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Gran Bretagna: per i lavoratori dipendenti il 2023 sarà peggiore di questo

- di: David Lewis
 
Gran Bretagna: per i lavoratori dipendenti il 2023 sarà peggiore di questo
Il 2022, che per i britannici è stato veramente, per dirla come ''the Queen'', un ''annus horribilis'', si sta concludendo lasciandoci un sacco di cose - negative - sulle quali riflettere, almeno per darci elementi affinché non si ripetano. Come accade spesso, per le famiglie il concetto di ''guai'' cammina sempre sui binari dei bilanci domestici che, da qui alla fine dell'inverno, potrebbero subire un vero e proprio salasso a causa dei costi che salgono, a cominciare da quelli per l'energia. Comunque, il fatto che, leggendo i giornali e guardando la tv, oggi sappiamo che la bolletta energetica potrebbe essere più leggera non è che migliori di molto la situazione. In Gran Bretagna tutti sanno che bisogna risparmiare, anche se è una pratica cui non siamo molto abituati e che ci impone sacrifici rispetto alla nostra vita di ieri. Ma, tutto sommato, viste quante ne abbiamo passate, noi britannici riusciamo ad alimentare la fiammella dell'ottimismo che, in questo caso, è legata alla speranza che il 2023 possa aiutarci con aumenti di stipendio, che sono la benzina della vita quotidiana per pareggiare l'aumento dei costi alimentari ed energetici. Ma, secondo gli esperti, non sarà affatto così.

Gran Bretagna: per i lavoratori dipendenti il 2023 sarà peggiore di questo

Secondo PwC, gigante globale dei processi di revisione contabile, la retribuzione media del lavoratore britannico nel 2023 dovrebbe tornare ai livelli del 2006 una volta presa in considerazione l'inflazione. In sostanza, i salari reali, che influiscono sull'inflazione, dovrebbero diminuire fino al 3% nel 2022 e un altro 2% nel 2023, ha previsto PwC in un rapporto sull'economia del Regno Unito reso noto da CNN. Il rapporto ha confermato quello di cui tutti si erano accorti, anche senza il conforto degli analisti di PwC, cioè che, davanti ad una inflazione che corre, raggiungendo la doppia cifra, i salari sono rimasti stagnanti. Cosa che scatenando la peggiore crisi del costo della vita degli ultimi decenni. Una crisi che si è trascinata dietro prima le lamentele, poi le arrabbiature, quindi le proteste per finire con gli scioperi che - interessando categorie importantissime, quali quelle dei dipendenti delle ferrovie, delle scuole, degli ospedali e delle poste - hanno letteralmente avvelenato le vacanze. Ovviamente, piena solidarietà e comprensione per chi protesta e per le forme che sceglie per sostenere le proprie istanze. Ma, con tutta sincerità, ne avremmo fatto a meno, visto che gli scioperi non solo hanno avvelenato il clima sociale, quanto, ad esempio, hanno privato, noi persone qualunque, del piacere di ricevere regali per posta. Una tradizione alla quale siamo e resteremo legati.

Noi inglesi, quando ci impegniamo in qualcosa, non siamo secondi a nessuno. Quindi stiamo assistendo allo sciopero: degli addetti al controllo dei passaporti nei più importanti aeroporti del Paese; degli autisti delle ambulanze; degli infermieri; dei postini; dei lavoratori delle ferrovie; dei conducenti di autobus; del personale paramedico. E sicuramente all'elenco manca qualche categoria.
Ma il rapporto d PwC lascia aperto qualche spiraglio, quando sostiene che, nonostante l'evidenza di salari che non tengono il passo con l'inflazione, più di 300.000 lavoratori del Regno Unito potrebbero rientrare nel mercato del lavoro nel 2023, alleviando la carenza di personale nei settori altamente qualificati. Allo stesso tempo - e questo forse non farà felice chi, anche dentro il governo, ha idee ben chiare, ma contrarie - , l'aumento dell'immigrazione nel Regno Unito potrebbe contribuire direttamente all'economia con 19 miliardi di sterline , aumentando la crescita del PIL dell'1% "anche se l'intera economia si contrae". Un fenomeno che nell'anno che sta per lasciarci ha avuto numeri impressionanti: 140 mila persone, con programmi di reinsediamento rivolti a ucraini, afghani e residenti di Hong Kong.
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