C’è un filo sottile, ma resistente, che unisce il rito tutto italiano del caffè con la solidarietà. È la tradizione del “caffè sospeso”, nata a Napoli, dove chi può lascia un caffè pagato per chi ne ha bisogno. Un gesto semplice, ma carico di significato. Su questa stessa idea, illycaffè ha costruito un progetto che guarda alla salute: la “visita sospesa”.
illycaffè e la “visita sospesa”: quando la solidarietà passa attraverso una tazzina
Nel 2025, grazie alla collaborazione con la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT), saranno garantite 1.580 visite oncologiche gratuite per chi non può permettersele. Un incremento significativo rispetto alle 1.000 visite donate nel 2024, a testimonianza di un impegno che cresce con il tempo. L'iniziativa è attiva nelle principali città italiane, da Milano a Palermo, passando per Roma, Napoli, Bari e Trieste.
A spiegare l’origine del progetto è Cristina Scocchia, amministratrice delegata di illycaffè (nella foto), che in un’intervista a Vanity Fair ha sottolineato l'importanza dell'impegno sociale per un’azienda. «Le aziende sono corpi sociali con un impatto diretto sul benessere delle persone. Il nostro dovere è guardare non solo ai nostri collaboratori, ma anche alle comunità in cui operiamo».
Dal caffè al consulto medico: il meccanismo della solidarietà
Ma come funziona esattamente la “visita sospesa”? Illy ha creato un sistema di donazione integrato nelle vendite: per ogni carnet di 10 caffè venduto nei bar aderenti, il cliente riceve un caffè in omaggio e, al tempo stesso, viene donato un euro alla LILT. Questa somma permette di coprire i costi delle visite oncologiche gratuite.
I beneficiari vengono individuati tramite una rete di oltre 50 associazioni sul territorio, tra cui Caritas, Opera San Francesco e assistenti sociali, per garantire che l'aiuto arrivi davvero a chi ne ha più bisogno: persone in difficoltà economica, stranieri senza accesso al SSN, detenuti e pazienti segnalati dagli enti pubblici locali.
«Abbiamo visto che la richiesta di assistenza sanitaria è enorme. Il sistema sanitario ha limiti e liste d’attesa infinite, e molte persone non possono permettersi una visita privata. Così, ispirandoci al caffè sospeso, abbiamo deciso di fare qualcosa di concreto», ha spiegato Scocchia.
Quando lo storytelling diventa storydoing
L’iniziativa, partita in sordina, ha dimostrato di essere molto più di una trovata di marketing. Ora illycaffè punta a farla crescere ulteriormente e a coinvolgere altre aziende, perché – come sottolinea Scocchia – «1.580 visite non bastano a coprire tutte le necessità. Se altre realtà si unissero, potremmo davvero fare la differenza».
La domanda è: qualcun altro seguirà l’esempio? Se la responsabilità sociale d’impresa è davvero il futuro, forse è il momento di trasformare i proclami in azioni concrete. Perché, come dimostra questa iniziativa, anche un piccolo gesto – una tazzina di caffè – può fare la differenza.