Fuga d’autunno tra cantine d’autore

- di: Samantha De Martin
 

Rosso. Nel cielo e nel bicchiere, tra vigneti fiammeggianti che catturano lo sguardo correndo a perdifiato.

Autentici templi di Bacco, cantine d’autore frutto dell’estro di archistar, ma anche di artigiani lungimiranti, autentiche gallerie d’arte dove la vista si mescola al gusto e all’olfatto, attendono gli amanti del vino per un’avvincente esperienza che soddisfa occhi e palato.

Così, a bordo di un auto o di una moto, basta un weekend d’autunno per godersi qualche ora di relax con un calice di vino in mano dietro una finestra, mentre l’ultimo sole si scioglie tra colline profumate.

Alla Tenuta Casenuove tra le “radici dell’arte”

Nei pressi di Panzano in Chianti, nel cuore del Chianti Classico, distesa su una superficie di 120 ettari, Tenuta Casenuove svetta immersa in un placido susseguirsi di vallate. Nel 2015 Philippe Austruy, da sempre grande appassionato di vino e di arte contemporanea, ha acquistato il terreno circondandosi dei migliori specialisti del settore e di una squadra di professionisti under 40, dal giovane enologo di talento Cosimo Casini alla caparbia Maria Sole Zoli. Così, dopo soli cinque anni di assidui lavori, Casenuove ha ritrovato il suo splendore.

Nel 2018 Tenuta Casenuove è entrata a far parte dell’Unione Viticoltori di Panzano, il primo bio-distretto vitivinicolo d’Italia. Il progetto “Le Terrazze”, nato da un’idea di Cosimo, ha portato al restauro dei terrazzamenti semi-abbandonati che digradano lungo la collina verso il Pesa. Seguendo i principi di questa vera e propria “arte” (dal 2018 inserita nel Patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO), sono stati piantati vitigni autoctoni coltivati ad alberello lamolese, tipico e tradizionale del luogo.

Grazie all’amicizia con Lorenzo Fiaschi e al progetto “Le Radici dell’Arte”, creato insieme a Galleria Continua, Casenuove è adesso un gioiello di opere artistiche esposte nella Tenuta e nella galleria collegata di Panzano.

La collaborazione con Galleria Continua nasce per raccontare un luogo in continuo fermento. Il visitatore apprezzerà “Il Vino dell’Arte”, un unico ambiente per la degustazione dei vini e, al tempo stesso, una galleria d’arte affacciata sul verde.

A inaugurare, nel 2020, la prima installazione permanente de “Le Radici dell’Arte”, è stato, nel cuore della tenuta, l’artista Pascale Marthine Tayou. Stupito dalla partecipazione appassionata delle persone coinvolte nella ristrutturazione della Tenuta, Tayou ha deciso di scegliere come soggetti delle proprie opere gli uomini e le donne che animano Casenuove, mettendone in risalto l’energia e il carattere umano. Ed eccoli i “Geni di Casenuove”, sculture in cristallo abbellite con oggetti diversi per descrivere il carattere dei personaggi rappresentati.

A Rocca di Frassinello l’inno alla leggerezza firmato Renzo Piano

Restiamo in Toscana puntando verso il cuore della Maremma, tra Bolgheri e Montalcino, a Giuncarico (Grosseto).

Il 30 giugno 2007, la cantina Rocca di Frassinello nasce in joint venture tra Castellare di Castellina e Domaines Barons de Rothschild-Château Lafite, una delle più celebri firme di vini di Francia e del mondo. In questa zona la vite ha prosperato per circa 3 mila anni, dal tempo in cui gli Etruschi la coltivavano sfruttando gli altri alberi come sostegno per le viti.

Paolo Panerai e il Barone Eric de Rothschild hanno scelto la collina di fronte al paese di Giuncarico, nel comune di Gavorrano, come luogo ideale in cui impiantare i vigneti. Ci sono voluti due anni per accorpare i cinque poderi che compongono i 500 ettari, di cui quasi 83 vitati, preservando i boschi presenti all’interno della proprietà, nel segno della sostenibilità ambientale. Dai vigneti di Sangioveto, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Vermentino nascono vini che coniugano il meglio dell’Italia e della Francia.

A sedurre anche i non appassionati di vino è il progetto della cantina firmato da Renzo Piano. Sulla collina più alta dell’anfiteatro di Rocca di Frassinello l’archistar ha concepito un edificio senza tempo, che è anche un inno alla leggerezza. Non aspettatevi la classica cantina d’autore, ma una presenza discreta e poetica che trova il suo massimo slancio nella torre rossa visibile anche a distanza.

La torre cattura la luce del sole e illumina, attraverso un sistema di specchi, la barricaia scavata nella roccia ad una profondità di 50 metri, dove riposano fino a 2.500 barrique che osservano i visitatori simili a grandi occhi. Risalendo in superficie, la seconda anima del progetto è un moderno pavillon in vetro con profili in acciaio satinato, cornice perfetta per degustazioni, grandi eventi, mostre, pranzi, congressi. All’esterno, l’immensa terrazza rivestita di cotto, ribattezzata dall’architetto “il sagrato”, assomiglia a un tappeto volante di oltre 5 mila metri quadri che sembra planare sulle dolci colline maremmane.

Nato dalla collaborazione fra la Soprintendenza Archeologia della Toscana, l’insegnamento di Etruscologia dell’Università degli Studi di Firenze e Paolo Panerai, il progetto Gli Etruschi a Rocca di Frassinello, incentrato sulla riscoperta della necropoli di San Germano, invita a riannodare il filo che, attraverso il vino, lega la moderna viticoltura alla civiltà etrusca. Nell’area archeologica di Rocca di Frassinello infatti si concentrano i tumuli meglio conosciuti della necropoli, costruiti tra la seconda metà del VII secolo a.C. e la prima metà del VI secolo a.C.: otto tombe monumentali recuperate e restaurate creando un percorso di visita aperto al pubblico. Alcuni oggetti dei corredi, tra vasi in bucchero, unguentari, calici e coppe per il consumo del vino, restituiti dalle tombe, sono esposti all’interno della mostra allestita nella cantina ideata dall’architetto Italo Rota per un viaggio tra i suoni, gli usi e i costumi del mondo etrusco.

Il viaggio nella bellezza si conclude con la degustazione dei vini nel pavillon dove è esposta l’opera Rapture of the Grape che il grande artista americano David LaChapelle ha realizzato ispirandosi al paesaggio di Rocca. Il tour prosegue con un percorso di approfondimento sugli Etruschi visitando l’area archeologica Rocca di Frassinello – San Germano liberamente accessibile all’interno della proprietà.

Per godere di un’esperienza più completa, basta soggiornare presso la Foresteria di Rocca di Frassinello, un’ intima guesthouse fuori dal tempo.

Petra e la visione di Mario Botta

Un “fiore disegnato” per la collina. Benvenuti nella creazione di Mario Botta per la cantina Petra.

Nel 1997 Francesca Moretti, insieme al padre Vittorio, ha coronato il suo sogno acquistando 60 ettari di terreno a San Lorenzo e 45 a Campiglia Marittima, non lontano da Piombino, nel comune di Suvereto, nel cuore della Val di Cornia, al confine tra le province di Grosseto e Livorno. Alle fine degli anni Novanta individua un’azienda agricola immersa in una riserva naturale. Nasce Petra. Il cabernet sauvignon, il merlot e il sangiovese sono i vitigni ideali in quest’area della Maremma, in grado di esprimere al meglio l’essenza del territorio. Presto vengono impiantati anche syrah, petit verdot, nei poderi di San Lorenzo, a Campiglia Marittima e a Riotorto e a Montebamboli, denominato poi podere Sant’Adele.

Fiore all’occhiello della cantina è la struttura realizzata dall’architetto svizzero Mario Botta e inaugurata nel 2003, in grado di reinterpretare le grandi ville tipiche della campagna toscana, dove il paesaggio riflette la cultura di un territorio.

L’effetto frontale di questa costruzione, con la presenza del cilindro di pietra rosa della Lessinia, centrale, e della sua corona circolare ricorda un fiore. Il cilindro accoglie all’interno i serbatoi della vinificazione, la ricezione dell’uva, la zona di pigiatura e le attività legate alla produzione e ai controlli. Al pianoterra, oltre allo spazio riservato alle botti in rovere per l’invecchiamento del vino, una lunga galleria trafigge la montagna fino a incontrare una parete di roccia. Siamo in un luogo di riflessione, come suggerisce la presenza dell’ “Altare” di Rivadossi.

Nel 2014 la rivoluzione di Petra si compie dopo l’avvio della collaborazione con l’enologo piemontese Giuseppe Caviola. Grazie a una visione enologica che guarda di più al territorio, i vini cambiano volto, diventando fedeli interpreti di una visione più contemporanea.

Francesca Moretti ha raccolto il testimone attraverso una visione che già fu di Elisa Baciocchi Bonaparte, sorella di Napoleone - che governò per dieci anni e con spirito illuminato le zone di Piombino, Lucca e Isola d’Elba - e che scelse proprio questo luogo per dare vita alla “Vigna della Principessa”, impiantando, secondo i canoni di Bordeaux, cinque ettari di uve cabernet sauvignon e merlot a Montioni, frazione di Suvereto.

La Cantina della Serra (Piverone)

Ci sono cantine abbellite dal contributo di menti creative e cantine che nascono dalla lungimiranza di illuminati imprenditori. La Cantina della Serra di Piverone (Torino) nasce il 10 maggio del 1953 su iniziativa di Adriano Olivetti, per incentivare la creazione di attività legate al territorio e riunire i 99 soci che fondarono la prima struttura.

Oggi la Cantina della Serra conta circa 230 soci con una possibilità di conferimento di 10000 quintali di uva, di cui 4000 di uva erbaluce e 6000 di uve rosse: Nebbiolo, Barbera, Freisa, Croatina e Neretto. I vigneti si estendono per la maggior parte nei comuni della Serra d’Ivrea, su terreno morenico, sciolto, con esposizione prevalente a sud e a ovest.

Fermatevi per una degustazione accompagnata da taglieri di salumi e formaggi seguendo il percorso dell’imbottigliamento dei vini.

Nel Carapace di Pomodoro: benvenuti alla Tenuta Castelbuono

Puntiamo verso sud, verso il lago Trasimeno. Il progetto diffuso di agricoltura e di vita, di qualità e di bellezza racchiuso nel marchio Tenute Lunelli ci guida verso la Tenuta Castelbuono di Bevagna, in provincia di Perugia.

Una grande cupola ricoperta di rame, incisa da crepe che ricordano i solchi della terra che l’abbraccia dà il benvenuto agli ospiti. Una scultura a forma di dardo rosso conficcato nel terreno segnala l’opera nel paesaggio. Entrare nel “Carapace” significa addentrarsi in una creazione di Arnaldo Pomodoro, una cantina d’autore per vini d’autore.

La forma di questa cantina, acquisita nel 2001 dalla famiglia Lunelli, 30 ettari vitati nei comuni di Bevagna e Montefalco, ricorda la tartaruga, simbolo di stabilità e longevità che, con il suo carapace, allude all’unione tra terra e cielo.

Ha richiesto sei anni di lavori ed è stata inaugurata ed aperta al pubblico per visite e degustazioni a giugno del 2012.

La cantina umbra delle Tenute Lunelli, a Bevagna, è dedicata alla produzione di Montefalco Sagrantino, un vino arcaico e potente come la terra che lo ospita.

La famiglia Lunelli ha fatto della sostenibilità il proprio credo, con l’obiettivo di coniugare la qualità dell’uva con la salute del viticoltore e la tutela dell’ambiente.

Se la Tenuta toscana di Podernovo è stata la prima realtà del gruppo a ottenere la certificazione biologica nel 2012, l’umbra Castelbuono ha raggiunto questo risultato nel 2014.

Tags: viaggi
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