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Private Debt, AIFI: "Investimenti in calo nel primo trimestre, sofferenza del mercato per rialzo tassi"

- di: Barbara Bizzarri
 
Private Debt, AIFI: 'Investimenti in calo nel primo trimestre, sofferenza del mercato per rialzo tassi'

La presentazione della ricerca di AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt), in collaborazione con CDP e Deloitte, sul mercato italiano del private debt nel primo semestre 2023 evidenzia che il mercato del private debt italiano, così come quello europeo e globale, ha sofferto nel primo trimestre del 2023. Un risultato che non sorprende gli operatori, dato che le imprese sono state costrette a operare in un contesto di rallentamento economico e di tassi di interesse in crescita, che le ha portate a usare la cassa e non andare sul mercato per nuove operazioni: “Anche nel mercato del private debt i risultati del primo semestre mostrano un rallentamento dell’attività, in linea con quanto riscontrato nel segmento del private equity - dichiara Innocenzo Cipolletta, Presidente AIFI -. In particolare, sono troppo poche le risorse destinate allo sviluppo dei progetti industriali delle imprese del mid market”.

Private Debt, AIFI: "Investimenti in calo nel primo trimestre, sofferenza del mercato per rialzo tassi"

Nel primo semestre del 2023 la raccolta totale (di mercato e captive) si è attestata a 316 milioni di euro, in calo del 23% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, quando era stata pari a 410 milioni. La prima fonte della raccolta di mercato sono stati il settore pubblico e i fondi di fondi istituzionali (63%), seguiti dalle banche (12%) e dai fondi pensione e casse di previdenza (10%). Guardando alla provenienza geografica, la componente domestica ha rappresentato l'82% della raccolta totale.

Per quanto riguarda gli investimenti, nella prima parte dell'anno sono stati investiti 1.238 milioni di euro, in calo del 7% rispetto ai 1.433 milioni del primo semestre del 2022. Il numero di sottoscrizioni è stato pari a 68 (-50%), distribuite su 46 società (-37%). Escludendo dall'analisi le operazioni (per società oggetto di investimento) di ammontare superiore ai 100 milioni di euro, i dati relativi all'ammontare risultano pari a 524 milioni, in calo del 37% rispetto al primo semestre 2022 (836 milioni).

I soggetti domestici hanno realizzato il 72% del numero di operazioni, mentre il 78% dell'ammontare è stato investito da operatori internazionali. Il 50% delle operazioni sono stati finanziamenti, il 47% sottoscrizioni di obbligazioni e il restante 3% strumenti ibridi. Il 55% dell'ammontare investito ha riguardato operazioni per la realizzazione di buy out (705 milioni, -29% rispetto al primo semestre 2022), le operazioni con obiettivo lo sviluppo delle società hanno attratto 505 milioni (39% del mercato, con un aumento del 51%), mentre il restante 6% è stato destinato al rifinanziamento del debito. Per le caratteristiche degli strumenti, la durata media, di poco inferiore ai 6 anni, risulta in linea con i periodi precedenti, mentre si osserva una crescita media dei tassi d'interesse applicati.

A livello geografico, la prima regione resta la Lombardia, con il 26% del numero di operazioni, seguita dal Veneto con il 16%. Con riferimento alle attività delle aziende target, al primo posto con il 24% degli investimenti troviamo il settore dei beni e servizi industriali, seguito all'alimentare, con il 22%. A livello di dimensione delle aziende target, il 53% degli investimenti ha riguardato imprese con meno di 250 addetti.

Nel primo semestre del 2023 le società che hanno effettuato rimborsi sono state 66 (93 nello stesso periodo dell'anno precedente, -29%), per un ammontare pari a 127 milioni di euro (+10% rispetto ai 116 della prima parte del 2022). L'81% del numero di rimborsi ha seguito il piano di ammortamento.

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