L'altra Italia: belle scene da un matrimonio, anzi da due

- di: Bianca Balvani
 
C'è un'altra Italia, rispetto a quella che coglie ogni occasione per battibeccare, che non conosce il senso della parola rispetto. Ed è un'Italia che, a dispetto di quel che poi finisce sui giornali e in televisione, è bella, nel senso più classico della parola, perché restituisce tutti ad una dimensione di umanità che troppo spesso accantoniamo, quasi che amare gli altri, accettandone i comportamenti (sempre che rientrino nel lecito), sia una forma di debolezza o addirittura di sconfitta.
Scene di vita quotidiana che non dovrebbero sorprendere nessuno e che invece hanno giustamente eco perché sembrano sconfiggere la cultura della maldicenza, della battuta greve.
Come pure a qualcuno sarà scappata vedendo un matrimonio in cui lui si chiama Angelo (Orlando, il cognome) e l'altro lui si chiama Giuseppe (Pezzuto, il cognome), in cui il primo è un carabiniere in servizio a Palazzo Chigi e il secondo un parrucchiere. Due persone che si amano da qualche anno e che si sono sposate, alla faccia di chi li considera come cittadini di serie B perché entrambi uomini.

L'altra Italia: belle scene da un matrimonio, anzi da due

Non vogliamo fare la morale a nessuno, perché ci stiamo limitando a raccontare, lasciando ad altri analisi sociologiche che non ci appartengono. Però è stato bello vedere che Angelo, nella sua scelta di vita in comune con un altro uomo, non ha avuto ostacolo dall'Arma dei carabinieri che spesso è più avanti rispetto alla società che essa difende con i suoi ragazzi, ragazze, uomini e donne in divisa, a presidio della libertà di ciascuno. Libertà anche di amare chi si vuole, andando contro a categorie che sino a ieri sembravano inscalfibili.

Per rispetto verso sé stesso e la missione che ha scelto quando, giovanissimo, è entrato nell'Arma, Angelo si è sposato come i suoi colleghi, indossando con orgoglio l'alta uniforme (quella, per capirci, col berretto sormontato dal pennacchio biu e rosso) su cui erano appuntate le sue medaglie. Tenendo per mano Giuseppe, Angelo è passato sotto le sciabole del picchetto d'onore formato dai suoi colleghi dell'Arma. Immagini bellissime, quelle del matrimonio di Angelo e Giuseppe, non tanto per quello che hanno ritratto, quanto per il fortissimo significato che hanno e che forse in qualche ambiente sono suonate disdoro di un istituzione che, da sempre, per gli italiani è il simbolo stesso del Paese. E, subito dopo che un suo collega, secondo la tradizione, gli ha fatto volare via dalla testa il berretto con un leggero colpo inferto con la sciabola, Angelo ha baciato l'altro sposo, con un gesto naturale e quindi bello. Sul video che è stato girato e che ha immortalato la cerimonia, compare una scritta che non ha bisogno di alcun commento: ''L'Arma dei carabinieri, al passo con i tempi, che giustamente riconosce il diritto di amare''.

Nelle stesse ore è stato celebrato un altro matrimonio, a differenza del primo con rito religioso. Una coppia ''normale'' (chiediamo scusa per la brutale semplificazione). Lei è Giulia Schiff, la ragazza veneta che, qualche anno fa, spezzò l'omertà dei spesso brutali riti di iniziazione alla carriera militare, denunciando che, da aspirante ufficiale pilota dell'Aeronautica militare, all'accademia di Pozzuoli, fu oggetto di violenze fisiche che, dietro la bonaria definizione di ''nonnismo'', altro non sono che espressione di brutalità.
Lei, per quella denuncia, fu costretta ad abbandonare i suoi sogni e, anziché la divisa che voleva indossare, inseguendo i suoi ideali, se n' messa addosso un'altra, quella dei giovani, provenienti da tutto il mondo, che fanno parte della brigata internazionale che ancora oggi combatte per la libertà dell'Ucraina.

Lì, al fronte, tra una missione e l'incarico di coordinare le operazioni dei suoi commilitoni, con il nome di battaglia di Kida, Giulia ha incontrato quello che oggi è su marito, Victor Frei. Lui, israelo-ucraino, da qualche mese ha dovuto abbandonare le azioni di guerra, ma non certo l'impegno a favore delle popolazioni ucraine. Insieme a Giulia, ha fondato una associazione, Cloud Walker, che aiuta chi la guerra ha reso povero e senza sostentamento. Ora, dopo il matrimonio, celebrato con rito ebraico (ce n'era stato un altro, in Ucraina, il giorno di San Valentino), Giulia e Victor sono già sulla strada che li riporterà in Ucraina dove, riposte le armi, riprenderanno ad aiutare gli altri.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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