferenza organizzata all'inizio di dicembre dall'Institute for Government, Adam Marshall, amministratore delegato della Camera di commercio britannica, ha brandito con esasperazione uno dei volantini inviati dal Governo. “È scritto, a caratteri cubitali: 'Preparatevi'. Ma questo non basta. Le aziende hanno bisogno di dettagli concreti: vogliamo conoscere i codici tariffari doganali a dieci cifre, come verranno determinate le regole di origine dei prodotti… Abbiamo un elenco di 24 domande senza risposta. Ci vuole chiarezza".
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