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Per Hans-Werner Sinn, la Germania è tornata ad essere ''il malato d'Europa''

- di: Redazione
 
Per Hans-Werner Sinn, la Germania è tornata ad essere ''il malato d'Europa''
La Germania è tornata ad essere il ''malato d’Europa'': il giudizio lapidario arriva da una delle voci più ascoltate dai finanzieri di mezzo mondo, Hans-Werner Sinn, presidente emerito dell’istituto Ifo di Monaco, ritenuto il più importante think tank tedesco. Secondo Sinn, questa condizione pone delle sfide, in termini di strategia energetica del Paese, che potrebbero favorire la destra.

Per Hans-Werner Sinn, la Germania è tornata ad essere ''il malato d'Europa''

La definizione di ''malato d’Europa" (coniata per l'economia tedesca nel 1998, mentre affrontava la pesantissima bolletta per la riunificazione) è tornata d'attualità nelle ultime settimane, con la produzione manifatturiera tedesca che mostra segnali di crisi e mentre il Paese è alle prese con gli alti prezzi dell’energia.
Sinn, intervistato dalla CNBC al Forum Ambrosetti, ha detto che, secondo lui, non è un fenomeno ''a breve termine'', legandolo alla fondamentale, industria automobilistica tedesca. Lo scorso anno le automobili sono state il principale prodotto di esportazione della Germania, rappresentando il 15,6% del valore delle merci vendute all’estero.

Hans-Werner Sinn ha affermato che i dubbi degli investitori sulla fattibilità degli obiettivi di sostenibilità della Germania giocano anche nella descrizione del Paese come ''malato d’Europa''.
Intervenendo al Forum di Cernobbio, Sinn ha affermato che la dipendenza da tecnologie rinnovabili come l’eolico e il solare causerebbe un ''problema di volatilità'', che si riverbererebbe sulla imprese. Secondo Sinn quelle lacune devono essere colmate con l’energia convenzionale: ''Quindi è molto difficile avere questa doppia struttura che dovremo sostenere in futuro. Da un lato l’energia verde volatile e dall’altro l’energia convenzionale per colmare le lacune. Questo è un costo doppio. Si tratta di un costo energetico elevato e non è positivo per l’industria. È un percorso difficile".
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