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Unimpresa, salvadanai italiani più leggeri: i risparmi passano da 2.097 di luglio a 2.047 di ottobre

- di: Barbara Leone
 
Unimpresa, salvadanai italiani più leggeri: i risparmi passano da 2.097 di luglio a 2.047 di ottobre
Salvadanai sempre più leggeri. Colpa della crisi economica post pandemia ma, soprattutto, dell’aumento delle bollette energetiche. E così dopo quasi tre anni di crescita costante i risparmi delle aziende e dei cittadini italiani invertono la tendenza e fanno segnare una riduzione di oltre 50 miliardi di euro. Si tratta di una diminuzione del 2,4% in appena tre mesi: a luglio, infatti, l'ammontare delle riserve delle famiglie e delle imprese depositate nelle banche del Paese era a quota 2.097 miliardi, mentre a ottobre è calato a 2.047 miliardi. E' quanto emerge da una analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo la quale il deflusso improvviso potrebbe avere qualche ripercussione sulla raccolta degli istituti di credito, perché potrebbe diventare più costosa, e, quindi, in prospettiva, taluni effetti negativi sugli impieghi, in particolare sui tassi di interesse praticati sui prestiti concessi alla clientela.

Unimpresa, salvadanai italiani più leggeri

“Quella che abbiamo sotto gli occhi - sottolinea il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara - è la fotografia di una situazione drammatica, che noi, purtroppo, avevamo prospettato da tempo. Stanno venendo meno le forze e la liquidità, sia per le famiglie sia per le imprese, specie quelle più piccole. I costi sono insostenibili, le bollette energetiche non più gestibili. Ecco perché chi ha la possibilità attinge alle proprie riserve. Al governo riconosciamo l'impresa di aver confezionato una Legge di bilancio comunque positiva e in tempi brevissimi, tuttavia segnaliamo l'urgenza di avviare un piano straordinario di interventi pubblici e di sostegni a partire da gennaio”.

Secondo il Centro studi di Unimpresa fino a luglio, da oltre due anni si era registrata una crescita costante: 1.823 miliardi a dicembre 2019, 1.956 miliardi a dicembre 2020, 2.050 miliardi a ottobre 2021, 2.075 miliardi a dicembre 2021. Una tendenza all'accumulo che è proseguita per tutto l'anno in corso, salvo invertire la rotta da agosto in poi per calare fino ai 2.047 miliardi di ottobre. Su base annua, da ottobre 2021 a ottobre 2022, la diminuzione è di 3 miliardi (-0,1%), mentre la variazione complessiva del periodo osservato, da dicembre 2019 a oggi, rivela una crescita di 252 miliardi (+13,8%). Sono soprattutto i conti correnti la forma di accumulo più utilizzata da aziende e cittadini, sia durante la fase di accumulo sia come fonte a cui attingere in caso di liquidità necessaria in tempi rapidi
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