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Prandini e Lollobrigida nelle zone colpite dal maltempo, Coldiretti: "A rischio frane e alluvioni 9 comuni su 10"

- di: Barbara Leone
 
Prandini e Lollobrigida nelle zone colpite dal maltempo, Coldiretti: 'A rischio frane e alluvioni 9 comuni su 10'
“Intervenire subito per aiutare le popolazioni colpite dal maltempo e sostenere le aziende, che hanno subito milioni di euro di danni”. E’ l’appello del presidente della Coldiretti Ettore Prandini che con il ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida ha espresso cordoglio per le vittime e si è recato nelle aree epicentro dell’ultima ondata di maltempo che ha sconvolto l’Italia con morti, esondazioni e fiumi di fango su campi, vigneti e frutteti per portare la propria solidarietà, verificare i danni e visitare le fattorie colpite come l’azienda Zardi di Castel Bolognese, in provincia di Ravenna, dove melma e pioggia hanno investito frutteti di kiwi e albicocche.

Prandini e Lollobrigida nelle zone colpite dal maltempo, Coldiretti: "A rischio frane e alluvioni 9 comuni su 10"

“Serve garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire” afferma Prandini nel sottolineare che “non c’è tempo da perdere soprattutto in un momento in cui il Paese ha bisogno di tutto il suo potenziale per affrontare le turbolenze internazionali, resistere alle pressioni finanziarie dei mercati e non perdere il treno della ripresa economica”.

Anche perché oltre al danno immediato sui raccolti persi, sulle strutture e sui macchinari – evidenzia Coldiretti – c’è anche il rischio che l’eccesso di acqua nel terreno venga assorbito troppo lentamente danneggiando le radici fino a farle marcire. Per questo – continua Coldiretti – dove è possibile è necessario creare dei piccoli canali di scolo delle acque in modo da drenare più velocemente i terreni e limitare il più possibile i danni dell’alluvione. In Italia l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – sottolinea ancora la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che hanno superato i 6 miliardi di euro nell’ultimo anno.

Del resto l’analisi di Coldiretti sui dati Ispra è chiara: in Italia oltre 9 comuni su 10 in Italia (93,9%) hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane e alluvioni anche per effetto del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni particolarmente intense.

“Le precipitazioni sempre più violente è necessario avere dei bacini di accumulo che trattengano l’acqua a monte creando le condizioni per evitare situazioni di criticità per le esondazioni dei fiumi come purtroppo è avvenuto in Emilia Romagna” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “l’importanza di utilizzare al meglio le risorse del Pnrr, dei fondi di coesione e del REpowerEU, per investire nei bacini di accumulo che diventano quindi fondamentali per la sicurezza di tutto il nostro Paese, conservando l’acqua in eccesso per ridistribuirla quando serve”.

Se la pioggia è attesa per ripristinare le scorte idriche in laghi, fiumi, terreni e montagne, i forti temporali con precipitazioni violente – spiega la Coldiretti – peggiorano la situazione anche con frane e smottamenti poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento. Una situazione figlia del cambiamento climatico che ha estremizzato gli eventi estremi e che rende urgente agire con progetti di lungo periodo. Dal 2012 ad oggi – continua Coldiretti – il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non ha potuto garantire l’assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora scorrono in superficie aumentando il rischio idrogeologico. In Italia l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che hanno superato i 6 miliardi di euro nell’ultimo anno.
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