A Roma, dove la bellezza giace ovunque ma spesso non viene vista, arriva un’idea che ha il sapore antico dell’educazione civica e la concretezza spiccia delle cose che funzionano: un autobus. Non un mezzo qualunque, ma un autobus gratuito, dal nome che pare uscito da una barzelletta trasteverina — “Pe’ Pppe” — e che invece custodisce una serietà tutta romana: riportare la cultura dove dovrebbe sempre stare, tra la gente.
“Pe’ Pppe”, il bus della cultura che ci riporta a casa
In un’epoca in cui si parla di cultura solo in termini di biglietti, di eventi a pagamento, di festival patinati e riservati agli addetti ai lavori, questa navetta che parte da Piazza di Spagna per portarti gratis tra le meraviglie sommerse della città è un gesto controcorrente. Ricorda che il sapere condiviso non ha bisogno di inviti esclusivi, ma solo di una porta che si apre, di un sedile libero, di una voce narrante che ti racconta cosa hai sempre avuto sotto il naso e non hai mai visto davvero.
L’ironia di un nome che dice tutto
Quel “Pe’ Pppe”, detto così, con tre “p”, non è solo una trovata simpatica. È una dichiarazione d’intenti. Significa “per portarti dove non sei mai stato pur vivendo qui”. Un pugno affettuoso sul braccio, come sanno fare solo i romani. Un nome che non si prende sul serio ma prende sul serio il suo compito: restituire dignità popolare alla cultura. Come quando una volta si imparava di più leggendo il “Vittorioso” sull’autobus che sfogliando certi libri di testo scritti con la puzza sotto il naso.
Il viaggio come ritorno a sé stessi
Il tragitto non è solo topografico. È un viaggio dentro la città, dentro la sua memoria, e — diciamolo — dentro il nostro disorientamento contemporaneo. Perché la cultura, se è vera, non è intrattenimento né esibizione. È riconoscersi. E se serve un autobus per farlo, ben venga. Ci sono iniziative che valgono più di mille convegni e questo autobus, così piccolo e gratuito, è un atto politico di straordinario valore: dice che l’accesso al sapere non deve passare per l’algoritmo o il canone, ma per la strada, per la fermata, per la voglia di capire.
Un piccolo gesto contro la grande rassegnazione
In fondo, questo autobus è una risposta gentile alla grande rinuncia collettiva: quella per cui ci si convince che la cultura sia cosa d’élite, che la bellezza sia solo da guardare e non da vivere. Invece no. “Pe’ Pppe” dice che la cultura è anche una corsa gratuita, un’ora rubata al traffico, un racconto sussurrato mentre si gira un angolo. È un piccolo autobus, ma ha dentro un’idea gigantesca: quella che la cultura, se la porti alle persone, risponde.