Ucraina, nuova sfida a Mosca: Witkoff in missione per un accordo o nuove sanzioni

Il consigliere speciale della Casa Bianca per la sicurezza europea, Stephen Witkoff, arriva a Mosca con un mandato chiaro: negoziare un’intesa che consenta di allentare la pressione sul fronte orientale oppure annunciare un nuovo pacchetto di sanzioni. Una missione che riflette la linea dura del presidente Donald Trump, intenzionato a usare la leva economica per piegare il Cremlino. Al centro dei colloqui ci saranno la guerra in Ucraina, la minaccia nucleare e la recente decisione di Mosca di svincolarsi unilateralmente dal trattato sui missili a medio e corto raggio.

Ucraina, nuova sfida a Mosca: Witkoff in missione per un accordo o nuove sanzioni

Il passo compiuto dalla Russia segna una frattura profonda con l’Occidente. Il Cremlino ha dichiarato di non sentirsi più vincolato dagli impegni presi decenni fa, giustificando la mossa con la necessità di rispondere all’espansione militare della Nato. L’annuncio ha suscitato reazioni immediate a Washington, dove Trump ha ricordato che i sottomarini nucleari americani sono “a destinazione”, lasciando intendere che la deterrenza resta la risposta principale a ogni minaccia strategica. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha invitato invece a maneggiare con cautela le parole legate al nucleare, nel tentativo di smorzare l’allarme.

Il fronte diplomatico
Sul piano diplomatico, Mosca prova a giocare più carte. L’ambasciatore russo in Italia, Aleksej Paramonov, ha definito “inaffidabili” gli interlocutori italiani, accusandoli di essere preda di due nuovi virus che avrebbero sostituito la pandemia: “russofobia e ucrainofilia”. Dichiarazioni che complicano ulteriormente i rapporti con Roma, mentre in parallelo Putin si dichiara pronto a incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, pur precisando che un summit richiede un’accurata preparazione. È un segnale che, pur nella contrapposizione, il Cremlino non intende chiudere del tutto le porte a un canale di dialogo.

La posizione di Kiev
Dal lato ucraino, le parole di Mosca vengono accolte con estrema cautela. Zelensky sa di avere dalla sua il sostegno militare e finanziario dell’Occidente, ma teme che un faccia a faccia diretto con Putin possa essere usato dal Cremlino per guadagnare tempo o incrinare la compattezza degli alleati. Per questo osserva con attenzione la missione di Witkoff, che potrebbe rafforzare la pressione su Mosca e rilanciare la linea dura degli Stati Uniti. L’Ucraina, intanto, continua a subire bombardamenti e a chiedere un incremento delle forniture di armi e sistemi di difesa.

Trump e la sfida globale
Il presidente americano si trova a dover gestire un equilibrio delicato: da un lato mostrare fermezza verso la Russia, dall’altro evitare un’escalation incontrollabile che possa spingere il conflitto oltre i confini ucraini. La decisione di inviare Witkoff a Mosca è letta come un segnale di forza ma anche come un tentativo di tenere aperto un canale negoziale. Al contempo, Trump ribadisce che la sicurezza nucleare resta prioritaria e che Washington non intende arretrare di fronte a una Russia più assertiva.

Uno scenario incerto
Il futuro dei rapporti tra Mosca e Occidente dipenderà dall’esito di questa missione. Un accordo potrebbe congelare alcune tensioni e riaprire uno spiraglio di cooperazione, ma il rischio di un ulteriore irrigidimento resta altissimo. La rottura sul trattato dei missili segna un punto di non ritorno che potrebbe rilanciare una nuova corsa agli armamenti. In questo contesto, ogni parola e ogni mossa rischiano di avere un impatto strategico globale.