Da Washington a L’Avana, l’isola è al centro di tempeste politiche, energetiche e diplomatiche a inizio luglio.
(Foto: il presidente di Cuba, Miguel Díaz‑Canel)
Il regime difende l’autonomia del Paese e introduce il visto elettronico per un maggiore controllo su chi entra.
Trump firma memorandum duro, embargo rafforzato
Donald Trump ha firmato un National Security Presidential Memorandum (NSPM 5) che rinnova e rafforza la linea dura verso Cuba, cancellando le aperture della presidenza Biden.
- Ristabilito il divieto legale al turismo statunitense verso l’isola, con solo 12 eccezioni (familiari, educazione, religione…) e obbligo di conservare le ricevute per 5 anni.
- Nuove restrizioni su transazioni dirette e indirette con GAESA e altre entità militari cubane.
- Obbligo per il Dipartimento del Tesoro di condurre audit e per il Dipartimento di Stato di stilare blacklist comprendenti funzionari militari, media statali e dirigenti sindacali.
- Attivazione di un nuovo task force per “aumentare l’accesso a internet” come strumento per promuovere diritti umani.
Il memorandum è stato presentato come “sostegno al popolo cubano”, ma economisti lo liquidano come “più dello stesso”, con effetti marginali sull’economia globale ma pesanti per la popolazione locale.
L’avvocato di Washington: Marco Rubio
Il senatore Marco Rubio ha dichiarato: “Sotto la guida del presidente Trump, terremo il regime illegittimo di Cuba responsabile e staremo al fianco del popolo cubano nella sua ricerca di libertà e giustizia”.
Secondo l’esponente Carlos Gimenez, è “un colpo potente all’ossigeno del regime: viaggi e dollari”.
L’Avana risponde: embargo criminale
Il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez ha definito le misure “una violazione dei diritti umani” e “un’aggressione economica”.
Le associazioni filo-cubane parlano di “blocco inasprito e contrario al diritto internazionale”.
Cina denuncia: embargo “barbarico”
Pechino si schiera con Cuba: “Gli Stati Uniti dovrebbero revocare immediatamente embargo e sanzioni”. La presa di posizione arriva nel pieno dello scontro geopolitico con Washington in America Latina.
E se la corrente manca… crisi energetica in corso
Cuba sta vivendo blackout endemici, con deficit energetici gravi durante le ore di punta.
- Il 1° luglio 2025 alle 21, il sistema nazionale registrava 1.759 MW di mancanza rispetto alla domanda.
- Il giorno seguente, le interruzioni elettriche coprivano l’intera giornata, con blackout fino a 8 ore consecutive.
- A Santiago de Cuba, la carenza ha raggiunto i 1.970 MW: le rotazioni non sono più pianificabili.
Un cittadino ha commentato: “Hope? We are lost… every man for himself”. Il problema è strutturale: impianti termoelettrici obsoleti, carenza di carburante e ricambi, energia solare insufficiente.
Quotidiano in apnea
Le interruzioni non risparmiano nemmeno Matanzas, dove si alternano 3 ore di corrente a 6 ore di buio: “sei ore di blackout per tre di elettricità” è la nuova regola quotidiana.
Il mix di carenza energetica, scarsità di alimenti e farmaci e l’impatto delle sanzioni USA crea una crisi multidimensionale senza precedenti.
Rispunta il visto elettronico
Nonostante il tracollo del turismo, dal 1° luglio 2025 Cuba ha introdotto il visto elettronico obbligatorio per tutti i viaggiatori. La procedura è online e richiede assicurazione sanitaria; le carte cartacee restano valide solo fino a fine 2025.
Il quadro strategico
- Dichiarazioni ufficiali: gli USA dichiarano Cuba “focolaio di insicurezza nazionale”.
- Campagna internazionale: prosegue la pressione diplomatica per le risoluzioni ONU contro l’embargo, sistematicamente respinte da Washington.
- Sostegno estero: Cina e Paesi alleati consolidano il fronte a tutela di regimi non occidentali.
Tra ingranaggi geopolitici e blackout sociali
In pochi giorni di luglio 2025, Cuba si trova stretta tra sanzioni e blackout, in una spirale di ricatti diplomatici e fallimenti infrastrutturali. Washington punta su una linea dura, sostenuta anche dagli esuli cubano-americani, mentre a L’Avana cresce la propaganda anti-embargo.
Sul terreno, la popolazione vive tra incertezze quotidiane, razionamenti e disservizi energetici. Il rischio? Che il conflitto venga semplificato come un scontro tra superpotenze, mentre si aggrava una crisi sociale interna che potrebbe deflagrare.