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Annunciato il prelievo del 40% sugli extra profitti: quale impatto sulle banche italiane? Quali conseguenze sulle banche degli altri paesi europei?

- di: Giorgio Broggi, Quantitative Analyst di Moneyfarm
 
Annunciato il prelievo del 40% sugli extra profitti: quale impatto sulle banche italiane? Quali conseguenze sulle banche degli altri paesi europei?

Il governo Meloni ha sicuramente sorpreso i mercati con una tassa straordinaria sui profitti delle banche in Italia, approfittando del fatto che gli istituti di credito continuano a beneficiare di tassi di interesse elevati. Con il costo del denaro salito alle stelle, i riflettori si sono puntati sui tassi dei depositi che continuano a essere bassi, in particolare per le banche di alto livello.

Annunciato il prelievo del 40% sugli extra profitti: quale impatto sulle banche italiane?

 

Il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini ha annunciato una tassa una tantum del 40% sugli extra profitti delle banche, nello specifico sull’utile netto da interessi delle banche, volta a ridistribuire parzialmente il maggior margine di interesse, in particolare ai titolari di mutui. Secondo Bank of America, il costo di questa tassa ridurrebbe gli utili delle banche tra il 2 e il 9% e, secondo fonti governative, le entrate fiscali possono essere quantificate in circa 2 miliardi di euro.

 

L'indice bancario italiano segnava un meno 6,5% alle 10.30 di stamattina (8 agosto 2023), con il resto del mercato abbastanza stabile, e lo spread tra BTP italiano e bund tedesco poco mosso. L'attenzione del mercato rimane sui dividendi, che saranno probabilmente influenzati negativamente dall'annuncio, giustificando la reazione nei prezzi dei titoli bancari questa mattina. È interessante notare che anche banche francesi e tedesche stanno reagendo male (Credit Agricole a -2,2%, Commerzbank a -3,3% alle 10.30), manifestando la preoccupazione che misure simili possano essere implementate in altre economie europee (come ha già fatto anche la Spagna). In altre parole, non è solo una questione italiana, e sicuramente le banche nel Regno Unito e altrove nell'UE sono attente a valutarne gli sviluppi all’interno dei propri confini.

 

Nel Regno Unito, la Financial Conduct Authority è già entrata nell’argomento il mese scorso e oltre ad un’analisi dell’offerta dei tassi sui depositi di liquidità ha già stilato un piano di 14 punti per garantire un’appropriata remunerazione alla liquidità dei risparmiatori. Gli istituti di credito che offrono i tassi più bassi ai propri risparmiatori saranno sollecitati entro la fine di agosto a giustificare le motivazioni di questi livelli. Le notizie dall'Italia non hanno ancora pesato sulle banche britanniche, ma ora la pressione è sicuramente più alta.

Tags: economia
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