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Riso, Coldiretti: con i dazi zero quintuplicati gli arrivi dall’Asia. A rischio la filiera italiana

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Riso, Coldiretti: con i dazi zero quintuplicati gli arrivi dall’Asia. A rischio la filiera italiana

La liberalizzazione dei dazi sul riso ha fatto esplodere le importazioni dall’Asia, mettendo in seria difficoltà i produttori italiani. L’allarme è stato lanciato dalla Coldiretti durante la giornata inaugurale di Risò, il Festival internazionale del riso a Vercelli, alla presenza del presidente nazionale Ettore Prandini (nella foto), della presidente di Coldiretti Piemonte Cristina Brizzolari e del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. I numeri parlano chiaro: grazie alle tariffe agevolate concesse a Paesi come Vietnam, Cambogia e Birmania, gli arrivi sono quintuplicati rispetto a sedici anni fa.

Riso, Coldiretti: con i dazi zero quintuplicati gli arrivi dall’Asia. A rischio la filiera italiana

Secondo i dati elaborati da Coldiretti su fonte Istat, nel 2009 le importazioni da questi Paesi si attestavano a 9 milioni di chili; oggi hanno raggiunto quasi i 50 milioni. Un aumento legato all’iniziativa Eba (Everything But Arms) che prevede dazi zero per i Paesi meno sviluppati. Per Coldiretti si tratta di una forma di dumping a danno della filiera nazionale, aggravata dal fatto che in molte risaie asiatiche si usano pesticidi vietati da decenni in Europa e persistono dubbi sulle condizioni di lavoro, inclusa la presenza di minori. La concorrenza sleale ha generato squilibri nei prezzi e ridotto drasticamente la competitività del riso italiano.

Il rischio Mercosur
Il tema non riguarda soltanto l’Asia. Coldiretti avverte che un rischio analogo potrebbe arrivare con l’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur. L’intesa prevede l’ingresso progressivo a dazio zero fino a 60 milioni di chili di riso. Una quota che potrebbe sembrare limitata ma che apre il mercato a un gigante come il Brasile, primo produttore mondiale non asiatico con oltre 10 miliardi di chili di riso potenziale. Anche in questo caso la mancanza di reciprocità pesa: i produttori sudamericani possono contare su fitofarmaci vietati in Europa, su costi del lavoro bassissimi e su standard ambientali meno rigidi. Un mix che rischia di schiacciare ulteriormente le aziende italiane.

Una filiera sotto pressione
In Italia circa il 60% del riso importato gode di tariffe agevolate. Un dato che rende evidente la portata del problema per un comparto già stretto tra remunerazioni basse all’origine e costi di produzione in crescita. Coldiretti Piemonte ha ricordato che il nostro Paese vanta una straordinaria varietà di risi, dalle produzioni del Nord fino alla Calabria e alla Sardegna, patrimonio che rischia di scomparire sotto la pressione delle importazioni a basso costo. Al Festival di Vercelli è stata allestita una mostra con le principali varietà italiane per ribadire il valore identitario e culturale di questa produzione.

Il nodo della reciprocità
La vera questione, sottolinea Coldiretti, resta il principio di reciprocità: stesse regole per tutti. Oggi i risicoltori italiani investono in tracciabilità, qualità, sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale. I concorrenti esteri, invece, operano spesso con standard meno rigidi, ottenendo un vantaggio competitivo ingiustificato. Senza un riequilibrio, accordi come quello con il Mercosur o le trattative annunciate con l’India – secondo produttore mondiale – rischiano di infliggere colpi difficili da assorbire.

Le richieste della filiera
Coldiretti chiede l’introduzione di una clausola di salvaguardia automatica, che scatti immediatamente al superamento di determinate soglie di importazione. Uno strumento essenziale, secondo l’organizzazione, per difendere il reddito dei risicoltori e la sopravvivenza di una filiera che rappresenta un pezzo di storia e di economia italiana. Il messaggio è chiaro: senza regole uguali per tutti, la tradizione risicola italiana rischia di essere sacrificata sull’altare di accordi commerciali che favoriscono solo la concorrenza estera.

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