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Istat, Pil a +1% rispetto al trimestre scorso. Ma l’inflazione resta a livelli record. Confcommercio: l’economia italiana continua a sorprendere

- di: Barbara Leone
 
Istat, Pil a +1% rispetto al trimestre scorso. Ma l’inflazione resta a livelli record. Confcommercio: l’economia italiana continua a sorprendere
E’ un’Italia borderline, quella degli ultimi mesi. Se da una parte inflazione e carovita continuano a tenerci sulla graticola, dall’altra arrivano segnali positivi sullo stato di salute della nostra economia. Secondo le stime preliminari Istat, infatti, tra aprile e giugno il Pil è cresciuto dell’1% rispetto ai tre mesi precedenti, e del 4,6% su base tendenziale. Ciò significa che è il sesto trimestre consecutivo con il segno più. Per di più in accelerazione rispetto al primo trimestre dell'anno, quando la crescita era stata solo lievemente positiva (+0,1% su base congiunturale e +6,2% su base tendenziale). L’aumento dell’1%, secondo l’Istituto di statistica, viene da una diminuzione del valore aggiunto nel comparto agricoltura, silvicoltura e pesca e da un aumento nell'industria e nei servizi. La variazione acquisita per il 2022 è pari al 3,4%.

“L’economia italiana - commenta l’Ufficio Studi di Confcommercio - continua a sorprendere con una stima di crescita del Pil nel secondo trimestre superiore alle attese (la nostra stima era di +0,5%). Il dato, che ci colloca tra i migliori in Europa (solo la Spagna tra i grandi Paesi ha fatto meglio) conferma, tra l’altro, l’importanza del turismo, e dei servizi in generale, nel rilancio dell’economia. Alla luce di questo dato, se confermato, una crescita nel 2022 anche superiore al 3% appare un risultato largamente possibile. In un biennio - prosegue Confcommercio - l’Italia crescerebbe di circa il 10%, recuperando la perdita del 2020. Su questa dinamica continuano però a gravare le incognite legate alla situazione internazionale (guerra, tensioni sulle materie prime, rallentamento dell’economia mondiale) e agli effetti della decisa crescita dei prezzi al consumo sui comportamenti delle famiglie”. Sul fronte inflazione, infatti, c’è davvero poco da stare allegri. Nonostante il lievissimo rallentamento del ritmo di crescita (+7,9% su base annua contro il +8% del mese precedente e +0,4% su base mensile rispetto all’1,2%), anche a luglio l’inflazione continua ad aumentare su ritmi molto sostenuti.

Sempre stando alle stime preliminari dell’Istat, la lievissima riduzione tendenziale deriva da un rallentamento dei prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +48,7% di giugno a +42,9%), in gran parte compensato da un’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +8,1% a +9,6%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +7,2% a +8,9%), dei Beni non durevoli (da +2,9% a +3,6%), dei Beni durevoli (da +2,8% a +3,3%) e dei Servizi vari (da +1,1% a +1,6%). L'inflazione al netto degli energetici e degli alimentari freschi (+4,1%) e quella al netto dei soli beni energetici (+4,7%) tocca in ogni caso livelli che non si vedevano, rispettivamente, da giugno e maggio 1996. Il risultato finale è che l’inflazione acquisita per il 2022 è al +6,7% per l'indice generale e a +3,3% per la componente di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi. A tal proposito l’Ufficio Studi di Confcommercio sottolinea che “seppur con un modesto rallentamento del tasso di variazione su base annua, l’inflazione si mantiene a luglio ai massimi degli ultimi decenni. Le tensioni originariamente partite dall’energetico sono ormai diffuse, con un’inflazione di fondo che ha raggiunto il 4,1% tendenziale. È inevitabile che questa situazione si rifletta nei prossimi mesi sulle decisioni di acquisto delle famiglie, non solo italiane, limitando le possibilità di espansione dell’economia”.
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