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Israele-Iran, escalation senza precedenti: colpito il reattore di Arak e l’ospedale di Beer Sheva

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Israele-Iran, escalation senza precedenti: colpito il reattore di Arak e l’ospedale di Beer Sheva

Nel cuore della notte, la tensione già altissima tra Israele e Iran ha compiuto un ulteriore salto nel vuoto. Secondo quanto riportato dai media iraniani, l’aeronautica israeliana avrebbe colpito il reattore ad acqua pesante di Arak, un impianto chiave per il programma nucleare della Repubblica islamica.

Israele-Iran, escalation senza precedenti: colpito il reattore di Arak e l’ospedale di Beer Sheva

L’attacco sarebbe avvenuto dopo che le Forze di Difesa Israeliane (Idf) avevano diffuso un messaggio in lingua farsi rivolto alla popolazione, esortandola ad allontanarsi dalla zona in previsione di un imminente bombardamento. L’operazione, per la quale al momento non ci sono conferme ufficiali da parte delle autorità militari israeliane, rappresenterebbe uno dei colpi più diretti e simbolicamente potenti sferrati da Tel Aviv all'infrastruttura nucleare iraniana.

Risposta iraniana: missile contro un ospedale israeliano
La reazione di Teheran non si è fatta attendere. Un missile balistico, lanciato probabilmente dal territorio iraniano, ha colpito l’ospedale Soroka di Beer Sheva, nel deserto del Negev, a sud di Israele. Le immagini e le testimonianze che filtrano raccontano di gravi danni strutturali alla struttura sanitaria, con alcune aree a rischio crollo e una possibile fuoriuscita di sostanze pericolose dal piano superiore, circostanza che ha imposto l’immediata evacuazione dell’edificio. La polizia israeliana ha transennato la zona e fatto sgomberare i civili, mentre si moltiplicano gli appelli alla calma e le accuse incrociate tra i due Paesi. Per Israele si tratta di un attacco terroristico deliberato contro obiettivi civili, con il premier Benjamin Netanyahu che ha pubblicato su X un messaggio dai toni durissimi: "I tiranni terroristi iraniani hanno lanciato missili contro l'ospedale Soroka e i civili. Pagheranno un prezzo alto".

Disconnessione digitale e guerra dell’informazione

A rendere ancora più complesso il quadro è l’interruzione generalizzata dell’accesso a Internet in Iran, denunciata da diverse fonti indipendenti. Il black out digitale che sta interessando il Paese può essere letto come una misura precauzionale da parte del regime per contenere le notizie sugli attacchi e prevenire disordini interni. Ma potrebbe anche nascondere preparativi per ulteriori operazioni militari o cyberattacchi. La guerra dell’informazione è ormai parte integrante di questa escalation, con messaggi mirati, operazioni psicologiche e interferenze sulle reti digitali. Il messaggio in farsi diffuso da Israele, con contenuti apparentemente pensati per destabilizzare l'opinione pubblica iraniana, segna un altro passo verso una strategia che non si limita più al confronto militare, ma mira a colpire anche il consenso e la stabilità interna.

La posta in gioco: equilibrio nucleare e consenso regionale

Il reattore di Arak, già oggetto di intense negoziazioni internazionali negli anni passati, è un simbolo del programma nucleare iraniano. Nonostante gli accordi del 2015 prevedessero una sua riconversione, le recenti tensioni tra Teheran e le potenze occidentali, acuite dall’uscita degli Stati Uniti dall’accordo nel 2018, avevano già riacceso i riflettori su questo impianto. Il fatto che Israele abbia deciso di colpire proprio Arak, a distanza di anni dal dibattito sulla sua messa in sicurezza, conferma la volontà di disinnescare con la forza ciò che considera una minaccia esistenziale. Dall’altra parte, la risposta iraniana dimostra quanto la leadership di Teheran sia disposta a reagire con forza e a spingersi fino a colpire obiettivi sanitari, nel tentativo di dimostrare capacità di deterrenza e invulnerabilità.

Rischio escalation regionale e reazioni internazionali

Il conflitto potrebbe ora estendersi ben oltre i confini dei due Paesi. La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione lo sviluppo della situazione. Sebbene non vi siano ancora dichiarazioni ufficiali da parte degli Stati Uniti o dell’Unione Europea, fonti diplomatiche indicano un’intensa attività nei canali riservati per evitare un ulteriore deterioramento. La Russia e la Cina, alleati strategici di Teheran, sono attesi a una presa di posizione che potrebbe contribuire a ridisegnare gli equilibri in Medio Oriente. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU potrebbe essere chiamato a una riunione straordinaria già nelle prossime ore, mentre l'opinione pubblica mondiale si interroga sull'efficacia della diplomazia in uno scenario che sembra ormai fuori controllo.

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