Sospeso ogni contatto: il mandato a Grenell si ferma. Intanto i raid contro le “narco-barche” alzano il rischio d’incidente e accendono il fronte del diritto internazionale.
(Foto: navi Usa, Caracas accusa gli Usa per gli attacchi in mare).
Donald Trump ha ordinato al suo inviato speciale Richard Grenell di interrompere ogni interlocuzione con il Venezuela. È uno stop immediato alla pista diplomatica che Washington stava esplorando, mentre la Casa Bianca rivendica una campagna navale anti-cartelli nel Sud dei Caraibi culminata in quattro attacchi letali a presunte imbarcazioni della droga.
Cosa cambia nella linea Usa
La sospensione dei contatti chiude lo spazio negoziale e lascia in primo piano la pressione militare: assetti navali e aerei americani sono stati schierati a partire da fine agosto nelle acque tra Puerto Rico e il Venezuela. Tra i mezzi citati figurano otto navi da guerra, un sottomarino d’attacco a propulsione nucleare e rinforzi aerei, inclusi F-35 rischierati sull’isola.
Le mosse del Pentagono
Il ritmo delle operazioni è serrato: l’ultimo strike su una “narco-barca” è stato confermato all’inizio di ottobre. Lo schema operativo è quello dell’ingaggio in alto mare con distruzione del bersaglio e recupero successivo dei resti da parte di forze regionali. È la traduzione della dottrina annunciata da Washington: i cartelli sono “combattenti illegali” e gli Stati Uniti si considerano in un “conflitto armato non internazionale” contro di loro.
La risposta di Maduro
Il presidente venezuelano Nicolás Maduro denuncia il dispiegamento come un disegno di “cambio di regime” e avverte che Caracas è pronta a mobilitarsi “fino a una repubblica in armi” se attaccata. In sede multilaterale definisce la presenza statunitense una “minaccia illegale” e, sul fronte interno, annuncia l’innalzamento delle difese e segnala presunti piani di attentato contro l’ex ambasciata Usa a Caracas.
Il nodo del diritto internazionale
Giuristi e centri di ricerca sottolineano che la qualificazione giuridica scelta da Washington è ampiamente contestata. L’applicazione della categoria di conflitto armato non internazionale a gruppi criminali transnazionali rischia di erodere il consenso sulle regole d’ingaggio in mare aperto e di spingere altri attori a emulare la dottrina.
Scenario: diplomazia chiusa, rischi aperti
Con Grenell fermo e la marina Usa in assetto di interdizione dura, il rischio è un incidente che trascini la regione in una spirale di ritorsioni. Allo stesso tempo, l’obiettivo operativo dichiarato è anche finanziario: tagliare i flussi della cocaina che alimentano le lealtà all’interno dell’apparato di sicurezza venezuelano. In assenza di canali politici, la deterrenza diventa l’unico messaggio, ma ogni raid aggiunge pressione sul fragile equilibrio regionale.
Le frasi chiave
“Grenell interromperà ogni outreach con Caracas per ordine del presidente”, riferiscono fonti statunitensi citate dalla stampa americana.
“Siamo di fronte a un piano di cambio di regime con governi fantoccio”, ribatte Maduro.
“I cartelli sono combattenti illegali: la missione continua”, è la linea rivendicata dalla Casa Bianca.