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Covid-19, la pandemia frena le richieste di mutui e prestiti

- di: Redazione
 
Covid-19, la pandemia frena le richieste di mutui e prestiti
La grande incertezza dovuta alla pandemia da Coronavirus torna a colpire l'Italia e questo pesa anche sulle richieste di credito dei cittadini. Ad analizzare la situazione è la Centrale Rischi Finanziari, con un'elaborazione riportata dal Sole 24 Ore.

Nelle ultime tre settimane infatti, data l'impennata di nuovi contagi e le conseguenti decisioni del Governo che ha introdotto diverse misure nel tentativo di appiattire la curva, la tendenza positiva vista fra agosto e dicembre si è bruscamente interrotta portando a un crollo delle richieste di mutui e prestiti finalizzati.

Le motivazioni sono abbastanza evidenti, con le famiglie del nostro paese che sono molto più prudenti nel fare programmi a lungo termine e a indebitarsi per via delle pochissime certezze sulla situazione economica del futuro. Settembre aveva visto una crescita del 13% rispetto allo scorso anno nelle richieste di mutui, numero che rappresenta lo strascico dell'altissima richiesta di finanziamenti arrivata dopo la fine del lockdown.
I dati Crif però mostrano che da ottobre il trend si è invertito: durante lo scorso mese sono stati registrati cali annui del 7,9%, 7,8% e 10,4% per ogni settimana, nonostante i tassi siano ancora molto vantaggiosi.

Antonio Deledda, direttore Credit Bureau di Crif, ha commentato così: "La grande paura legata ai contagi viene mostrata dai comportamenti delle famiglie italiane che stanno scegliendo la prudenza, posticipando decisioni su investimenti futuri e grandi spese a momenti migliori". A dimostrarlo non è solamente il calo delle richieste di mutui ma anche l'importo medio di essi nell'ultimo mese (poco più di 131.000 euro), dato che secondo Deledda "conferma la volontà di fare richieste che non pesino troppo sul bilancio familiare".

Trend simile anche per i prestiti finalizzati a determinati acquisti che dopo buoni numeri post-lockdown, nelle settimane di ottobre scendono del 2%, 4,8% e 5%, con quelli personali che sono calati addirittura del 19%.
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