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Mimit, patto anti inflazione dal 1 ottobre

- di: Barbara Bizzarri
 
Mimit, patto anti inflazione dal 1 ottobre

Scatterà il primo ottobre il trimestre anti inflazione sul carrello della spesa: è quanto prevede il protocollo di intesa sottoscritto oggi dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dai rappresentanti delle Associazioni della distribuzione moderna e del commercio tradizionale. Il protocollo ha l'obiettivo di accelerare il processo di rientro dell'inflazione già in corso negli ultimi mesi e che è proseguito anche a luglio.

Mimit, patto anti inflazione dal 1 ottobre

Con il paniere calmierato siamo convinti di poter dare un definitivo colpo allʼinflazione riconducendola a livelli naturali”, ha affermato Adolfo Urso, commentando il protocollo di intesa sul trimestre salva-spesa. Secondo i dati Ocse l'inflazione in Italia nell'ultimo mese scende dal 7,6% al 6,4%, con un calo di 1,2 punti percentuali, maggiore a quello registrato nell'area Ocse dove l'indice dei prezzi al consumo si è ridotto in media dello 0,8%. Un trend consolidato proprio grazie all'effetto del costante monitoraggio dei prezzi effettuato dal Mimit. Urso cita, in particolare, i nuovi poteri conferiti al Mimit dal decreto trasparenza di gennaio, e anche all'impegno della filiera della distribuzione e del commercio, "che in questi mesi ha svolto un ruolo importante nel contenimento dei prezzi e nella tutela del potere di acquisto delle famiglie. Un contributo centrale in questo processo lo svolgono anche le associazioni dei consumatori, con cui condividiamo un percorso virtuoso nell'affrontare questa sfida".


Entro il 10 settembre saranno definite con le Associazioni che hanno sottoscritto l'accordo, che riguarda anche beni primari non alimentari come i prodotti per l'infanzia e le farmacie, le modalità del "trimestre anti inflazione", che durerà dal 1 ottobre al 31 dicembre e che prevede prezzi calmierati su una selezione di articoli rientranti nel "carrello della spesa", attraverso diverse modalità, come l'applicazione di prezzi fissi, attività promozionali sui prodotti individuati, o mediante iniziative sulla gamma di prodotti a marchio come carrelli a prezzo scontato o unico.

 

Il patto è stato siglato con i rappresentanti di Federdistribuzione, Associazione Nazionale Cooperative dei Consumatori COOP, Associazione Nazionale Cooperative fra i Dettaglianti, Confcommercio - Imprese per l'Italia, Federazione Italiana Esercenti settore Alimentare - Fiesa Confesercenti, Federfarma - Federazione nazionale unitaria dei titolari di farmacia italiana, A.S.SO.FARM. Federazione Aziende e Servizi Socio Farmaceutici, Federazione Farmacisti e Disabilità Onlus, Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (MNLF) - Confederazione Unitaria delle Libere Parafarmacie Italiane (CULPI), Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, Unione Nazionale Farmacisti Titolari di Sola Parafarmacia (UNaFTISP).

 

All'accordo non partecipa l'industria della trasformazione, infatti Centromarca e Ibc (Associazione delle industrie dei beni di consumo) non hanno firmato il protocollo: tra le motivazioni alla base della scelta e illustrate in una nota, le associazioni hanno citato al primo punto che «la gran parte delle industrie è impegnata nella definizione di contratti di acquisto delle materie prime con prezzi che oscillano costantemente». Inoltre, hanno segnalato «bilanci industriali che registrano riduzioni dei margini». I produttori «di beni di largo consumo - hanno aggiunto - hanno fatto quanto era in loro potere anche incamerando negli anni scorsi contrazioni significative dei profitti. Infine, un'intesa che “controlli” i prezzi (anche al ribasso), secondo loro, «costituirebbe un potenziale cartello, sanzionabile da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato».

“Qualunque determinazione, promessa o impegno sul valore del prodotto finito, non può prescindere da un coinvolgimento di tutti gli operatori della filiera alimentare nel senso più ampio. Ci riferiamo a tutti coloro che, a vario e diverso titolo, contribuiscono a formare i costi di produzione (materie prime, energia, packaging, logistica etc.) e concorrono dunque a comporre il valore finale del prodotto”.  Le associazioni che raggruppano l’industria di trasformazione, Assica, Assitol, Assocarni, Assolatte, Italmopa e Unione italiana food hanno illustrato la propria posizione sulla lettera d'intenti con cui avviare il “Trimestre anti-inflazione: “Pur condividendo la necessità di supportare il consumatore italiano e pur disponibili a collaborare fattivamente con tutte le parti interessati in questa direzione”, hanno sottolineato, per le associazioni sarebbe necessario coinvolgere nel progetto “tutti coloro che, a vario e diverso titolo, contribuiscono a formare i costi di produzione (materie prime, energia, packaging, logistica etc.) e concorrono dunque a comporre il valore finale del prodotto. Le voci di costo che producono il prezzo finale di un bene hanno un ruolo decisivo sul valore del bene stesso e gli avvenimenti degli ultimi anni hanno reso spesso insostenibili i costi di produzione, per cui un impegno sul valore del prodotto finito che non consideri l'incidenza di questi costi, sarebbe deprivato di una componente essenziale e quindi totalmente sbilanciato sugli attori della filiera a valle”, si legge nella nota unitaria.

Nell'ambito della strategia anti-inflazione, il ministero delle Imprese e del made in Italy costituirà, in ogni caso, un tavolo permanente, nel quale potranno essere coinvolti gli altri dicasteri competenti, per affrontare tematiche specifiche del settore della distribuzione moderna e del commercio tradizionale: la prima riunione si svolgerà entro il mese di settembre. L'impegno sottoscritto nell'ambito del protocollo di intesa sul trimestre anti-inflazione prevede, inoltre, specifiche politiche di sostegno al settore.

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