Le Inchieste IF /Quello che non ti dicono su TikTok e i tuoi dati
- di: Matteo Borrelli

Dai like innocui ai dati biometrici, TikTok sa (quasi) tutto di te. E il mondo ora si interroga: chi controlla chi?
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Non è solo la tua app preferita per guardare i balletti, ridere sui meme o scoprire il prossimo trend virale. TikTok è una gigantesca macchina di sorveglianza. Dietro gli hashtag scintillanti e le challenge colorate, l’app di ByteDance, società con sede a Pechino, opera un sistema di tracciamento così pervasivo da far impallidire anche Facebook e Google. La sua capacità di “conoscerti” va ben oltre i tuoi gusti musicali: raccoglie dove sei, cosa digiti, quanto resti su ogni contenuto e, secondo alcune indagini, perfino come ti muovi e come suoni.
“L’utente medio non ha idea dell’estensione del monitoraggio a cui è sottoposto”, ha spiegato Brett Trembly, fondatore dello studio legale GetStaffedUp, in una dettagliata analisi pubblicata su PPC Land.
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Un consenso dato a occhi chiusi
Scarichi l’app, accetti i termini (senza leggerli, ovviamente) e inizi a scrollare. Fine della storia? Neanche per sogno. TikTok chiede (e ottiene) accesso a:
• geolocalizzazione in tempo reale
• lista contatti e calendari
• impronta vocale e dati biometrici
• cronologia di navigazione web
• contenuti copiati negli appunti
• dati su altre app installate
Secondo quanto riportato dal “White Paper on TikTok Data Practices” dell’associazione no-profit Mozilla Foundation (aprile 2025), l’app può raccogliere anche metadati provenienti da dispositivi vicini tramite il Bluetooth, senza notifica esplicita. Un “fiuto digitale” impressionante, tutto in nome dell’algoritmo perfetto.
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L’algoritmo che ti legge dentro
TikTok non funziona come gli altri social. Il suo feed non è costruito solo su chi segui, ma su ogni singolo comportamento osservabile, anche passivo: dove fai pausa, cosa rivedi, che video ignori. In poche ore, l’algoritmo crea una mappa dettagliata dei tuoi interessi – non quelli dichiarati, ma quelli reali.
“È la piattaforma più predittiva del mondo”, ha dichiarato il ricercatore Tristan Harris, fondatore del Center for Humane Technology, in una conferenza a San Francisco. “Sa cose su di te che non diresti nemmeno al tuo migliore amico”.
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Sotto processo (in tutto il mondo)
TikTok è ormai sotto inchiesta in almeno 15 paesi. L’Unione Europea ha colpito durissimo: a settembre 2024 l’app è stata multata per 530 milioni di euro per “violazione massiva della privacy degli utenti minorenni e trasferimento illecito di dati verso la Cina” (Fast Company).
Negli Stati Uniti la situazione è ancora più grave: il Dipartimento di Giustizia ha intentato una causa federale nell’ottobre 2024, accusando TikTok di violare la legge COPPA (Children’s Online Privacy Protection Act), raccogliendo dati di minori senza consenso. La portavoce della Casa Bianca ha dichiarato: “La sicurezza digitale dei nostri giovani è una priorità assoluta. Le pratiche di TikTok sono inaccettabili”.
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Project Clover e altre foglie di fico
Pressata da Bruxelles, TikTok ha lanciato nel 2023 Project Clover, un piano per rassicurare gli utenti europei: costruzione di data center in Irlanda, Norvegia e Finlandia, limitazione degli accessi da parte del personale cinese, aumento delle misure di crittografia.
Ma per molti osservatori si tratta di una foglia di fico. “Il controllo resta nelle mani di ByteDance, e ByteDance resta soggetta alla legge cinese sulla sicurezza nazionale, che impone la collaborazione con il Partito Comunista”, spiega Paul Triolo, esperto di tecnologia e geopolitica presso Albright Stonebridge Group, in una recente intervista rilasciata a The Atlantic.
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La geopolitica dello scroll
TikTok è diventato un caso diplomatico. L’Australia lo ha bandito dai telefoni governativi. In India è vietato dal 2020. Gli Stati Uniti stanno valutando un divieto totale, con un disegno di legge bipartisan depositato al Congresso nel marzo 2025. L’Europa temporeggia, ma intanto sorveglia.
L’FBI, l’NSA e perfino l’esercito statunitense hanno lanciato più volte l’allarme: TikTok potrebbe essere usato per manipolare l’opinione pubblica, diffondere propaganda, raccogliere dati di massa e persino influenzare elezioni. Christopher Wray, direttore dell’FBI, non ha usato mezzi termini: “TikTok è un cavallo di Troia digitale”.
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E i creator?
Molti influencer e tiktoker, interpellati dal New York Times, si dichiarano “preoccupati, ma confusi”. Alcuni temono di perdere il pubblico, altri iniziano a esplorare alternative come YouTube Shorts e Instagram Reels. “È un po’ come se ti dicessero che il tuo bar preferito ti spia ogni volta che prendi un caffè – ma è l’unico con il Wi-Fi gratis”, ha scherzato @chloefit, fitness creator da 2,1 milioni di follower.
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Cosa puoi fare per difenderti
L’unica vera difesa è la consapevolezza. Ma ci sono anche strumenti pratici:
• Controlla le autorizzazioni di TikTok sul tuo telefono: molti permessi possono essere disattivati manualmente.
• Evita il login tramite altri social (Facebook, Google): offre accesso a dati esterni.
• Utilizza un’app separata solo per TikTok, evitando di mescolarla alla tua attività quotidiana.
• Considera alternative open-source come NewPipe o PeerTube per fruire di contenuti video senza tracciamenti.
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La Generazione Scroll chiede trasparenza
Alla fine, la vera questione è: chi controlla chi? L’illusione di libertà digitale rischia di crollare sotto il peso del controllo algoritmico. La Generazione Z, più consapevole di quanto si pensi, sta iniziando a farsi domande. E quando una generazione intera comincia a chiedersi a cosa ha detto “sì” cliccando “Accetta”, qualcosa può cambiare davvero.